Aldo Bianchini
SALERNO – Per questo approfondimento ho preso da Wikipedia uno stralcio del lungo racconto su quanto accadde a Genova per quello sciagurato “G/8” del 2001 che segnò il punto di caduta più plateale per il nostro Paese di fronte agli occhi di tutto il mondo. Ecco cosa scrive l’enciclopedia della rete: “”I fatti della scuola Diaz sono avvenuti durante lo svolgimento del G8 di Genova nel 2001: nel quartiere di Albaro, a Genova. La sera del 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli, divenute centro del coordinamento del Genoa Social Forum, guidato da Vittorio Agnoletto, facevano irruzione i Reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni (non tutti) battaglioni dei Carabinieri. Furono fermati 93 attivisti e furono portati in ospedale 61 feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma. Finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, per quello che fu definito un pestaggio da “macelleria messicana”[1][2] dal vicequestore Michelangelo Fournier. Durante il G8 ci furono diversi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, in particolar modo episodi violenti da parte delle forze dell’ordine vennero segnalati nella scuola Diaz, in questo caso non si può parlare di scontro dato che i manifestanti erano accampati all’interno del centro operativo per passare la notte e molti stavano già dormendo; dopo l’attacco, invece, quelli che non finirono in ospedale passarono la notte[3] nella caserma del reparto mobile di Genova Bolzaneto[4]. All’operazione di polizia ha preso parte un numero tutt’oggi imprecisato di agenti: la Corte di Appello di Genova, pur richiamando questo fatto nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, basandosi sulle informazioni fornite durante il processo dal questore Vincenzo Canterini[5], lo stima in circa “346 Poliziotti, oltre a 149 Carabinieri incaricati della cinturazione degli edifici””. Dopo vari processi, più o meno giusti e più o meno rispondenti alla realtà dei fatti accaduti, sembrava che quel momento molto oscuro fosse stato seppellito per sempre nell’oblio del tempo; invece la recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rispolverato antiche polemiche condannando l’Italia, quindi tutti noi, a risarcire uno dei manifestanti che si era sentito aggredito dalla violenza della polizia, anzi si era sentito addirittura “torturato”. Sinceramente non so cosa sia la tortura e se in quella scuola fu utilizzata come strumento di repressione; so per certo che in Paesi civili come gli USA un poliziotto spara otto colpi e uccide un afroamericano indifeso e disarmato soltanto perche cerca di scappare, figurarsi se avesse aggredito. Prima di andare avanti preferisco chiarire subito la mia posizione e il mio pensiero in merito. Lontano da ogni tipo di colorazione credo che a Genova, in quei pochi e maledetti giorni, siano accadute due cose molto importanti: 1) l’eccesso continuato e perpetrato in ore e ore di guerriglia urbana, un eccesso vergognoso e ingiustificabile di buona parte dei manifestanti; 2) l’eccesso, almeno in una occasione, delle forze dell’ordine che presumibilmente persero prima la testa e poi il controllo della situazione; un fatto inaccettabile. Ma questa è l’Italia, è inutile che giriamo attorno all’essenza del problema. Quanti di noi comodamente seduti in salotto quelle sere hanno brutalmente condannato i manifestanti (anche quelli corretti per il solo fatto di essere andati a protestare ben sapendo che con i Black-Bloc c’era e c’è veramente molto poco da scherzare) ?; quanti di noi si sono schierati in favore del carabiniere, reo di aver sparato ed ucciso il giovane manifestante Carlo Giuliani, invocando per lui la legittima difesa ? Viviamo purtroppo in un Paese dove un po’ tutti dimenticano le sensazioni avvertite e le posizioni assunte nell’immediatezza dei fatti; un Paese in cui ora un po’ tutti (in maniera vergognosa anche il neo presidente del PD Matteo Orfini !!) chiedono le dimissioni di Gianni De Gennaro (all’epoca capo della polizia e oggi presidente di Finmeccanica) sebbene sia già stato assolto con formula piena dalla Cassazione; un Paese in cui, come d’incanto, incalliti delinquenti (mi riferisco ai Black-Bloc !!) passano adesso per “innocenti e disincantati manifestanti”. Ma al di là delle suddette considerazioni che potrebbero essere viste come assolutamente personali e, quindi, opinabili c’è una considerazione che vorrei far analizzare ad ogni singolo lettore di questo giornale. Lo Stato, quello di quei giorni, si era addirittura preoccupato della sistemazione logistica dei manifestanti e dei delinquenti mettendo a loro disposizione ben tre edifici scolastici pubblici: la Diaz, la Pertini e la Pascoli. Questo non riesco a capirlo e a digerirlo, uno Stato che offre ai suoi aggressori degna ospitalità, ben sapendo che nelle tre scuole anche senza il maldestro assalto della Polizia avrebbero scassato tutto. Non so se in Germania, Francia e Inghilterra avrebbero fatto la stessa cosa; tre Paesi che comunque hanno subito trovato l’accordo con i loro esponenti-giudici della Corte Europea per condannare l’Italia. In definitiva, forse, ce lo meritiamo per via delle nostre contraddizioni e delle nostre incertezze e insicurezze.
direttore: Aldo Bianchini
Gentile Direttore,
Comprendo ma non condivido il suo personale punto di vista sulla vicenda.
