CRESCENT/31: groviglio di incompetenze … Miccio non è Iafrate

Aldo Bianchini

SALERNO – Ho letto un interessante intervento di Rino Mele incentrato sul <<groviglio delle competenze>> del Crescent. Un intervento per certi versi illuminante sulle capacità o sulle incapacità del Soprintendente salernitano Gennaro Miccio di resistere alle pressioni ministeriali, indebite e non previste dalla legge, del segretario generale del ministero Antonio Pasqua Recchia che, nel solco di antiche e consolidate tradizioni tutte italiche, ha pienamente surrogato i poteri del Ministro e del legislatore imponendo, altro che suggerendo !!, il famoso tavolo tecnico dopo il preavviso di diniego. Interpretando bene lo scritto di Rino Mele si intuisce che Gennaro Miccio non ha mostrato di avere gli stessi “attributi” che invece la baldanzosa Giorgia Iafrate (commissario presso la Questura d Milano e teste chiave nel processo “Ruby” di berlusconiana memoria). E’ paradossale ma è così; una donna che per natura non ha gli attributi li mostra, e un uomo li nasconde. Eppure la Iafrate se l’è vista con un pm d’attacco come Ilda Boccassini, mica ha dovuto competere con un “semplice segretario generale” di un ministero come è accaduto al perdente Miccio. Mi sembra di vederla ancora adesso, la Iafrate, quando con voce ferma e decisa rispondeva in aula alla Boccassini: “Ho fatto il mio dovere ed ho esercitato la facoltà e il potere che mi attribuisce la legge nella scelta a chi affidare la minore (Ruby !!) extracomunitaria senza documenti”. Detta così sembra facile, ma in quell’aula si stava celebrando un processo di risonanza internazionale con gli occhi di mezzo mondo puntati sulle “olgettine del cavaliere”. Ebbene, contrariamente alla Iafrate, il nostro Gennaro Miccio (secondo Rino Mele) non avrebbe auto la forza di sottrarsi alla custodia del segretario generale del ministero che, anzi, avrebbe dettato tempi e condizioni per la composizione del tavolo tecnico che non è previsto da alcuna legge e che, quindi, non si potrà mai tenere legalmente. Addirittura Rino Mele (non lo avevo mai letto così determinato !!) scrive testualmente che: <<l’invasione del segretario generale, supinamente accettata dal soprintendente, offende il ruolo che a quest’ultimo la legge demandava e che lui non ha saputo difendere>>. Insomma, come dire, un’ulteriore sberla in pieno viso per il nostro Soprintendente che, bisogna ricordare, ha comunque avuto il coraggio di notificare al Comune il <<preavviso di diniego>> circa la compatibilità ambientale del cosiddetto “mostro del Crescent”. Ma nell’ultimo servizio vi avevo preannunciato che avrei parlato della gente comune e di come ha reagito ad una nostra domanda-sondaggio incentrata proprio sulla giustezza o meno del preavviso di diniego di cui sopra. Vi anticipo che il risultato del nostro sondaggio è clamoroso, anche perché probabilmente la gente a questo punto vorrebbe vedere l’opera completata per giudicarla, senza se e senza ma, anche dal punto di vista ambientale . Alla prossima.

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