di Barbara Filippone
Oggi 19 luglio sono trascorsi 22 anni da quel tragico attentato in cui morirono in via D’Amelio: Dr. PAOLO BORSELLINO, 52 anni, Magistrato considerato uno degli eroi simbolo della lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale, insieme a Giovanni Falcone, di cui fu amico e collega; AGOSTINO CATALANO, 43 anni, Assistente Capo, che proprio qualche settimana prima aveva tratto in salvo un bambino che stava per annegare in mare, dinanzi alla spiaggia di Mondello; WALTER EDDIE COSINA, 31 anni, Agente scelto, proveniva dalla Questura di Torino e volontariamente aveva deciso di giungere a Palermo dopo la strage di Capaci; CLAUDIO TRAINA, 26 anni, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città, Palermo, infatti si era arruolato giovanissimo; EMANUELA LOI, 24 anni, prima agente donna della Polizia di Stato a venire uccisa in servizio; VINCENZO LI MULI, 22 anni, il più giovane della pattuglia e che da pochissimo aveva ottenuto la nomina ad agente effettivo.
Ebbene dopo 22 anni ci ritroviamo di fronte ad una amara realtà: che gli autori di questa tragedia non abbiano un nome. Alla commemorazione in ricordo delle vittime dell’eccidio del 19 luglio 1992, al Palazzo di giustizia di Palermo, il procuratore generale Roberto Scarpinato ha dichiarato che questa tragedia consumata a Palermo resterà un mistero, un mistero impermeabile, troppi passaggi mancherebbero alla sua soluzione, e soprattutto non è chiaro quali interessi ci fossero oltre quelli mafiosi che avevano indotto Borsellino a confidare alla moglie che “altri” lo avrebbero ucciso: “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.”
Chi sono questi “Altri”?
Interessi politici oltre che mafiosi? Mafia-politica… connubio ritengo imprescindibile…
“Trattativa necessaria per essere costretti a pagare… perché non si vuole la verità?”, queste le parole aspre di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore del movimento Agende Rosse che anche oggi saranno presenti a Palermo con dibattiti, presentazioni, e in prossimità del minuto di silenzio, il movimento Agende Rosse di Trapani ha organizzato per le ore 16.00, un flash mob di pochi minuti per lanciare il messaggio “mafia e silenzio uccidono, ma NOI ci opporremo e resisteremo sempre!”, seguirà quindi alle 16.58 un minuto di silenzio…
Silenzio, parola chiave di questo mistero ma Palermo e Bagheria, Siracusa, Ragusa, Messina, Catania non rimarranno in silenzio…
Eroe? Sì, Paolo Borsellino è stato un eroe per il semplice fatto che fosse una persona onesta, che amasse la giustizia, la legalità e soprattutto che amasse la sua terra… la mia terra, la Sicilia, così piena di contraddizioni, in cui non si sente più la presenza della mafia ma bensì il suo odore, ancora più impercettibile della sua presenza ma sempre sotto il nostro naso… 22 anni di commemorazione, 22 anni in cui lo Stato non ha fatto nulla perché questo assassinio non restasse impunito.