SALERNO – Mario Pescante quando era ancora segretario generale del Coni, prima di diventarne presidente, nei suoi interventi pubblici amava dire: <<Ogni volta che vado, per motivi sportivi, a visitare un nuovo Paese in aereo leggo la sua costituzione. Ebbene quella italiana è l’unica in cui non compare mai la parola “sport”>>. Aveva ragione Mario Pescante a dolersene; è vero la parola sport non entra mai non solo nella nostra Carta ma anche nella mentalità, ancora troppo retrograda, dei personaggi istituzionali per i quali lo sport (quello puro !!) è soltanto una perdita di tempo inutile, una cosa superflua soprattutto per le premiazioni; e da tempo è nata la moda di farsi rappresentare. Non sanno che nello sport il momento della premiazione è qualcosa di assolutamente sublime che viene prima di ogni altra cosa e che esalta ancora di più lo spirito decubertiniano. La prova è data dalla bellissima manifestazione organizzata dal CONI di Salerno in piazza Flavio Gioia (La Rotonda) per la <<Cerimonia di consegna delle medaglie al valore atletico e benemerenze sportive provinciali>> ottimamente organizzata dalla delegata del Coni-Salerno prof.ssa Domenica Luca. Nel corso della serata le principali autorità cittadine erano presenti solo per rappresentanza, cioè per delega a funzionari o sottoposti. Una bella figuraccia per l’arcivescovo Luigi Moretti, per il Prefetto Gerarda Pantalone, per il Questore Alfredo Anzalone, per il presidente della provincia Antonio Iannone, per il sindaco Vincenzo De Luca, per il comandante provinciale dei Carabinieri Riccardo Piermarini, per il comandante della Guardia di Finanza Antonio Pellegrino Mazzarotti, per il comandante della capitaneria di porto Mario Carusi Abbamonte, per il comandante delle Guide Angelo Malizia e per il comandante dei Vigili del Fuoco Paolo Moccia. Gli unici presenti sul parterre della piazza sono stati il rettore magnifico Aurelio Tommasetti e il presidente dell’autorità portuale Andrea Annunziata che ha sempre dimostrato grande attenzione diretta e personale verso lo sport in genere; soltanto loro hanno capito quale sia l’importanza del legame tra lo sport e le istituzioni in un Paese cosiddetto civile; una lezione che dovrebbe essere presa a modello da tutti gli altri che preferiscono tagliare nastri, inaugurare scalini e pseudo fontane invece di stare in mezzo agli atleti ed agli ex atleti che sono la parte più sana della nostra società. Se fossero stati presenti avrebbero ricevuto anche un’altra bella lezione dal Coni, quella cioè di come si riempie una piazza (quella piazza della Rotonda sempre vuota di contenuti reali) con semplicità e con l’esempio di chi allo sport ha dato gran parte della sua vita. Qui invece siamo arrivati all’assurdo che è lo sport, quello puro ripeto e non lo straziante e mistificante calcio, che va in piazza e tra la gente, che chiama a se anche le autorità anche se non vanno, che cerca di sensibilizzare la società e di indicare vie sempre pulite alla massa di giovani incerti e, forse, incapaci di intravedere la via giusta per una vita sana e migliore. Al posto dello speaker ufficiale della manifestazione avrei evitato di citare le autorità assenti e non avrei premiato i rappresentanti per delega; lo sport non ammette deleghe, lo sport è precisione, assoluta serietà, condivisione di obiettivi ed espressione di sacrifici. Lo sport forma le donne e gli uomini che rappresenteranno la classe dirigente del futuro, altro che storie. Qualcuno ora potrà anche dire che non sempre le autorità sono presenti in prima persona; certo, ma quando su tredici ne mancano undici la cosa mi puzza. Non è la prima volta che a Salerno il Coni riempie le piazze, una politica voluta sagacemente dall’ex presidente Nello Talento (ora membro della giunta nazionale) che da decenni, prima nel tennis e poi dallo scranno più alto del Coni provinciale, professa la discesa tra la gente dello sport, la comunione tra atleti e pubblico, l’interesse delle autorità verso tutte quelle discipline ingiustamente dette minori. Bravo Nello, poco importa che l’altra sera incartapecoriti rappresentanti delle istituzioni abbiano driblato la premiazione degli atleti inviando loro rappresentanti; tutti quelli assenti non hanno capito, e forse non lo capiranno mai, che lo sport esige le presenze dirette ed in prima persona. Io che ho fatto sport, soprattutto atletica leggera, queste cose le ho dentro e lo sport mi ha insegnato tante cose, anche quella di defilarmi quando il Coni dispensa regalini (in occasione delle feste natalizie) per consentire nello specifico ad una collega di far man bassa di pacchi dono; con la speranza, ovviamente, che quel penoso via vai sia finito per sempre. Costoro probabilmente non hanno mai fatto sport, anche se lo commentano, un po’ come le autorità assenti; tutti insieme non conoscono il vero significato della parola sport e non comprenderanno mai le aspettative di un atleta o di un veterano. L’elenco dei premiati potrete leggerlo su tutti gli altri giornali; a me non piace la sterile cronaca e preferisco addentrarmi nel merito delle cose cui assisto e non posso concludere questo pezzo se non ripetendo gli elogi in favore di due personaggi istituzionali soltanto: Aurelio Tommasetti e Andrea Annunziata che hanno partecipato alla serata con serafica convinzione e perché no anche con intensità emotiva.
direttore: Aldo Bianchini