SALERNO – Era nell’aria da tempo che una seconda operazione giudiziaria dovesse sconvolgere, nel giro di tre anni o poco più, la città di Pagani fin dalle sue fondamenta. L’operazione “Linea d’Ombra” non aveva ottenuto gli effetti desiderati e si sta avviando, in appello, ad una conclusione poco edificante per la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Salerno, per questo motivo è arrivato l’atteso colpo di reni della stessa Procura diretto a smantellare quell’assetto di potere (politicamente legittimo) che gira da anni intorno al suo dominus: Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale e già Presidente della Provincia di Salerno. Potrebbe essere tutta qui, quindi, la vera genesi dell’attuale inchiesta denominata “CRINIERA”. E’ storia, e se la rievoco non faccio altro che il mio dovere di giornalista. La DDA già da qualche anno sta conducendo con alterne fortune inchieste giudiziarie travolgenti contro tutti, o quasi, gli uomini che nel tempo si sono alternati alla corte di Edmondo: Comune di Cava appalti, tesseramento PdL, Baldi connection, concorso interno alla provincia, convenzioni ASL, Antonio Squillante per la nomina di Antonio Iannone in una partecipata, Pasquale Mauri e lo stesso Pasquale Aliberti, soltanto per citarne alcune. Ovviamente la stessa DDA ha condotto e sta conducendo anche inchieste sul PD e sulla sinistra in genere, anche se queste ultime non hanno prodotto fino a questo momento arresti eclatanti e sommovimenti tellurici, ma c’è sempre tempo. Ora che la corsa si è riaperta verso le elezioni regionali della prossima primavera ecco che riappare subito lo spettro della connessione tra politica-affari-camorra, e riappare a Pagani dove è sicuramente più credibile che in altre città del resto della provincia. Questa volta l’obiettivo sembra essere più Massimo D’Onofrio (miracolosamente sfuggito alle maglie della giustizia per Linea d’Ombra) che Alberico Gambino; D’Onofrio ha già ricevuto un provvedimento di “obbligo di firma” che lo costringerà per non si sa quanto tempo a rimanere bloccato nella sua città. I titoli a tutta pagina sui giornali, ovviamente, anche questa volta come nel luglio 2011 si sono sprecati, tanto per confermare quella corsa sfrenata di quel cavallo pazzo con la “CRINIERA” dell’informazione decisamente strattonata dalle mani sicure di Rosa Volpe e Vincenzo Montemurro, i due pm antimafia, impegnati come è loro costume e dovere nel coordinamento delle indagini affidate direttamente ai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno. Seguirò, sicuramente, questa nuova inchiesta giudiziaria con lo stesso spirito con cui ho seguito “Linea d’Ombra”, muovendomi cioè nel solco dell’assoluto garantismo fino in fondo e senza tentennamenti e/o condizionamenti; del resto gli assalti giudiziari alla politica mi hanno sempre appassionato senza mai cavalcarli per fare notizia, perché non mi piacciono. Per non contraddirmi mi corre l’obbligo di premettere doverosamente un assunto di principio che, comunque, ho spesso enunciato in passato: “Un uomo politico, un uomo pubblico, deve sempre evitare che il suo nome venga accoppiato a nomignoli strani, più propri della malavita organizzata che di persone limpide e specchiate”. Naturalmente anche chi, suo malgrado, porta un nomignolo particolare può essere, e quasi sempre lo è, una persona perbene; altra cosa è il lungo elenco di nomignoli che compare nell’elenco dei 53 indagati nell’ambito della “CRINIERA”. Ce n’è per tutti i gusti: o’ fissato – o’ pippone – pisiell – tore o’ niro – o’ russ – o’ figlio e’ Peppe – o’ furmaggiaro – zuccherino – ninuzziello o’ capa bianca – o’ curt, in un mix assolutamente allucinante che vede mischiati ai portatori di questi nomignoli ad effetto i nomi di personaggi come Alberico Gambino, Massimo D’Onofrio, Giovanni Pandolfi Elettrico ed altri. Una storia che si ripete ? Non so, difficile rispondere ora, bisogna aspettare per saperne di più. Ho fatto riferimento all’elenco dei nomignoli per non far torto a nessuno; difatti in un recente passato avevo già scritto della mia meraviglia nell’apprendere che il nome dell’on. Edmondo Cirielli potesse essere accoppiato, per esempio, a quello di “Peppe o’ nano”che, comunque, nella realtà è persona assolutamente rispettabile. Con “CRINIERA”, invece, un elenco abnorme di nomignoli cala il suo poker d’assi al centro dell’inchiesta giudiziaria che diventa, così, più credibile e sotto certi aspetti anche più affascinante per l’immaginario collettivo della gente che è molto propensa a fare di tutta l’erba un fascio. Ho già chiarito il mio pensiero e lo ribadisco: non tutti e non sempre chi porta, anche suo malgrado, un nomignolo del genere può essere criminalizzato a priori ed a prescindere, le accuse vanno dimostrate con prove provatamente conclamate; in caso contrario è solo fumo nell’aria. E per chiudere questo primo intervento ripropongo la domanda compresa nel titolo: “Criniera: a caccia di Edmondo ?”. In tutta sincerità io credo di si, non fosse altro che per il fatto che Edmondo Cirielli è la punta apicale di un progetto di potere politico e di governo della cosa pubblica, un assetto che in un recente passato ha in un certo modo stravolto la concezione storico-pragmatica del potere politico finalizzato alla gestione della cosa pubblica. E per questo, probabilmente, che un po’ tutti gli danno la caccia passando al setaccio tutti i suoi presunti delfini anche perché le imminenti elezioni regionali impongono questi ed altri setacci. In questi giorni c’è stata una comprensibile precisazione di Massimo D’Onofrio su alcuni aspetti dell’inchiesta che lo vede coinvolto; condivido in pieno alcuni passaggi del suo comunicato, soprattutto quando dice che “”Non posso accettare che una telefonata fatta per intervenire sulla problematica tra comune e consorzio di bacino venga trasformata in un tentativo di ostacolare l’azione amministrativa di chicchessia. Non posso accettare che il mio dovere di amministratore preoccupato dell’igiene cittadina venga interpretato come “ritorsione” piuttosto che come legittima contestazione. Nel rispetto delle convinzioni degli inquirenti mi oppongo a questa interpretazione dei fatti assumendomi tutte le responsabilità””. Aspetto con fiducia la conferenza stampa di Alberico Gambino, programmata per la mattina di sabato 27 dicembre (domani mattina), quando con l’aiuto dei suoi difensori avv.ti Giovanni Annunziata e Alessandro Diddi (noto difensore di Salvatore Buzzi di “Roma, mafia capitale”) cercherà di spiegare questo suo nuovo coinvolgimento in un’inchiesta che, secondo i bene informati, farà “piazza pulita”.
direttore: Aldo Bianchini