Antonio Citera
SALERNO – Sull’onda della corrente Renzi che ha spazzato via ogni luogo comune, anche a Salerno come del resto in quasi tutta Italia, il PD ha fatto il pienone di consensi sbaraccando quelli che fino a ieri erano i dominatori assoluti della scena politica. Parliamo ovviamente di Forza Italia, Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle. Ecco allora che la scia del grande PD ha coinvolto tutti, proprio tutti facendo delirare anche chi come Nicola Landolfi fino a qualche tempo fa lacrimava di rabbia. Un rancore diffuso che in provincia di Salerno ha contribuito ad alimentare la sagra dei brogli i quali, hanno raggiunto l’apice nelle varie tornate di democrazia diretta chiamate “Primarie”. Andiamo con ordine. La DDA di Salerno, qualche tempo fa ha aperto un fascicolo d’inchiesta proprio sul PD di Salerno, avendo ricevuto per incanto 48 tessere in bianco targate tesseramenti 2012. L’inchiesta portata avanti dal PM Montemurro ha subito destabilizzato gli animi facendo correre ai ripari i vertici del PD Salernitano che si sono chiusi a riccio nella loro roccaforte e, nonostante i vari tentativi di dare una spiegazione logica a quelle maledette tessere bianche, la risposta non è mai arrivata. A rinforzare la tesi dei brogli ecco alcune denunce fatte da Sergio Annunziata prima e da Guglielmo Vaccaro poi che riportavano chiaramente elementi di “truffa politica” sulle varie tornate delle primarie dello scorso anno. Segnali chiari, forti e accecanti che dopo un primo impatto sull’armonia e sulla tenuta del PD di Salerno, hanno perso d’intensità e come spesso capita sono stati affossati e inseriti nel lungo libro nero chiamato “ dimenticatoio” Perche?. Eppure i brogli ci sono stati, se ne contano a decine, denunciati e documentati. Uno sperpero di voti “falsi”, derivanti dai database di ingegnosi e brillanti professionisti, basterebbe controllare i registri dei votanti alle primarie del 2012 e del 2013 per rendersi conto che hanno preso parte al voto persone sul letto di morte, disabili, tutti incoscienti e all’oscuro del proprio contributo a rendere grande un partito, anzi, una corrente quella di Vincenzo De Luca che gestisce in lungo e in largo le sorti del PD e del potere a esso legato in tutta la provincia salernitana. Basterebbe poco per capire i meccanismi collusi che s’intrecciano tra le “ Sezioni ” e il palazzo, basterebbe uno di quei “registri” per condannare i soprusi di una politica conservatrice di potere e di poltrone. Ebbene cari lettori, quel registro esiste ed è ben custodito e, a detta dei bene informati presto sarà consegnato nelle mani dei Magistrati che nel frattempo dovrebbero cominciare a cercare nei ripostigli di via Manzo tra scatoloni e bandiere impolverate, tra elenchi e tessere cancellate col bianchetto, solo allora forse verrebbe fuori la verità, solo allora forse si potrebbe far finalmente luce sui tanti voti che miracolosamente sono volati da Bersani nel 2012 a Renzi nel 2013, le stesse percentuali e naturalmente le stesse modalità di acquisizione. Un circolo vizioso che oggi con la faccia verso il cielo fa urlare alla vittoria Nicola Landolfi, conscio che di vittoria non si tratta.