TEGGIANO – Aurora Babino non c’è più da tempo. Morì in quel tragico 3 marzo 2011 presso l’ospedale Santobono di Napoli dove era stata trasportata d’urgenza dall’ospedale di Polla. Per quella morte prematura la magistratura salese incriminò per <<negligenza per aver operato in danno della bambina causandone la morte per scock irreversibile conseguente a squilibrio idro-elettrolitico causato da una perdita di liquidi e Sali per vomito e diarrea>> ben 22 persone tra medici e paramedici di entrambe le strutture ospedaliere. Le successive indagini consentirono, però, al pm Carlo Rinaldi (in servizio presso l’allora Procura di Sala C.) di chiedere il rinvio a giudizio soltanto per gli otto medici in servizio a Polla e l’archiviazione per tutti gli altri quattordici. Se qualche lettore avrà la bontà di andare a rileggere ciò che ho scritto il 17 novembre 2013 in un articolo <<Sanità, Polla senza Aurora>>, tuttora presente su questo giornale, avrà il quadro preciso della vicenda che già allora mi apparve strana e sicuramente punitiva, oltre ogni logica responsabilità, nei confronti degli otto medici in servizio presso l’ospedale di Polla. In quell’articolo scrissi testualmente che <<…se si approfondisce la notizia si scopre che la sfortunata e dolce Aurora era una bambina molto conosciuta negli ambienti ospedalieri pollesi per via del fatto che i suoi ricoveri, anche per poche ore o per una sola giornata, fino a quel maledetto 15 febbraio 2011 erano stati numerosi…>>. Scrissi anche, avanzando dubbi sulla validità della richiesta di rinvio a giudizio, che il tutto sarebbe stato causato da quell’imponderabile destino che la vita riserva per tutti noi e non certamente da addebitare alla negligenza dei sanitari del presidio ospedaliero di Polla che nei confronti della bimba si erano sempre dimostrati attenti, scrupolosi e professionali fino al punto di aver quasi adottato la piccola affetta, si sussurra negli ambienti bene informati, da <<convulsioni con alterazione della funzionalità delle cellule cerebrali>> forse fin dalla nascita. Dunque un male congenito !! Dalle segrete maglie dell’inchiesta penale sembrerebbe, comunque, aver preso consistenza una maggiore e più scrupolosa valutazione del male endemico che sfortunatamente affliggeva la piccola Aurora; da qui la recentissima decisione del gip-gup Vincenzo Del Sorbo, del Tribunale di Lagonegro dove il caso è stato trasferito dopo la chiusura del tribunale di Sala Consilina, di richiedere non soltanto una nuova perizia sulle varie cartelle cliniche della piccola Aurora ma anche una relazione scientifica in grado di dirimere qualsiasi dubbio sulla vera entità del male che la opprimeva, forse, fin dalla nascita. In pratica nel cervello della bambina sarebbe stato in atto da tempo un processo irreversibile tra i liquidi che entrano ed escono dalle cellule e la <<pompa di equilibrio>> che di ogni cellula controlla entrate e uscite. Questo passaggio fondamentale per la decisione del giudice non sarebbe stato affrontato nel corso della perizia autoptica perchè eseguita, comunque, molto tempo dopo il decesso e quando tutto il <<pacco cerebrale>> era ormai compromesso irrimediabilmente. Ecco perché sarebbe, ora, divenuta di fondamentale importanza la relazione scientifica che dovrà far luce, attraverso la casistica, sulla vera causa della morte della piccola Aurora. Se ne saprà ovviamente di più alla consegna delle nuove perizie.
direttore: Aldo Bianchini