Caccia: Andria (PD): “La linea della maggioranza ci fa arretrare”; questa la dichiarazione del senatore del partito democratico Alfonso Andria.
Al.Bi.
Roma – Questa volta il senatore Alfonso Andria, attaccando sempre la maggioranza, se la prende con una decina di cacciatori rei di aver scavalcato il territorio regionale di loro competenza e di essere stati stranamente aiutati a risolvere il problema. Ecco, comunque, il testo integrale della nota del parlamentare salernitano: <<“L’articolo 12 della legge 157 rappresenta uno dei capisaldi della legislazione venatoria italiana. Prevedendo le opzioni di caccia rafforza, infatti, il principio del rapporto cacciatore territorio quale aspetto fondamentale per una buona gestione del territorio e una adeguata tutela della fauna. Al tempo stesso riconosce giustamente una specificità a particolari tipologie di caccia, quali sono quelle da appostamento fisso, quelle che si esercitano in zona alpi e per risulta le altre forme di caccia”.>> Lo dichiara il senatore del Pd Alfonso Andria intervenendo in Aula. “Si ricorre alla modifica dell’articolo 12 per risolvere il problema che hanno avuto un centinaio di cacciatori multati perché trovati ad esercitare la caccia fuori dalla propria regione di residenza in violazione dell’opzione di caccia prescelta –quella della zona alpi– anche se autorizzati dalla regione ospitante. Ben altre soluzioni potevano essere trovate. In questo modo, non solo si estende a tutte le regioni a statuto speciale una deroga che peraltro non tutte hanno richiesto, non solo si intacca il principio basilare della caccia sostenibile e popolare del nostro Paese attivando meccanismi consumistici che poco hanno a che vedere con l’esigenza di conservazione della fauna, non solo si sceglie una strada unilaterale che presuppone la legalizzazione di un privilegio solo per una piccolissima fetta di cacciatori a discapito della stragrande maggioranza, ma si forza la legislazione in una logica di deregolamentazione che più volte, anche in questa sede, per iniziativa del gruppo Pd abbiamo attentamente evitato”. “Noi – ha detto Andria – siamo dalla parte di una caccia rispettosa degli equilibri naturali, delle indicazioni della scienza e delle prescrizioni comunitarie e in questo senso abbiamo combattuto gli opposti estremismi utili solo a fomentare lacerazione sociale e ad accrescere un conflitto di cui il Paese non ha bisogno. Alcune esperienze virtuose sui territori dimostrano che è possibile trovare un giusto equilibrio che tenga debitamente conto, coniugandole tra loro, delle diverse esigenze: quelle dell’associazionismo ambientalista, quelle dell’ agricoltura, quelle del mondo venatorio. Sulla vicenda che è a monte del provvedimento non ci saremmo sottratti se fossero state affacciate soluzioni diverse, direttamente collegate alla sanatoria di un contenzioso amministrativo. Ma la linea che la maggioranza sostiene ci fa arretrare sul piano sociale e sul piano culturale e, per risolvere una questione vera, ricorre ad uno strumento spropositato che certamente susciterà confusione e disorientamento”.>> Ho parlato in apertua di un Andria antistorico rispetto al problema della caccia perché ritengo che un parlamentare progressista e molto accorto come Lui dovrebbe lottare, invece che un singolo caso specifico, con chi ritiene di dover abolire del tutto la caccia sull’intero territorio nazionale. Così non è e mi dispiace.