Sblocca Trivelle. Da Buonabitacolo un monito contro il Decreto

Antonio Citera

VALLO di DIANO – Nessuno lo vuole, o quasi, parliamo del  decreto “Sblocca Trivelle.  “Un ammasso di parole” che accentra il potere solo ed esclusivamente nelle mani dello Stato su decisioni inerenti le attività di estrazione e di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. La Giunta di Buonabitacolo guidata dal sindaco Elia Rinaldi  dice NO e lo fa con una delibera al vetriolo.

 

Agitazione e sconcerto intorno alla decisione di Renzi che, con  le disposizioni contenute nell’art. 38 del dl Sblocca Italia, favorisce la nuova colonizzazione del nostro territorio e dei nostri mari da parte dell’industria petrolifera, invece di difendere l’interesse pubblico a uno sviluppo economico sostenibile. La decisione molto contestata, amplia le servitù petrolifere in Basilicata a tre quarti del suo territorio, bypassando il divieto in Alto Adriatico, favorendo le attività nel canale di Sicilia, mettendo a rischio anche il Nord Ovest della Sardegna, non solo, il decreto permette anche di poter effettuare nuove ricerche nel sottosuolo per scardinare il famigerato “oro nero”.  I  territori hanno paura di essere nel bersaglio di multinazionali senza scrupoli che pur di raggiungere il loro obiettivo  sono disposte a qualunque cosa.  Da qui la necessità dei comuni di far sentire la propria voce e di gridare il proprio diritto a difendere l’ambiente dall’avvento delle trivelle assassine. Nel Vallo di Diano, da sempre contrario e, meta ambita delle compagnie del petrolio, arrivano i primi segnali di  barricata alle peripezie di Renzi. “Non vogliamo   trivelle” questo lo slogan del sindaco di Buonabitacolo Elia Rinaldi che sottolinea: << l’accentramento dei poteri a livello nazionale sottrae il diritto dei cittadini che abitano in questo territorio di far sentire la propria voce. Senza considerare le ripercussioni fortemente negative in termini ambientali, culturali e paesaggistici, derivanti dalle  trivellazioni” . Il Vallo di Diano già da 15 anni si è opposto alle estrazioni petrolifere. Tuttavia, il timore dell’amministrazione comunale di Buonabitacolo è che con questo decreto il territorio, in particolare il sottosuolo,  potrebbe essere definitivamente compromesso. “Per queste ragioni occorre chiedere   al Consiglio regionale di fare ricorso contro il decreto legislativo, chiedendone la non conversione in legge e di impugnarlo per incostituzionalità. Non è accettabile -continua il primo cittadino di Buonabitacolo- che un territorio debba subire delle decisioni calate dall’alto, soprattutto in tema di estrazioni petrolifere o in materia ambientale, senza che le istituzioni locali possano esprimere alcun parere e senza tenere conto della volontà delle persone che in questo territorio vivono e che in esso ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile >>. Dichiarazioni che viaggiano all’unisono con le esigenze di un territorio bisognoso di sviluppo si ma, di quello sano.  Una delibera che presto ci auguriamo sarà imitata da tutti i comuni del comprensorio che anche questa volta, come già avvenuto in passato dovranno opporsi con tutte le residue forze all’avanzata della morte.

 

 

 

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