Aldo Bianchini
SALERNO – Qualcuno potrà anche pensarla diversamente, anzi certamente più di qualcuno la penserà diversamente da me; è questo il bello della democrazia. Ma quando ho visto Alberico Gambino attraversare tra due ali di folla osannante, in una vera e propria sciarpata di manifesti co n la scritta “io sostengo Gambino”, il salone delle cerimonie del Mediterranea Hotel per l’apertura ufficiale della sua campagna elettorale non ho potuto fare a meno di pensare che con quel suo incedere sicuro sarebbe andato incontro a tantissimi problemi, pur facendo il mestiere di politico con passione e solo per passione. Gli ultimi anni Alberico Gambino li ha vissuti in maniera drammatica ed anche esaltante, almeno tre volte nella polvere e tre volte sull’altare; i prossimi tre giorni saranno certamente i più lunghi della giovane esistenza del politico paganese, l’attesa del prossimo pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione glielo si leggeva sul viso anche se, ieraticamente, non ha mosso neppure un muscolo sicuro, come è apparso, della sua “passione per la politica”. Non si ferma Alberico Gambino e va incontro al suo destino con la schiena dritta e senza timori, non lancia sfide (non lo ha fatto neppure nel contesto del suo discorso alla foltissima platea) ma non si arrende, non polemizza con gli inquirenti che a tutti i costi vogliono il suo scalpo ma con il portamento mette in risalto la sua voglia di trasparenza e legalità, sa di dover lottare e la cosa lo elettrizza ancora di più perché si sente pronto e più forte di prima. In fin dei conti gli anni delle molte tribolazioni e dei pochi successi lo hanno temprato, oltre ogni misura, è un uomo convinto della sua forza. Questo è l’ Alberico Gambino che, almeno io, ho visto salire sulla pedana del Mediterranea Hotel, centrale rispetto alla platea, per dare l’avvio alla campagna elettorale, alla sua campagna elettorale nelle file dei “Fratelli d’Italia”, l’unico partito che lo ha sorretto nei momenti difficili, che ha creduto fermamente nella sua innocenza e nella sua lealtà, e gli è stato sempre vicino anche dal punto di vista familiare e sociale. Sulla pedana, in uno show all’americana splendidamente organizzato dalle esperte mani di Annarosa Sessa, lo aspettano a turno Michele Cuozzo (pres. Prov. FdI), Antonio Iannone (Pres. Reg. FdI), Giovanni Romano (assessore ambiente regione Campania) e l’on. Edmondo Cirielli con il quale l’abbraccio è forte, sincero, convinto e sentito. Quando è stato il suo turno tutti sono rimasti con il fiato sospeso in attesa dell’attacco del discorso e le prime parole non hanno deluso le diverse centinaia di persone presenti: “Sono qui per sottopormi volontariamente al giudizio del popolo … l’unico giudizio che accetto senza tentennamenti”. E l’applauso è stato lungo, scrosciante, convinto, affettuoso, tanto da tracimare fuori del salone del Mediterranea e sovrastare anche i suoni ed i rumori della vicina festa della Salernitana in serie “B”. Poi ha rivolto lo sguardo verso la moglie Rossella, sempre vicina a lui, sempre convinta della sua onestà, sempre forte sostenitrice dell’uomo della sua vita e del padre dei suoi figli, per esprimerle con gli occhi tutto il suo ringraziamento per la fiducia che da sempre ha riposto in lui. Ha parlato anche della Regione Campania e di come lui la immagina e la vorrebbe “vicina alle esigenze della gente”; una regione che appena cinque anni fa era additata in tutto il mondo per l’ingombrante immondizia e che sotto la gestione Caldoro è diventata virtuosa, anche per quanto attiene la sanità le cui casse sono state completamente risanate. A chi gli ricordava la sua azione positiva di sindaco di Pagani ha semplicemente risposto che “ho fatto sempre politica con devozione pensando di essere stato messo lì dal popolo che ho sempre e comunque rispettato”. Ha intelligentemente dribblato qualsiasi accenno polemico verso i nuovi amministratori di quella che ama definire “la mia Pagani”, da Pagani Alberico non vuole soltanto i voti, vuole il cuore. Nel poco tempo avuto nel consiglio regionale di Napoli ha lasciato certamente il segno per sobrietà di comportamenti, per affettività naturale verso gli altri e per laboriosità nel proporre nuovi progetti e soluzioni dei problemi incontrati in una legislatura che non è stata di certo tutta rose e fiori. Si è riproposto al suo popolo con la fermezza di chi sa di dover, comunque, accettarne il giudizio, l’unico giudizio che per Lui conta davvero.
direttore: Aldo Bianchini
Vorrei nel mio piccolo, per quel che può contare, associarmi alle “sensazioni” ricevute e raccolte dal Direttore.
Ho avvertito voglia di riscatto sanza acredine, e pure c’è ne potevano essere più che un motivo.
Veramente mi auguro una storia a lieto fine e non solo per il dolore che già ci è stato, ma per Pagani che non merita di passare per quello che non è.
Auguri a Gambino e a Pagani.