SALERNO – Quella della stampa è una “strana casta”, piuttosto malandata e dimessa in arnese, ma sempre casta è (diceva qualcuno !!). La dimostrazione, l’ennesima per l’esattezza, l’ho avuta la mattina del 26 novembre scorso nella saletta delle riunioni del settimanale cattolico “Agire”, nel cuore del palazzo arcivescovile di Salerno. Tutta la stampa salernitana (radio, tv e giornali) era lì per la presentazione del nuovo giornale online “Agirenotizie.it” che in pratica pone fine alla splendida avventura dell’omonimo settimanale cartaceo inventato da “don Angelo Visconti” (che andava peregrinando elemosine pur di far sopravvivere il “suo giornale” e dare a tanti giovani la possibilità di cimentarsi nella difficile “arte del giornalismo” e diventare giornalisti essi stessi, spesso anche in assenza di meriti specifici) e oramai divenuto insostenibile per costi e qualità. Insomma bisognava rinnovare e la nuova “leader schip vescovile” subito ci ha messo mano trasformandolo da cartaceo in online e destinandogli nuove risorse intellettive ed organizzative. Non a caso e non per caso il nuovo direttore responsabile è “don Alfonso D’Alessio” che, dopo essere diventato giornalista a tutti gli effetti, spero non diventi mai parte integrante della casta (piuttosto malandata e dimessa in arnese !!) di cui sopra. Ma perché invece di parlare del nuovo giornale online della Curia intendo, oggi, parlare della casta dei giornalisti, tanto per ritornare alla premessa ? Ebbene proprio all’inizio della presentazione del nuovo giornale “don Alfonso” ha dato, come d’obbligo, la parola a S.E. Mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno, che non ha avuto mezze misure per rimarcare come non si deve fare giornalismo in questa benedetta città sventolando una copia del quotidiano Cronache del Salernitano del 26 novembre 2014 che proprio quella mattina aveva titolato a tutta pagina: “Mons. Moretti vuole andare in pensione – La richiesta già inoltrata a Papa Francesco. Così l’Arcivescovo si toglie dall’imbarazzo. L’annuncio durante una riunione ai salesiani con collaboratori e fedeli”; ma la cosa che verosimilmente aveva di più indignato l’Arcivescovo era l’occhiello laterale all’articolo: “Già corsa alla successione – Il caso San Matteo ha rotto il legame con la città di Salerno. Anche l’inchiesta penale … “. Il presule, molto deluso, ha semplicemente ma con forza detto che così non si fa giornalismo e che il nuovo Agire, sotto questo profilo, sarà sicuramente diverso; speriamo !! Sono contento di una cosa, e cioè che finalmente Mons. Moretti ha cominciato a capire come funziona la stampa di questa città e dovrà, in futuro, regolarsi di conseguenza; proprio Lui che è abituato a confrontarsi con i mezzi d’informazione deve rapidamente capire (se non l’ha già capito !!) che qui a Salerno la “strana casta” della stampa è capace di farsi mettere sotto i piedi dal sindaco Vincenzo De Luca così come è capace di stravolgere una notizia che non è notizia pur di mortificare anche la più alta carica religiosa a vantaggio dello zar municipale. Non me ne voglia nessuno ma confondere una semplice “domanda di messa in quiescenza previdenziale” (trattamento minimo pensionistico per religiosi che hanno superato i 40 anni di contribuzione) con “Moretti vuole andare in pensione” ce ne passa; oltretutto non vuol dire affatto che l’Arcivescovo va in pensione e va via da Salerno perché il suo legame con la città si è rotto per colpa della processione di San Matteo. In questo Mons. Moretti è stato chiaro ed esplicito ribadendo la sua ferma intenzione di non lasciare l’incarico e neppure Salerno. Eccellentissimo Monsignore, non so se “don Alfonso” glielo ha chiarito ma questa è una città in cui nessuno (soprattutto tra la casta della stampa !!) rende merito ad un altro; non voglio ergermi a professore in grado di dare lezioni, non ho né la cultura né la dimensione caratteriale per farlo, ma solo per portarle un esempio Le dico che leggo e sento commenti strampalati sui fatti che hanno causato la morte della studentessa all’università (in suffragio della quale Lei oggi celebrerà messa nell’ateneo !!), nelle tv appaiono esperti che semmai non sono mai stati su un cantiere, ma nessuno che abbia avuto l’umiltà di chiamarmi per spiegare cosa significa l’infortunistica (ho fatto l’ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro per circa quarant’anni), eppure tantissimi colleghi sanno benissimo qual è stato il mio mestiere. Questo soltanto per dirLe, Eccellenza, come funzionano le cose in questa città e, purtroppo, anche nella “sua Curia” in quanto parte integrante della città. L’altro giorno, dopo la presentazione del nuovo Agire e il suo sfogo personale, ma diretto a lasciare un segno di insegnamento, sono andato via dalla Curia sicuro che nessuno dei giornalisti presenti avrebbe osato dare il giusto conto della sua lezione. Mi creda, non tanto per dovere di appartenenza e/o di casta ma solo per mancata conoscenza dell’argomento pensionistico in questione e alla fine, purtroppo, ho avuto ragione. Eppure sono certo che almeno qualcuno di quei giornalisti (maschi e/o femmine) avrà consumato diverse suole di scarpe per andare e venire dalla redazione di Agire (cartaceo !!) per scrivere qualcosa e per acquisire le tanto agognate “ritenute d’acconto” utili per l’iscrizione all’Albo dei Giornalisti della Campania. Probabilmente quel sant’uomo di Angelo Visconti si starà rivoltando nella tomba per aver generato una simile razza. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini