Gli immigrati con fame di vita

BARBARA FILIPPONE

La Sicilia, l’occhio del Mediterraneo, centro nevralgico per l’approdo di tanti disperati che hanno fame di vita… domenica scorsa dopo l’omelia del parroco del mio quartiere, in chiesa c’è stato l’intervento di una volontaria della Caritas che ha raccontato la situazione triste e precaria di questi esseri umani che affrontando a muso duro, e credo anche senza altre alternative, il pericolo del mare notturno, sono disposti a rischiare la vita per sfamarsi di quelle briciole di pane che l’Europa può dargli, di quell’accoglienza che possono avere solo inizialmente e ripartire per altra destinazione. Ed è facile pensare: “Ma che vengono a fare qui questi qua che lavoro non ce n’è neanche per noi! Che se ne andassero da qui…” La scelta di venire in Italia è dettata da estrema necessità. Lasciano la loro realtà per una nuova destinazione sempre se a destinazione ci arrivano… solo qualche giorno fa abbiamo assistito con orrore all’ennesima disfatta di immigrati; siamo già a quota 60.000 immigrati in questa prima parte dell’anno e siamo solo nel mese di luglio; la nostra estate mediterranea è lunga, molto lunga e tanti altri barconi carichi approderanno nelle nostre coste. Ad oggi sono 45 le vittime accertate nell’ultimo incidente del peschereccio rimorchiato nel ragusano, ma si pensa che le cifra possa salire. Uomini, che come bestie, sono stati spinti a forza nella sala ghiacciaia probabilmente morti per asfissia e schiacciamento. Un’imbarcazione che trasportava più del doppio delle persone consentite, e che per timore di un rovesciamento della stessa, tanti di loro sono stati spinti in quei locali sottostanti come in una fossa comune, stile Auschwitz, appunto.

Ed è un continuo ormeggiare di navi, a Salerno, a Siracusa,  Trapani, Palermo, siamo proprio al collasso ed oggi si è paventato anche l’accusa agli albergatori siciliani di speculare sopra queste tragedie del mare perché le risorse e gli spazi di prima accoglienza risultano insufficienti e da qui la necessità della richiesta alle strutture alberghiere… in un comunicato stampa della prefettura di Genova si legge per esempio: «Al fine di fronteggiare il massiccio afflusso di cittadini stranieri che sta interessando il territorio nazionale la Prefettura di Genova, in ottemperanza ad analoghe direttive impartite in proposito del ministero dell’Interno ha avviato una procedura concorsuale finalizzata al reperimento di strutture che possano garantire un’adeguata accoglienza agli stranieri». Quindi sarebbe auspicabile capire del perché di queste critiche; la faccenda è al quanto delicata e l’Europa dovrebbe solo trattare l’argomento considerando il fatto che si parla di vite umane che hanno fame  e sete di vita e non di faccende burocratiche ed economiche. Io ho invece sete di giustizia, ma chi decide cosa sia la giustizia?

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