SANZA – Si terra domenica 15 marzo alle ore 18.00 presso l’aula consiliare, il consiglio comunale che decreterà la fuoriuscita politica dal Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano e Alburni del piccolo centro ai piedi del Cervati . Una decisione presa dopo una petizione popolare promossa dal Comitato Cittadino “Basta Soprusi”. Dal lontano 1991, anno di nascita del Parco, lo stesso, venuto alla luce con presupposti di sviluppo e di occupazione , nonché di valorizzazione del territorio, ha portato nel corso degli anni disagi e burocrazia, circoscrivendo un limite invalicabile per gli stessi cittadini, ridotti a subire le regole sempre più ferree di un Ente bugiardo. Una gestione familiare tra pochi intimi, fondi e risorse mai utilizzate o utilizzate male hanno creato un disappunto popolare che è sfociato in rivolta. La gente chiede di poter vivere, di poter coltivare i terreni distrutti dai numerosi cinghiali che liberi e incontrollati vagano senza meta anche a ridosso delle abitazioni, la gente chiede di poter investire sul proprio territorio ingolfato da una burocrazia asfissiante fatta di permessi e di pareri, insomma, la gente chiede il diritto alla dignità negato dalla politica irrazionale del Parco che, pone in primo luogo la flora e la fauna al cospetto delle persone costrette a subire senza trarne alcun vantaggio. Ecco in sintesi le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione comunale di Sanza a deliberare l’uscita politica dall’Ente. Un comune che offre al Parco migliaia di ettari di territorio, il cuore pulsante dell’Ente con il monte Cervati e zone limitrofe, bellezze invidiate da tutti, ma, gestite in maniera dubbia e condizionate da una politica spesso scellerata che dal palazzo di Vallo della Lucania si frappone senza pudore con il reale bisogno della popolazione. In 24 anni nulla è cambiato, spopolamento e miseria diffusa, lo sviluppo decantato da queste parti proprio non lo si è visto. Oltre a Sanza anche altri comuni sono sul piede di guerra, da Ottati a Roscigno da Polla a Sant’Arsenio insomma, il Vallo di Diano e gli Alburni sono stanchi dei soprusi e al grido di : “Diamo a Cesare quel che è di Cesare” sono pronti a combattere per il loro territorio.
direttore: Aldo Bianchini
Con l’uscita dal Parco finalmente si libereranno quelle risorse che ad oggi risultano bloccate dalla burocrazia. Si potranno costruire nuove case per chi non ce l’ha, realizzare nuove strade e finalmente asfaltare la strada per giungere comodamente sul Cervati e beneficiarne appieno, si potranno sterminare i cinghiali che scendono a valle e finalmente si potranno attuare quei progetti cofinanziati dalla Comunità Europea. Insomma finalmente potremmo iniziare a far qualcosa a creare lavoro grazie alle enormi potenzialità del territorio.