SALERNO – Sempre in quella famosa giornata del 24 gennaio 2014, dopo il nuovo ordine di arresto in danno di “don Nunzio Vincenzo Scarano” (su cui indagano le Procure della Repubblica di Roma e di Salerno), esce allo scoperto direttamente il presule della Curia salernitana, l’arcivescovo Mons. Luigi Moretti, con una intervista resa al giornalista Gabriele Bojano e pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno. <<Vivo con grande pena e sofferenza la vicenda di don Nunzio Scarano ma sono anche fermamente convinto che proprio questa vicenda non può diventare oggetto nè di dispute né di polemiche>> dice l’arcivescovo che, comunque, mette subito le mani avanti affermando di non conoscere affatto don Nunzio se non per quelle rare visite istituzionali di Natale e Pasqua per gli auguri. Ed aggiunge: <<Non sapevo né la sua specificità di impegno in Vaticano né la sua collocazione ecclesiale>>. Anche in questo caso, purtroppo, il giornalista non affonda la sua spada nelle ferite già squarciate della Chiesa salernitana, e non solo. La risposta dell’arcivescovo in se è, comunque, quasi certamente non esplicativa di una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Del resto mons. Moretti è venuto, o sarebbe venuto a Salerno con un compito ben preciso e finalizzato alla stabilizzazione dei <<conti della Curia>> dopo i disastri seguiti alle varie vendite del capitale immobiliare ed alla costruzione del seminario metropolitano e dell’Angellara Home. Insomma Moretti è venuto a Salerno da vero e proprio esperto in discipline finanziarie maturate proprio nella Curia romana e, dunque, difficile ipotizzare o credere che non abbia mai conosciuto a Roma, in Vaticano, l’intraprendente banchiere-finanziere. Addirittura c’è qualcuno che ipotizza (ma a questa versione ci credo veramente molto poco !!) che mons. Moretti è venuto a Salerno anche grazie ai buoni uffici che don Nunzio ha speso nelle alte sfere vaticane fino ad arrivare nelle stanze del potere, quello vero, del cardinale Tarcisio Bertone, il vero uomo-ovunque delle finanze della Chiesa. Ovviamente non ci sono elementi per affermare una situazione del genere anche perché l’alto prelato ha sempre smentito ogni possibile soluzione di questo tipo per la sua venuta a Salerno. L’arcivescovo nel corso dell’intervista capisce o intuisce il pericolo e si trincera subito dietro il commento ad una affermazione di Pino Acocella che non vorrebbe concedere neppure la misericordia al prete che ha sbagliato: <<Ma il peccato è sempre inganno, tradimento, tradimento dell’amore. E riguarda tutti, anche il Papa ha detto di essere peccatore. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, bisogna stare attenti ai giudizi facili>>. Anche in questo caso il giornalista non affonda e non chiede all’arcivescovo come mai utilizza un metodo così sbrigativo per liquidare le affermazioni di uno come Acocella che certamente non è l’ultimo arrivato nel mondo ecclesiastico. Mons. Moretti mostra, invece, secondo me un volto muovo del suo ruolo di pastore di anime, un volto anche duro, un volto forse necessario a tamponare le polemiche che potrebbero allargarsi nell’immaginario dei fedeli. Del resto anche lo stesso Pino Acocella incassa la bacchettata e zittisce non osando replicare al capo della Chiesa salernitana. Insomma nella giornata del 24 gennaio 2014 accade un fatto a dir poco eclatante e cioè che la Chiesa salernitana, attraverso il suo massimo esponente con la spalla di chi è già al timone della comunicazione sociale (leggasi don Alfonso D’Alessio !!), erige un muro di gomma contro ogni illazione, quasi una difesa a tutto campo di un mondo nel quale nessuno deve permettersi di entrare e nessuno deve permettersi di commentare, anche se il caso giudiziario di mons. Scarano è ai limiti dell’immaginabile per una persona normale. Bisogna, quindi, necessariamente ritornare sulle posizioni di Fabio Ciaramelli quando afferma che <<non è credibile che tutta la responsabilità dei gravi reati … ricada su questo ecclesiastico finora sconosciuto … torna di grande attualità l’antico proverbio che invita a distinguere il peccato dal peccatore … che non sarebbe possibile senza quelle strutture di peccato di quel contesto economico, finanziario e mondano della banca vaticana …>>. Fatalmente è lo stesso arcivescovo mons. Moretti a riportarci su queste affermazioni quando, nel corso della sua lunga intervista, parla di peccato, inganno e tradimento dell’amore. E ritorna ancor più che mai di attualità la domanda <<Ma don Nunzio è colpevole o innocente ?>>. Ognuno avrà le sue convinzioni più o meno radicate. Per quanto mi riguarda certamente è colpevole per due motivi: di essersi piegato ai voleri del sistema e di essersi comunque arricchito a spese del sistema. Ma per piegarsi al sistema e per sfruttare il sistema è necessario comunque entrarci (e solo Dio sa quanti vorrebbero entrare !!), e dunque <<Don Nunzio come è entrato nel sistema ?>>. Per capirlo dovremo ritornare ai primi passi fatti dal giovane e intraprendente Nunzio Vincenzo Scarano che da funzionario della Deutche Bank lascia la veste civile per avventurarsi nel complicato ed inesplorato <<sistema economico-finanziario della Chiesa>>, probabilmente portato per mano da mani esperte ed affidabili, almeno per don Nunzio e tanti altri giovani salernitani di quella che passerà alla storia come <<l’epoca d’oro delle vocazioni>>.