SALERNO – Non più tardi di un paio di mesi fa avevo scritto un approfondimento sul sindaco di Padula, Paolo Imparato, che nel contesto della cosiddetta “politica del Ninà” (un bar nella frazione Silla di Sassano) aveva dichiarato apoditticamente, quasi come fa Vincenzo De Luca, una cosa molto forte che avevo riportato pari pari nel titolo di quell’approfondimento dell’ 11 novembre 2014: La politica del “Ninà”: Imparato, qui le luci le accendo e le spengo io. L’allusione molto chiara partiva dalle luci d’artista per entrare a gamba tesa nell’Ente Provincia dove da un mese si era seduto legittimamente anche Paolo Imparato in rappresentanza di tutto il Vallo di Diano e del Golfo di Policastro, anzi anche della Valle del Sele e dei Picentini dove non è stato insediato alcun consigliere provinciale. Da uomo tutto d’un pezzo, Paolo Imparato, aveva pubblicamente (c’erano una decina di testimoni) inviato un messaggio forte al neo presidente della Provincia (Giuseppe Canfora), al segretario provinciale del PD (Nicola Landolfi) ed allo stesso imperatore Vincenzo De Luca; quella domenica mattina nel bar Ninà era anche presente il responsabile di zona del PD (Mimmo Cartolano). Cioè, in parole molto semplici, il consigliere/sindaco Paolo Imparato rivendicava il suo diritto ad essere interpellato prima di qualsiasi decisione e nomina che potesse riguardare il suo territorio; ecco spiegato il significato “qui le luci le accendo e le spengo io”. Un diritto sacrosanto che non ebbi difficoltà a riconoscergli. Purtroppo non sono passati neppure due mesi da quella apodittica dichiarazione che Paolo Imparato ha infilato una magra figuraccia con un dietro front quasi storico per come è lui e per il carattere che ha. Il Presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, senza preavvertire Paolo Imparato e neppure Carmelo Stanziola (sindaco di Centola, cittadina vicino Vallo della Lucania dove ha sede Il Corisa/4), nei primi giorni del nuovo anno ha nominato il presidente dell’ordine degli avvocati di Salerno, Americo Montera, quale commissario del Consorzio tra le grida di stupore di tutti, soprattutto dei due consiglieri provinciali. Apriti cielo, scende in campo anche l’on. Simone Valiante della cui corrente farebbero parte sia Imparato che Stanziola. Proclami sui giornali (che altro non fanno se non riportare le dichiarazioni … beati loro !!), commenti durissimi a livello pubblico e richiesta di incontro chiarificatore. E qui comincia quella che io definisco “la macchietta alla napoletana”. Qualche giorno fa viene convocata la riunione a Salerno presso la sede del “gruppo PD” in Provincia (alla vetrata !!); presenti Simone Valiante, Paolo Imparato, Carmelo Stanziola e Nicola Landolfi, e qualche altro ma di passaggio; assente il presidente Canfora che aveva firmato la nomina. La riunione è di quelle tumultuose, Imparato da par suo batte più volte i pugni sul tavolo, Stanziola lo segue a ruota, le grida (dicono i bene informati) bucano anche la vetrata ed arrivano fin giù nel cortile dove qualche usciere si affaccia per capire cosa stesse succedendo. Sembra che, addirittura, Imparato con la sua riconosciuta veemenza abbia gridato “Noi non possiamo essere buoni solo quando veniamo a votare i debiti fuori bilancio, adesso basta !!”. Poi le cose si calmano, e dopo un po’ gli attori lasciano alla spicciolata la Provincia. Il giorno dopo i giornali evidenziano gli abbracci (non i baci !!) e i larghi sorrisi tra Simone e Nicola, ovviamente per Paolo e Carmelo subito il dimenticatoio, fatta eccezione per qualche ricaduta in sede locale. Qualcuno dice che l’ordine dall’alto (leggasi De Luca) è stato perentorio: stop alle polemiche e accettazione dell’incarico a quello che oggi appare come un altro uomo di sua fiducia (Americo Montera) che, guarda caso, in un recente passato era stato suo oppositore dopo una fregatura megagalattica. Devo essere sincero con me stesso ed ammettere che sul piano squisitamente politico il dietro-front di Valiante, Imparato e Stanziola non fa una grinza. Quello che preoccupa, invece, è il fatto che i tre si siano lasciati infinocchiare dal segretario provinciale del PD, Nicola Landolfi, all’uopo delegato dal “grande manovratore di fili”. Ma tutto sarebbe anche corretto se Landolfi contasse qualcosina in più del “due di coppe in una briscola a denari”, perché nella mani di De Luca non conta niente e nessuno, e questo lo sanno benissimo Valiante, Imparato e Stanziola. E allora perché accettare di fare il passo indietro quando anche il presidente Canfora era assente e di De Luca non c’era neppure l’ombra. Mi chiedo sempre come può un politico che è stato eletto da migliaia e migliaia di cittadini accettare un ruolo di umile vassallaggio ? probabilmente perché io ero abituato alla politica di un tempo che fu che, quantomeno, salvava la faccia e l’immagine esterna. Purtroppo contro il muro di gomma di Vincenzo De Luca è finito anche Paolo Imparato che aveva promesso lampi e tuoni (non conosco Stanziola e mi astengo da qualsiasi commento); resto comunque in attesa di un pronto recupero di Paolo altrimenti sarà costretto a zittire anche lui. In Provincia, da Salerno a Sapri, caro Paolo le luci le accende e le spegne solo De Luca, anche sul capo della stesso presidente Canfora.
direttore: Aldo Bianchini