Mafia… oltre i confini siculi

 

Barbara Filippone

PALERMO – “CHIRA SI È SALVATA DALLE MANI DI QUEI PEZZI DI MERDA CHE HANNO COMPIUTO IL GESTO IGNOBILE DI UCCIDERE DEGLI ANIMALI INDIFESI, IMPICCANDOLI, CON L’OBIETTIVO DI ZITTIRE UNA VOCE, QUELLA DI TELEJATO, CHE DA ANNI SENZA GUARDARE IN FACCIA NESSUNO SPUTTANA TUTTI VOI, MAFIOSI PEZZI DI MERDA!” Questa la frase di apertura di un articolo sul sito di Telejato una voce della Sicilia, storica emittente televisiva che da anni combatte la mafia e che da anni riceve continuamente minacce con atti intimidatori: l’ultimo in ordine cronologico quello del 3 dicembre; i due cani storici Billy e Cherie, mascotte di Telejato, prima uccisi brutalmente e poi impalati alla recinsione in contrada Timpanella. Mentre la scorsa settimana era stata incendiata proprio l’auto del giornalista anti-mafia Pino Maniaci direttore di Telejato. Mi piace ricordare che proprio questa emittente è stata premiata nella Prima Edizione degli Oscar della legalità, manifestazione organizzata dall’associazione Glamour Group Eventi, il cui  scopo del premio è stato quello di insignire, con la statuetta dell’oscar rivisitata da maestri vetrai, le persone e le istituzioni che si sono particolarmente distinte nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie.

“E’ da alcuni giorni che ci occupiamo dello spaccio di cocaina – dice Maniaci a Repubblica Palermo – La droga in questi ultimi mesi scorre a fiumi nel comprensorio. A qualcuno queste nostre denunce non sono andate giù”. L’Ordine dei giornalisti di Sicilia e il sindacato esprimono “vicinanza e solidarietà a Pino Maniàci e a Telejato, storica e coraggiosa emittente”. Le associazioni di categoria chiedono alle autorità di far luce su questi episodi e di salvaguardare Maniàci e i suoi colleghi.

Il direttore Pino Maniàci ospite ad AnnoUno su La7 ha dichiarato che l’emittente non si fermerà, e che può contare sul sostegno della brava gente, della gente onesta e andranno avanti; inoltre ha sottolineato: “Siamo passati dalla mafia bianca a quella nera. Se non si taglia il cordone ombelicale che lega strettamente la mafia alla politica, come è emerso e come ha detto Paolo (Borsellino) non ne usciremo mai”.

Una mosca bianca, Telejato, che tenta di fare dell’informazione libera. Tenta, appunto. Mi sovviene un’analogia fra questi fatti di cronaca, la dichiarazione del direttore Maniàci e il meraviglioso film di Pif  “La mafia uccide solo d’estate” del 2013. In questo film Pif mostra il rapporto di un qualsiasi bambino – estraneo alle famiglie criminali – con Cosa Nostra, e ritiene che possa essere un insegnamento per la gente del Nord, per quei politici soprattutto che, vuoi per orgoglio, vuoi per collusione, continuano a negare le infiltrazioni mafiose. Dove ci sono interessi economici, c’è la mafia. Dove ci sono denunce c’è la mafia pronta a far tacere… ma la mafia è ben radicata in tutto il territorio e non solo in Sicilia; gli atteggiamenti mafiosi sono ovunque, sono quegli atteggiamenti che hanno tolto e strangolato le nuove generazioni a non credere nel futuro. In una Sicilia dove tutto è poesia, il clima sempre mite, i paesaggi meravigliosi dalle coltivazioni di viti alle splendide spiagge, agli odori del food-street che ti invogliano a mangiare sempre, alle eccellenze storiche e culturali ecco che arriva lei a deturpare il paesaggio… questa “signora dissacrante”, la mafia, che rabbiosa e instancabile irrompe nella vita tranquilla delle nostre città… ma che stanca di avere a che fare solo con i siciliani, e con una voglia di andare oltre i propri confini bussa alle porte delle altre città, non ultima Roma… che sempre più tende ai favoritismi, al clientelismo che umilia le giovani menti il cui merito e le cui capacità saranno messe da parte… Questa è la mafia, nata in Sicilia, in una culla sicula, un precipizio dove cadono sogni, prospettive e solti tanti soldi… ma fatta crescere fra le braccia di una politica che è andata oltre la nostra Terra…

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