SALERNO – Nell’attesa delle elezioni per il rinnovo delle cariche dell’Ordine degli Avvocati, elezioni momentaneamente sospese dal Tar/Lazio e non solo a Salerno, che vedranno in maniera scontata la rielezione del presidente uscente Americo Montera, si è chiusa poco più di un mese fa la tornata elettorale all’Ordine dei Medici dove il presidente uscente Bruno Ravera ha stravinto battendo tutti i suoi, neppure potenziali, concorrenti. I due ordini professionali hanno un unico comune denominatore: la longevità dei loro presidenti. E’ vero che bisognerebbe parlare anche dell’ordine dei Consulenti del Lavoro, dove il presidente Alberico Capaldo è in sella da oltre trentaquattro anni, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un ordine che senza Capaldo sarebbe, forse, già finito nelle secche delle polemiche e della autodisintegrazione. Per i medici e gli avvocati, invece, parliamo di due ordini professionali che, comunque guidati, resisterebbero a qualsiasi scossone innovatore che, di tanto in tanto, emergono solo a livello epidermico per poi essere subito ricacciati nei chiacchiericci e nelle voci da strada. Soltanto per la cronaca è giusto ricordare che il professore Bruno Ravera, notissimo cardiologo, è in sella almeno da una trentina di anni; qualche scossone lo diede al suo regno incontrastato soltanto Giuseppe Pistolese (noto medico cittadino) che riuscì anche a conquistare, ma per poco, la presidenza appartenuta da sempre a Ravera. Nel caso di Montera, invece, gli scossoni ci sono stati soltanto livello di “voci di strada” (come lui stesso sornionamente ama dire) che in pratica non si sono mai concretizzate in un riconoscimento elettorale; anzi va detto che il regno di Montera dovrebbe essere valutato come il più lungo della storia degli ordini salernitani se alla presidenza diretta si aggiunge il lungo periodo della presidenza De Nicolellis che Montera sponsorizzava a tutto tondo dall’alto del suo patrimonio di voti personali. La domanda che ho già posto altre volte è sempre la stessa: è giusto che un presidente resti in carica per così tanto tempo, al di là degli specifici e personali meriti che nessuno vuole disconoscere ? Sotto il profilo prettamente democratico la risposta potrà essere soltanto “NO”, ma se si fa riferimento ai risultati elettorali che dovrebbero essere l’espressione massima della democrazia la risposta è sicuramente “SI”. C’è, però, un’analisi che va fatta alla fine di ogni tornata elettorale ed è quella di capire quale sia stata la percentuale dei votanti rispetto agli iscritti di ogni singolo ordine professionale. L’ultimo riferimento è quello dell’Ordine dei Medici che per il rinnovo delle cariche per il triennio 2015/2017 ha portato alle urne 1464 medici su 6822 regolarmente iscritti. In pratica sono andati ad esercitare il loro diritto-dovere di voto soltanto il 21% (o poco più degli iscritti), di cui il 90% dei medici votanti si è espresso in favore di Bruno Ravera riconfermandolo alla presidenza. Una percentuale di voto assolutamente molto bassa che se da un lato non può essere salutata come un clamoroso successo dagli eletti, dall’altro lato non può essere sbandierata come una “vittoria di Pirro” dagli avversari di Ravera. La verità è che un presidente che rappresenta soltanto poco più di mille iscritti su circa settemila è verosimilmente un presidente monco, al di là dei torti che gli assenti hanno sempre. Ma questa bassa percentuale di votanti è il sintomo di insoddisfazione che viene dall’interno di un ordine che non riesce a rinnovarsi ? probabilmente si; anche se la storia ci dice che spesso i presidenti longevi sono i migliori. Non resta, ora, che aspettare le prossime elezioni per il rinnovo delle cariche all’interno dell’ordine degli Avvocati anche se i nomi degli eletti si conoscono fin da adesso; qualche interrogativo potremo porlo solo dopo aver toccato con mano le percentuali di votanti anche per questo ordine professionale così importante.
direttore: Aldo Bianchini