Da Silvia Lamberti
CAVA de’ TIRRENI – “Il telefono fisso era angosciante. Sognavo che la ragazza avesse un telefono personale, da portare con se, così da non incappare in mamme, nonne, fratelli… e questo oggi per voi ragazzi è una realtà”.
Così Gianluca Morozzi, autore del libro L’amore al tempo del telefono fisso (Fernandel), rivolto alla numerosissima platea di studenti che ha affollato ieri sera la sala della Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni, nel corso primo salotto letterario della IX edizione del Premio e Rassegna letteraria Com&Te Comunicazione, giornalismo e dintorn.
Ospite della manifestazione, organizzata dall’Associazione Comunicazione & Territorio ed in questa edizione dedicata al tema Le declinazioni dell’amore, lo scrittore bolognese ha risposto alle domande dei ragazzi e delle giornaliste Alfonsina Caputano del quotidiano La Città e Carolina Milite del giornale web Ulisse online.
Il libro racconta della difficoltà, vissute solo qualche decennio fa, di approcciare una ragazza al telefono senza incappare nel resto della famiglia. Oggi con social, sms, e what’s app è tutto più facile. “Non diventiamo un’appendice di questa app – ha ammonito in proposito Morozzi- usiamola ma senza diventarne schiavi”.
Tante le domande rivolte all’autore dagli studenti delle scuole superiori cittadine che compongono la giuria che assegna il Premio speciale Com&Te alla memoria di Giancarlo Siani, il giovane cronista napoletano de Il Mattino ucciso dalla camorra.
“Non credo sia cambiato nulla, in fondo, sono mutati i mezzi di comunicazione –ha sottolineato Morozzi- ma l’amore è sempre lo stesso e la difficoltà nel corteggiare una ragazza e nel districarsi nel complesso universo femminile restano sempre le stesse”.