di Barbara Filippone
Venerdì 17 ottobre il Liceo pedagogico e linguistico Danilo Dolci viene evacuato in fretta e furia alle ore 11,00 perché una polvere azzurrognola di origine ignota viene trovata nello spiazzale davanti al liceo, in via Fichidindia nel quartiere Brancaccio. Una decina di studenti, un professore ed il custode accusano un malore e anche se non si ritiene necessario il ricovero in ospedale viene chiamato il 118. Nel giro di pochi minuti fra le aule in un tam-tam di notizie, gli studenti vengono allertati ed allontanati su ordine specifico dei vigli del fuoco chiamati nel frattempo dal dirigente scolastico Domenico Di Fatta. Dai primi rilievi sembrerebbe essere uno scarto industriale, potenzialmente velenoso. Il liceo si trova in un quartiere pericoloso, non si riesce a capire l’origine di questo avvenimento; ancora nella giornata di lunedì le lezioni vengono sospese, e gli studenti vengono avvisati che entro le 48 ore dovrebbero essere eliminati i residui nell’aria, e che il normale svolgimento delle lezioni non può essere garantito; dal sito della scuola viene riportato il seguente avviso: “Si comunica che al momento si è ancora in attesa di un intervento per rimuovere il materiale situato nella zona antistante i locali scolastici, pertanto ogni decisione è rinviata a domani mattina.”
I genitori e gli studenti si augurano che la situazione torni alla normalità in un liceo a capo del quale c’è un preside che precedentemente già impegnato nell’istituto comprensivo Giovanni Falcone dello Zen di Palermo, e che ha sempre dimostrato una forza d’animo e di coraggio nell’affrontare impegni in quartieri problematici di Palermo, saprà risolvere anche questo problema al più presto garantendo quella continuità e tranquillità nel normale svolgimento delle lezioni. Si spera dunque che sia stata opera solo di balordi incoscienti e che niente in realtà ha a che fare con l’impegno che il Liceo Danilo Dolci si è assunto da quando nel 2000 ha preso vita questa nuova realtà scolastica e formativa, nel quartiere Brancaccio in un complesso di palazzine di un imprenditore prestanome dei fratelli Graviano, sequestrate alla mafia.
E mentre al liceo Dolci si lotta per garantire un minimo di normalità scolastica in una vera e propria zona di guerra, un’altra scuola a Palermo, una fra le più stimate e “altolocate” della città, fa parlare di sé, attraverso delle mamme super attive, che si sono coalizzate e hanno detto no agli extracomunitari; perché nelle ore pomeridiane in quegli stessi locali dove i loro figli ogni mattina fanno lezione, vengono svolte le lezioni ad extracomunitari, uomini e donne, che desiderano prendere un diploma di terza media… questa purtroppo è un’altra Palermo, la Palermo discriminatoria e discriminante nei confronti della diversità. Qui tutta la vicenda è opinabile perché seppure i genitori vogliono garanzia nella pulizia dei locali è pur vero che dovrebbero spostarsi ogni volta che incrociano un extracomunitario in un autobus o ad un semaforo. E tralasciando ogni giudizio in merito, si chiede semplicemente in queste due vicende così diverse che venga garantito il diritto alla scuola e allo studio nelle condizioni migliori.