SALERNO – Ascoltare, ascoltarsi, dialogare è il senso del Natale, è l’essenza della musica da camera. La Chiesa di Santa Apollonia ospita tre concerti, il 27, 29 e 30 dicembre offerti dagli studenti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, Dipartimento di Musica d’Insieme, coordinati dalle docenti Francesca Taviani e Anna Bellagamba, ospiti dell’Associazione Bottega San Lazzaro di Giuseppe Natella, che ci accompagneranno in questo particolare periodo di vacatio, fuori del tempo, in cui si pongono le basi per ricostruirlo, in cui si anela a vedere quel che si ha dentro e negli occhi da sempre, sviluppando quell’ansia, che dovrà essere talismano di piccole ebbrezze per la ripresa del nuovo anno. Saranno Leda Di Piro al flauto, Massimo Buonocore al clarinetto, Gaetano Varriale al fagotto con Laura Cozzolino al pianoforte, ad aprire questa mini-rassegna natalizia il 27 dicembre, alle ore 19, con due gemme dedicate ai fiati di Ludwig van Beethoven, il duo in do maggiore WoO27n°1 per clarinetto e fagotto e il trio in Sol maggiore WoO37 per pianoforte flauto e fagotto. Si passerà quindi al Konzertstuck op.114 per clarinetto, corno bassetto e pianoforte dedicato da Felix Mendelssohn Bartholdy ad Henrich Barmann e suo figlio Karl, attivi nell’orchestra dell’Opera reale di Monaco. Verrà proposto quindi, il Trio Pathétique di Mikail Ivanovic Glinka, composto durante un soggiorno italiano e ispirato al nostro melodramma, fin dal titolo che rimanda ad un amore contrastato, soggetto tipicamente operistico (o forse autobiografico), messo ulteriormente in risalto dall’iscrizione riportata in partitura: “Je n’ai connu l’amour que par les peines qu’ il cause”. Un’onda napoletana invaderà Santa Apollonia il 29 dicembre con il Quintetto a pizzico formato dai mandolini, mandola chitarra e contrabbasso di Tommaso Immediata, Massimiliano Essolito, Luca Petrosino, Virginia Leone e Gabriele Pagliano. Troppo frequentemente si associa il mandolino a un’immagine folckloristica e popolare della città di Napoli, depauperandolo del suo alto valore musicale. La nostra formazione omaggerà il Paganini del mandolino, Raffaele Calace, per la forza e l’espressività delle sue opere; grande concertista di liuto cantabile applaudito in tutto il mondo, studiò e perfezionò il mandolino rendendolo lo strumento evoluto di oggi. Tre le composizioni in programma, la celeberrima “Rimembranza napoletana”, un “Rondò” e una virtuosistica Tarantella di fresca e originale invenzione. Un mandolino all’opera, poi, con il Preludio dalla Traviata di Giuseppe Verdi che canta appassionato il tema d’amore di Violetta. E ancora, l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana che ben si espande rinforzando ondeggiando, come il vento e gli stessi sentimenti umani, fluttuando per i loro ciechi labirinti. Un viaggio dalla Grecia di Kioulaphides con la sua particolare mandolinata, sino alla scuola russa di Dimitri Sostakovic e del suo ironico Waltz dalla prima suite, passando per l’America di Aba Holzmann con Feuert Los! sino al tributo alla sirena Partenope di Louis Emma con Echo de Naples e La Danza di Gioacchino Rossini, la famosa tarantella notturna in un infuocato bluemoon napoletano. Il 2014 dello Studio Apollonia sarà sigillato dal Mediterranean Sax Quartet, con Michele D’Auria al sax soprano, Gerardo Mautone all’alto, Vincenzo Varriale al tenore e Felice Trotta al baritono, che proporrà uno dei primi brani composti per sassofono i tre movimenti del Petit Quatuor di Jean Françaix, opera giovanile del 1935 che mette in luce il sagace umorismo di stampo neoclassico del compositore e pianista francese. A seguire un particolare arrangiamento de’ Il Vecchio Castello dai “Quadri di un’esposizione” di Modest Musorsgkij, un Andante che Maurice Ravel nella trascrizione orchestrale affidò al sax alto, caratterizzato dalla presenza costante di una nota di pedale, la ripetitività incantatoria delle figure ritmiche e melodiche, l’uniformità espressiva che offrono a questa pagina una dimensione onirica, sfumata e distante. Il Mediterranean Sax Quartet proporrà l’Histoire du Tango, suite composta nel 1986 (originariamente per flauto e chitarra) da Astor Piazzolla, che nei suoi quattro capitoli, il malizioso “Bordel 1900”, l’intimista “Café 1930”, l’avvolgente “Night-club 1960”, il brioso “Concert d’aujourd’hui”, scandisce con accenti sempre nuovi l’ascesa del ballo argentino dai bassifondi di Buenos Aires alla più raffinata scena internazionale. Finale dedicato ad una breve ed esaltante incursione nel mondo delle danze popolari con due opere di Petro Iturralde. Si inizierà con Pequeña Czarda brano di forte libertà interpretativa, che si contraddistingue per il suo virtuosismo per chiudere, poi, con la Suite Hellenique in cui i quattro sax dovranno distillare timbri popolari e classici, dando corpo al sincretismo dell’autore con infinita energia, schizzando un brano in cui è già superata ogni barriera di separazione tra i diversi generi, spaziante tra antiche danze e canti popolari che rivivono in una incalzante antitesi di ritmi e armonie.
direttore: Aldo Bianchini