SALERNO – L’ho scritto, detto e ribadito tante volte che a me le interviste non piacciono; figurarsi quando gli intervistatori utilizzano <<nomi di fantasia per tutelare la privacy delle persone intervistate>> nell’ottica di esprimere il proprio pensiero senza correre il rischio di farsi scoprire. Ma non voglio credere che tutto il fatto raccontato sia anch’esso frutto della fantasia perché, in effetti, rispecchia la reale situazione della cosiddetta <<città europea>> soltanto proclamata a chiacchiere. Mi sostituisco volentieri, quindi, a Bruno Sabatino (il nome di fantasia utilizzato da Il Mattino) per manifestare la mia personale posizione in materia di portualità e, soprattutto, di crocieristi che vengono in continuazione sbarcati a Salerno. Più o meno nelle stesse ore in cui a Napoli faceva scalo la Oasis of the Seas, insieme alla sua gemella Allure, la nave della Royal Caribbean più grande al mondo (18 ponti ricchi di innovazione e divertimento, 7 aree tematiche per soddisfare ogni gusto e preferenza, come il “Central Park”, un vero parco naturale a cielo aperto circondato da giardini tropicali ideale per rilassanti passeggiate, ecc. ecc.), a Salerno ormeggiava la più modesta Nordaan Holland. Ci sarebbe stato, secondo il racconto, anche il trucco di imprimere sui depliant distribuiti a bordo l’immagine di Portofino al posto di quella di Salerno ma la cosa che più interessa è che la città non è pronta, la città non ha il dono dell’accoglienza, la città non è ospitale in tutti i sensi. Questo è lo stato dell’arte (come si dice in gergo), abbiamo una classe dirigente che corre troppo in avanti e non si accorge che la città (e per essa alludo ai semplici cittadini, ai commercianti, agli imprenditori turistici …) è rimasta molto indietro e legata al passato. Viviamo, purtroppo, in una città che non riesce a guardare davanti al suo naso e si incarta in mille e mille discorsi inutili e da chiacchierifici, si proprio quelli denunciati spesso dal sindaco Vincenzo De Luca. Eppure l’Autorità Portuale di Salerno, ottimamente capitanata da Andrea Annunziata, ha svolto un lavoro immane, e senza sosta cerca di dare contenuti al proprio lavoro per calamitare l’attenzione delle grandi compagnie di crociera che fino a poco tempo fa avevano ignorato lo scalo di Salerno e la famosa <<città normanna>>. Non a caso fino al prossimo dicembre sono in programma altri 22 arrivi di crocieristi, senza dimenticare i settemila turisti sbarcati a cavallo di ferragosto, e quelli in programma saranno quasi tutti arrivi di persone di una certa età (crocierismo autunno-invernale) che si troveranno in una città senza spirito di accoglienza, una città del silenzio nonostante il presidente Annunziata si affanni nel vano tentativo di dare all’immagine di Salerno il taglio che vale. Ma già, nell’immediato, si affaccia il pericolo di crisi per l’arrivo (giovedì e sabato) di altre due navi: Serenade e Costa Nero Rivera. Ad accoglierli non bastano i negozi aperti e disponibili per lo shopping o qualche misera visita guidata, ci vorrebbe ben altro, ci vorrebbe il <<senso dell’accoglienza>> che manca anche nelle manifestazioni commerciali e culturali più piccole. Quando si parla di senso dell’ospitalità bisogna pensare anche alle piccole azioni che ogni commerciante e ogni operatore turistico dovrebbe saper mettere in campo per rendere la nostra città sempre più accogliente e disponibile all’impatto con le richieste più svariate. Proprio in uno di quei giorni a cavallo di ferragosto ho assistito ad un episodio increscioso in uno dei bar più noti della city. A Salerno, non dimentichiamolo, abbiamo il problema dei colombi di mare che infestano tutti i siti commerciali del lungomare e non solo (un regalo fattoci da Venezia tanti anni fa !!). Ebbene, ripeto, in un bar della city giungono quattro turisti e si siedono intorno ad un tavolino sul quale fino a qualche istante prima passeggiava indisturbato un colombo. Arriva la commessa con uno straccetto che aveva già utilizzato per altri tavolini, una rapida passata sul piano e poi cerca l’ordinazione. I quattro turisti si guardano negli occhi, si alzano e vanno via. Uno dei titolari del bar, mio vecchio conoscente, mi avvicina e incomincia a fare commenti poco lusinghieri sui turisti. Cerco di spiegargli che la pulizia per alcuni popoli è fondamentale e che se io non ero mai andato via dal suo locale, ciò era dovuto soltanto alla nostra conoscenza. Gli ho suggerito di istruire bene il suo personale dettando delle regole piccole ma efficaci: pulire ogni volta con uno straccio diverso e, soprattutto, dopo aver pulito stendere sul tavolino, per ogni tornata di clienti, una tovaglietta di carta (costo pochissimi centesimi a pezzo !!). Solo così avrebbe evitato spiacevoli incidenti. Sono ritornato in questi giorni e mi sono accorto che il mio consiglio è caduto nel vuoto. Questa purtroppo è la Salerno della non accoglienza; una città che riesce a sprecare anche il lavoro certosino e professionale di un’Autorità Portuale che, probabilmente, non siamo degni di avere. E questo al di là di come la potrà pensare il fantasioso Bruno Sabatino.
direttore: Aldo Bianchini