Aldo Bianchini
SALERNO – Alan Dershowitz, principe del foro americano – decano della scuola di giurisprudenza dell’università di Harvard e difensore di casi celebri come i processi a Mike Tyson e O. J. Simpson, avrebbe dichiarato che “Qualunque tribunale americano fosse stato chiamato a giudicare questo caso sulla base delle prove presentate dalla Procura italiana avrebbe potuto emettere una sola sentenza: Amanda e Raffaele sono colpevoli dell’omicidio di Meredith Kercher”. Una dichiarazione, se vera, che lascia l’amaro in bocca ancor di più perché pronunciata da un insigne giurista che ha disseminato la sua carriera di successi clamorosi anche per i casi (come quelli sopra enunciati) davvero disperati ed ai limiti della credibilità facendo e disfacendo prove ed esami scientifici davvero ai limiti dell’incomprensibile. Chi non ricorda, ad esempio, la fuga di O. J. Simpson per le strade d’America in diretta televisiva. Comunque la discesa in campo del mitico Dershowitz fa capire nettamente, se ce ne fosse ancora bisogna, come è palesemente distorto ed approssimativo il sistema giudiziario americano di fronte al sistema Italia che ha dimostrato di essere ipergarantista. Sul piano strettamente giudiziario i due presunti colpevoli (Amanda e Raffaele) in termini di sentenze hanno pareggiato il conto con la giustizia: 2 a 2; due sentenze di condanna e due di assoluzione. Nella fattispecie ha contato molto di più l’ultima sentenza che in ordine di tempo ha mandato assolti i due giovani dopo otto anni di peripezie che se le erano, comunque, cercate con il lanternino. Ma oltre all’assassino reo confesso e già condannato in via definitiva, Rudy Guede, a poco più di sedici anni di reclusione hanno recitato la loro parte anche Amanda e Raffaele ? Questo lo sanno soltanto i tre che quella sera del 1° novembre 2007 entrarono in quella casa-studenti di Perugia sotto l’effetto certamente di sostanze stupefacenti. La giustizia si deve affidare ai fatti e possibilmente alle prove conclamate “al di sopra di ogni ragionevole dubbio”. L’intero processo, con le quattro sentenze, è stato un continuo battagliare tra pubblica accusa e difesa sulle perizie tecniche e sui riscontri obiettivi (compreso il dna sul gancetto del reggiseno di Meredith) ed alla fine ha prevalso la linea difensiva; difatti i due giovani non potevano essere condannati solo sulla base di sospetti o di prove più o meno artificiose. E’ tutta qui la differenza tra i due sistemi giudiziari che ha portato il grande giurista a scendere maldestramente in campo. Ed è stata, a mio avviso, una discesa disastrosa anche al di là delle presunte responsabilità dei due giovani. Ma c’è un altro aspetto, non secondario, che intendo evidenziare. Da qualche anno la stampa italiana e quella americana si erano schierate tra colpevolisti (la prima) e innocentisti (la seconda), con l’aggravante dell’annuncio americano che mai e poi mai avrebbe concesso l’estradizione per Amanda perché il sistema giudiziario italiano non era attendibile. Ebbene la Cassazione ha saputo anche superare questo ostacolo immenso costituito dallo schieramento mediatico devastante ed ha estratto dal cilindro una sentenza che sicuramente farà scuola per i prossimi decenni nel processo penale; non è caduta, insomma, nella trappola mediatica favorendo semmai Raffaele e punendo oltre sue responsabilità Amanda per il semplice fatto di essersi sottratta alla giustizia. Ecco perché mi sento di affermare che il sistema giudiziario italiano è certamente più efficiente di quello americano e che, sempre nei limiti umani, giusta giustizia è stata fatta.
direttore: Aldo Bianchini
Concordo pienamente con il Direttore.
Nel nostro paese si è smarrito completamente il concetto “al di la di ogni ragionevole dubbio” e si è perseguito non poche volte una ” Giustizia creativa” al di la di ogni ragionevole logica.
Anche qui a Salerno abbiamo qualche “triste esempio” di come il perseguimento dell’onda mediatica….lo scoop abbia preso il sopravvento sulla ragionevolezza e “la ricerca delle prove”, non di quelli che vengono ritenuti “gravi indizi” sia diventato un particolare trascurabile rispetto allo spirito di protagonismo di qualche magistrato inquirente alla ricerca “costi quel costi” della “prima pagina”.Ormai i cantieri di “castelli accusatori” con fondamente saldamente poste sulla sabbia e sul “fango gratuito” non si contano più.
Guai (grossi in termini umani e giudiziari) a chi si è trovato travolto nel mezzo del furore pantoclastico di qualche magistrato “creativo”,senza scampo, niente ha potuto fermare l’esagerazione messa in opera con provvedimenti a dir poco discutibili e esagerati a fronte di fonti di prove e riscontri al limite della fantasia se non “francamente falsi”.Ma si sa il magistrato deve trovare indizi non prove….le prove ,se ci sono si devono formare nel dibbattimento.Ma se pure gli indizi sono inficiati da notizie di reato false o testimoni quanto meno “discutibili”?Non importa….basta quello che sta nella testa dell’inquirente.
Il caso Nox e Sollecito insegnerà qualche cosa?……lo spero, ma di fronte alla sicumera di qualche “inquirente nostrano” mi arrendo.Non ci sono parole.Non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire ……..o vedere.
Noi ,purtroppo, di persone che si comportano da sordi e non vedenti ne abbiamo. Sono “falsi Inavalidi” ma la loro invalidità è totale.
i nostri processi durano un’eternità,le condanne non ci sono quasi mai,sono facciamo tre ,quattro processi.ci ridono dietro .in america c’è un italiano in carcere,da 16 anni chico forti,un processo di soli 25 giorni.con prove indiziarie .e alle continue richieste di un nuovo processo dicono sempre di no.
per amanda si mobilitò la Clinton,e noi quando ci muoviamo?non dimentichiamo anche la vicenda dei marò.
sono stati assolti perché Amanda è americana di buona famiglia. Tutto qui invece Rudy è africano si farà la sua galera 16 anni (e forse anche il suo silenzio comprato? non lo so) visto che è stato condannato in concorso di omicidio la fatidica domanda da un milione di dollari è se Rudy in concorso con altri … ALTRI chi? visto che ora Amanda e Sollecito sono risultati “innocenti”?