SAN MATTEO 2014: tra religiosità ed inchini … attraverso il complotto !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Lunedì 22 settembre nel seguire il TG/5 delle ore 13.00 sono rimasto indignato dal servizio andato in onda sulla processione di San Matteo in cui si faceva chiaro riferimento ed accostamento agli inchini dei Santi nei paesi della camorra e della mafia. Niente di più sbagliato, è questa l’informazione che ci propinano anche dai grandi network che accettano i suggerimenti dai corrispondenti locali senza verifica alcuna; difatti non possiamo paragonare la Guardia di Finanza e il Comune ai capi-bastone. Anche se qualche pecca il nostro San Matteo ce l’ha; sembra che nella zona della Chiesa dell’Annunziata i portatori abbiano girato la statua verso quella che fu la casa del famoso “crapariello”, un personaggio molto noto nel centro storico e tra i vari portatori. Sicuramente sono soltanto chiacchiere da marciapiede ma la Digos farebbe bene ad accertare la verità anche perché intorno al Vescovo ed alla stessa statua c’erano molti agenti di polizia e, quindi, sarà gioco facile capire la realtà di quanto la gente va sussurrando. Il nuovo Procuratore della Repubblica (Corrado Lembo) farebbe, dunque, cosa buona e giusta ad acquisire precise relazioni in merito, perché se vera la cosa è di una gravità inaudita e basterebbe questo atto per sbarazzarsi per sempre di quei “portatori in odore”. I giornali del giorno dopo (cioè di martedì 23 settembre) già sono tutti proni verso il <<divo Vincenzo>> che tenta di minimizzare l’accaduto forse perché ha capito che il tutto potrebbe, come un boomerang, ripercuotersi proprio contro di lui che in questi giorni appare come il vincitore assoluto di una sfida, alla Peppone e don Camillo, di guareschiana memoria. In merito alla religiosità dei due personaggi in campo, mons. Moretti e De Luca, mi viene in mente quello che spesso diceva il grande Indro Montanelli per commentare le presenze domenicali nella stessa chiesa di due ex grandi della DC: Alcide De Gasperi e il suo braccio destro Giulio Andreotti. Ebbene, secondo Montanelli, nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, Alcide De Gasperi parlava con Dio mentre Giulio Andreotti parlava con i preti. E’ quello che potrebbe essere avvenuto a Salerno, Moretti sicuramente ha parlato con Dio mentre De Luca potrebbe aver parlato con i preti. Dico questo perché quello che poteva sembrare ad una superficiale lettura una congiura della Curia contro il Sindaco onnipresente potrebbe, invece, essere stato un preciso disegno del Sindaco contro l’Arcivescovo, con la complicità di alcuni sacerdoti, per assumere finalmente anche il pieno controllo della stessa Curia dopo avere, da anni, conquistato (con inusitata e oculata scaltrezza !!) la città civile. Al momento si tratta soltanto di voci, tutte provenienti da ambienti ecclesiali salernitani, anche se i fatti accaduti sembrano avvalorarle. In effetti è difficile pensare ad una reiterazione dell’errore della sedia in Duomo perché delle due l’una: o don Antonio Quaranta è incapace di organizzare o è in malafede nell’aver ripetuto l’errore di due anni fa ed aver, così, consentito al Sindaco (anche involontariamente !!)  una delle sue proverbiali sceriffate; e da quello scontro in Duomo (che De Luca bolla come una palla !!) sarebbe poi partita tutta la rabbia riversata per le strade a disdoro di una giusta religiosità che mons. Moretti voleva imporre all’evento. Tenuto conto, però che don Antonio Quaranta non è né incapace e né in malafede, tutto porta a pensare ad una sorta di complotto interno alla stessa Curia (nel quale potrebbe essere caduto lo stesso don Quaranta) in modo da destabilizzare gli equilibri difficoltosi che il presule era comunque riuscito a creare in questi quattro anni di sua permanenza a Salerno. Tra i tantissimi commenti, di parte e non, apparsi sui giornali del giorno dopo (come dicevo in apertura) e sottoscritti da <<cotanti soloni>> mi sento di condividere soltanto quello di Antonio D’Alessio (presidente del consiglio comunale di Salerno) quando parla dei fischi vergognosi e degli errori della Curia nella gestione delle nuove regole. Antonio D’Alessio non cade nella trappola dell’effetto psicologico del divo Vincenzo sui suoi sudditi, anzi dimostra di avere un cervello proprio e non commette l’errore (come ha fatto Antonio Bottiglieri) di magnificare a tutto tondo il suo sindaco. Per quanto attiene il cancello del Comune ricordo ad Antonio D’Alessio che ad aprirlo sono stati due agenti della Polizia Municipale in divisa, io ero presente (con diversi altri giornalisti) ed ho assistito alla scena verificatasi almeno quaranta minuti prima dell’arrivo delle statue; dovranno essere i due agenti in divisa a dire chi lo ha loro ordinato. Al senatore Alfonso Andria (autore di un commento su Il Mattino) vorrei chiarire che <<la città non ha tradito compostezza e civiltà>>, la città è forse rimasta attonita ma a tradire è stata quella piccola frangia rumorosa (per non dire altro !!) che governa non solo la processione di San Matteo ma anche la curva dello stadio e che in passato ha procurato immensi dolori e lutti all’intera comunità. Diciamo le cose come stanno, capisco che non lo fanno i giornali tradizionali, ma un personaggio di spicco come Andria non può nascondersi dietro la genericità di un gruppo di facinorosi molto ben individuabile da parte degli organi di polizia. Così come fanno i giornalisti che da un lato già decantano il tardivo buonismo di De Luca e dall’altro continuano a nascondere nomi e cognomi di quelli che spesso, e non solo per la processione, perdono la testa. Fa benissimo don Alfonso D’Alessio nel porre l’accento sull’inaffidabilità di chi, dopo aver dato la propria parola, non ha saputo dare alcun seguito alla stessa parola. Anche don Alfonso, purtroppo, non sa o fa solo finta di non sapere, che la parola di quelli che l’hanno data non vale assolutamente nulla, in primo luogo per il loro status sociale e poi perché vittime predesignate, a prescindere, di quell’effetto psicologico del capo di cui parlavo in apertura di questa analisi che ho avuto l’ardire di avanzare. Ma, in definitiva, perché San Matteo si ferma nell’atrio della Guardia di Finanza ed entra nello scalone principale del Comune ? A domani.