Ritengo , precisare il mio modesto punto di vista , semplicemente per la “verità” dei fatti che non meriterebbero commenti che potrebbero lasciare ancora “ombre” sull’accaduto.
Le Forze dell’Ordine, sicuramente furono poste sotto pressione e stress, provate all’inverosimile, ma sbagliarono bersaglio, colpendo semplici e pacifici manifestanti inermi.
I delinquenti (Black-Bloc) che misero a ferro e fuoco Genova sono una cosa vergognosa da condannare e stigmatizzare, i poveretti che dormivano alla “Diaz” sono un’altra cosa. Se non si tiene conto di questo si continuano ad alimentare fraintendimenti inutili e dannosi.
Nessuno è contro le forze dell’Ordine ne si sogna lontanamente di avallare o giustificare il comportamento (porcherie) dei Black-Bloc , ma chi manifestava pacificamente doveva e poteva essere considerato un’altra “cosa”.E ‘ mancato questo discrimine e la situazione è sfuggita al controllo di chi aveva responsabilità dirigenziali dei poliziotti, controllo, che invece doveva esserci in un “paese civile.
Tutto sembrava caduto nell’oblio e invece ,un secondo dopo la sentenza della Corte di Strasburgo sui ‘fatti della Diaz’ è partito il circo dei “faremo, vedremo, mai più”. Una compagnia cantante che si è già esibita in passato e che non ha mai fatto ridere. Al contrario suscita rabbia il finto stupore seguito alla presunta ‘notizia’ data dalla Corte Europea. “Alla Diaz fu tortura”. Come se non fossero sufficienti fatti, immagini e la sentenza, chiarissima, della Cassazione anno 2012.
“Pura esplosione di violenza”, “massacro ingiustificabile”, “discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero”. “odiosità del comportamento”. “Le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta in manifesta attesa di disposizioni”. Cos’è, se non una declinazione della tortura, la “violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime”?
I fatti del 21-22 luglio 2001 sono scolpiti da tempo nel libro nero della nostra storia: “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” secondo la definizione data da Amnesty International.
Ma la vergogna non si è esaurita nelle torture di quella notte, è proseguita negli anni. Qualcuno, ancora oggi, prova in qualche modo a giustificare l’infamia con quanto accaduto prima, le violenze dei black – bloc per le strade di Genova: la spedizione punitiva alla Diaz e le altre torture, quelle nella caserma di Bolzaneto, sarebbero figlie del clima arroventato di quei giorni. Infamia su infamia.
Sono entrati in una scuola e hanno infilato prove false (le famigerate molotov), per giustificare agli occhi della stampa e dell’opinione pubblica la “macelleria messicana”, perché lì c’erano i violenti, i protagonisti della devastazione di Genova. Gli stessi violenti che avrebbero ferito un poliziotto con un coltello? No, è solo un altro clamoroso falso ( lo dicono le sentenze) . Questo, ovviamente, lo sottolineano in pochi ed è questo che è grave, oltre ai fatti, chiaramente inenarrabili e ingiustificabili, da una parte e dall’altra.
Ma mentre per i Black-Bloc un paese civile non può che difendersi da così eclatanti e sconsiderati comportamenti barbari, un Paese Civile ,risponde dell’azione delle proprie Forze dell’Ordine.
Di recente a Roma , difronte a sedicenti “tifosi” si è preferito sacrificare la “Barcaccia”,all’epoca si preferì andarci giù duro…..per dare una lezione……..per vendetta………..ma contro chi?
So di dire una cosa che non sarà condivisa, ma la dico lo stesso……se pure alla “Diaz” vi fossero stati Black-Bloc, ad una macelleria avrei preferito una retata.Un paese Civile in questo si distingue.
Chiudo.La questione messa a disposizione di scuole per dormire……..lo sanno tutti che non c’era struttura recettiva aperta……..dovevano bivaccare per strada? Poi se quello che hanno offerto è il “trattamento Diaz” e “Bolzaneto”, francamente ,se lo potevano risparmiare.Si sono fatti pagare l’ospitalità con “salati” e devastanti interesi.
L’italia è stata condannata dalla corte europea perché tra i feriti c’erano anche cittadini stranieri se erano tutti italiani col cavolo che avrebbero condannato l’Italia. Perchè fatti come quelli della Diaz in Italia ne abbiamo visti troppi. Ma la stampa di regime ha sempre sostenuto l’operato illegale delle forze dell’ordine. Vedi l’assassinio politico di Giorgiana Masi uccisa nel 77 a Ponte Milvio a roma da poliziotti in borghese ad una manifestazioni dei radicali che era di natura pacifista.