ROMA – Nella riflessione antecedente la preghiera dell’Angelus di oggi, terza domenica di Avvento, Papa Francesco ha parlato della gioia tipica del cristiano, una gioia, ha precisato, che non è “soltanto sperata o rinviata al paradiso” ma si tratta di una “gioia già reale e sperimentabile ora, perché Gesù stesso è la nostra gioia, e con Gesù la gioia di casa“.
“Il cuore dell’uomo desidera la gioia“, ha detto il Pontefice, “Tutti desideriamo la gioia, ogni famiglia, ogni popolo aspira alla felicità. Ma qual è la gioia che il cristiano è chiamato a vivere e a testimoniare?“
La gioia “viene dalla vicinanza di Dio, dalla sua presenza nella nostra vita“: in questo Tempo di Avvento la Chiesa ci invita proprio a riflettere sul fatto che con la venuta di Cristo “non occorre più cercare altrove! Gesù è venuto a portare la gioia a tutti e per sempre“.
È proprio questo il compito che la Chiesa ci affida questa settimana: “accogliere sempre nuovamente la presenza di Dio in mezzo a noi e ad aiutare gli altri a scoprirla, o a riscoprirla qualora l’avessero dimenticata – ha detto Bergoglio – Si tratta di una missione bellissima, simile a quella di Giovanni Battista: orientare la gente a Cristo – non a noi stessi! – perché è Lui la meta a cui tende il cuore dell’uomo quando cerca la gioia e la felicità“.
Si tratta di essere “missionari della gioia“: cambiare il nostro stile di vita imparando a “pregare con perseveranza, rendere sempre grazie a Dio, assecondare il suo Spirito, cercare il bene ed evitare il male“.
“Se questo sarà il nostro stile di vita“, ha quindi concluso Papa Francesco “allora la Buona Novella potrà entrare in tante case e aiutare le persone e le famiglie a riscoprire che in Gesù c’è la salvezza. In Lui è possibile trovare la pace interiore e la forza per affrontare ogni giorno le diverse situazioni della vita, anche quelle più pesanti e difficili… Avere fede non significa non avere momenti difficili ma avere la forza di affrontarli sapendo che non siamo soli. E questa è la pace che Dio dona ai suoi figli“.