SALERNO – All’indomani del rinvio a giudizio conclamato a carico di mons. Nunzio Vincenzo Scarano, e di altri 50 imputati, sancito dal Gup Renata Sessa il 1° luglio scorso dopo tre ore di camera di consiglio (ha respinto la richiesta di assoluzione del difensore avv. Silverio Sica ed ha accolto le richieste del pm Elena Guarino), mi sembra giunto il momento (come avevo già annunciato in precedenza !!) di ripercorrere tutta la storia umana e religiosa di “don Nunzio” scaraventato d’improvviso dalle stelle alle stalle nel buio di un pubblico processo. La prima udienza è fissata per il 29 settembre 2014 dinanzi la II sezione penale del Tribunale di Salerno. Mi sembra anche giusto cominciare da un articolo di qualche mese fa e del quale, a cominciare dal quotidiano che lo pubblicò, nessuno ha ritenuto di dover approfondire l’intenso contenuto. Il 24 gennaio 2014 il quotidiano “Il Mattino” pubblicò in prima un articolo dal titolo <<Ora si spogli come Francesco>> a firma di Alfonso D’Alessio, un sacerdote della Curia salernitana con il ruolo di vice direttore dell’ Ufficio Comunicazioni Sociali dell’arcidiocesi. Un titolo che era ed è tutto un programma, una sorta di appello a mons. Nunzio Vincenzo Scarano a spogliarsi come San Francesco per presentarsi al giudizio non solo di Dio ma anche, se non soprattutto, della gente comune con tutta la sua umanità. Parlando di “don Nunzio” Alfonso D’Alessio scrive testualmente: <<… Lo sconcerto è grande, immenso, le immagini che i media trasmettono sulla sua abitazione, le notizie che ne svelano la ricchezza, le indagini sui presunti illeciti di cui è accusato lasciano senza fiato. Il contorno, se mai fosse possibile, è ancora più stupefacente della sostanza. Maghi, bella vita oltre ogni misura, sono realtà davvero difficili da comprendere oggi, ancor più quando accostate ad un sacerdote. Cosa fare ? Me lo chiedo da tempo. Soprattutto mi domando come un confratello nell’ordine sacro possa giungere, al di là dei reati che la magistratura avrà il dovere di accertare, a non percepire come sgradevole il lusso nel quale vive. Mi imbarazza come si possa non percepirlo nella dimensione del “peccato”, quando si è consapevoli che la maggior parte dei fratelli vive nella difficoltà di giungere a fine mese …>>. Un’analisi lucida, fredda, forse spietata, ma anche umana quella che fa Alfonso D’Alessio della situazione in cui un suo confratello si è venuto a trovare e si rivolge direttamente al “presunto peccatore” dicendo: <<Misericordia che non è in contrapposizione al corso della giustizia umana … ha pure il pregio di far pensare a Nunzio Scarano come un uomo che sta vivendo la tragedia di aver tradito se stesso>>. Infine parlando del concetto di pentimento D’Alessio conclude così: <<Non disperare fratello Nunzio, lo stesso è possibile anche per te, e vedresti nascere fiori dalle pietre>>. Bellissima, commovente l’allocuzione finale di Alfonso D’Alessio che stigmatizza gli atteggiamenti delittuosi del confratello ma non ne crocifigge l’anima e lo spirito. Un pezzo di giornalismo purissimo quello di Alfonso D’Alessio (e Alfonso è anche giornalista), con quel suo “Ora si spogli come Francesco” è durissimo ma anche tenerissimo, comunque stracolmo di umanità. E’ educativo e umilissimo, come nel dialogo con il giovane Andrea (contenuto nell’articolo) che invita a non giudicare i preti, tutti i preti, con il luogo comune del <<voi preti usate la talare per imbrogliare>>. Fortunatamente non è così e la stragrande maggioranza dei preti, quasi tutti, sono come Alfonso D’Alessio profondamente religiosi. L’intervento è letteralmente perfetto anche nella distinzione tra i poteri civili (…dai magistrati italiani…) e quelli religiosi. Infine dall’alto della sua missione dà a Nunzio l’ultima possibilità di redenzione. Peccato che un giornale come Il Mattino si sia limitato a pubblicare i righi più belli a pag. 47 (dopo aver comunque pubblicato l’antefatto in prima). E dopo quell’intervento, ripeto del 24 gennaio 2014, niente più si è mosso ed è stato lasciato cadere nel vuoto come se nulla fosse stato scritto; insomma un articolo che poteva e doveva generare un forte e complessivo dibattito (non solo a Salerno !!) è stato completamente abbandonato dal giornale quotidiano più prestigioso della regione. Un peccato gravissimo. Ma così va l’informazione salernitana. Ma don Nunzio Vincenzo Scarano chi è veramente, un cattivo esempio da ostracizzare o un attento e scrupoloso servitore della Chiesa ? E’ stato un promotore di rientro di soldi illegali in Italia con la sua azione in favore dei D’Amico o è stato il delegato materiale delle grandi operazioni finanziare e bancarie estero su estero per conto dello IOR ? La vicenda di Scarano è lunga, molto lunga, e piano piano cercheremo di capirla in ogni sua sfaccettatura nelle prossime puntate di questa storia, partendo dalle origini, dal come e perché d’improvviso “Nunzio” rimase folgorato sulla via di Damasco insieme ad altri giovani-bene salernitani.
direttore: Aldo Bianchini