2 thoughts on “SAN MATTEO 2014: tra religiosità ed inchini … attraverso il complotto !!

  1. Direttore, solo due appunti.
    1. Don Antonio Quaranta,forse come funzionario della Curia o burocrate sarà anche eccellente, ma come prete non può dirsi altrettanto, visto che tanti fedeli non seguono più le messe celebrate al
    duomo. E giustamente, giacché l’intera funzione dura al più venti minuti, senza passione.
    2. Dire che la parola di alcune persone non vale niente considerato il loro stato sociale é razzismo. E non le fa onore.

  2. Il solo fatto che la vicenda “processione San Matteo” tenga ancora banco dal giorno stesso dela processione è indice che è un argomento molto sentito e che ha lasciato ,probabilmente ,anzi sicuramente,delle ferite aperte.
    Che a livello di informazione nazionale ci azzupino il biscotto è cosa notoriamente ,purtroppo,normale,.
    Quando si deve evidenziare (a torto o a ragione) quello che viene fatto passare come il retaggio “pagano” di una sottocultura “meridionale” che viene ritenuta di serie “B”, non ci si pone troppi interrogativi.
    E’ stato Lei Direttore ad aprirci gli occhi, molte volte, su un informazione poco controllata o verificata ,e anche su questo niente di nuovo.
    Che un evento religioso, senza rispetto o conoscenza specifica, sia dato in pasto alla cronaca mettendo sullo stesso piano “inchini a malavitosi” e “fermate ben augurali” (sia pure da evitare), e sia pure di ossequio (per tradizione) a siti Istituzionali ,queso si mi sembra il “troppo” che a rotto gli argini della decenza informativa.
    E’ fin troppo chiaro che le ragioni della Curia o le ragioni della Casa Municipale non interessavano a chi doveva mandare in scena solo il siparietto “Don Camillo-Don Peppone”.
    In tutta questa storia, dagli aspetti, vagamente Guareschiani, l’unico che ha perso, e me ne dispiace veramene è San Matteo, e il popolo Salernitano.
    Speriamo, che lo stesso San Matteo porti giudizio a tutti : parroci e …….sceriffi compresi.

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