Fa il commercialista a Roma. Vive lontano dai luoghi incantati, ma la sua ricostruzione del delitto appare alquanto verosimile.
Aldo Bianchini
Acciaroli – Sarà anche taciturno, come scrive Gigi Di Fiore su Il Mattino, ma la sua ricostruzione delle motivazioni che avrebbero portato all’assassinio del fratello Angelo mi appare alquanto verosimile. Non perché probabilmente collima con la ricostruzione che io vado facendo da un anno, ma perché quella di Massimo Vassallo è davvero la più vicina alla probabile verità. Tutte le dichiarazioni rese dai parenti più stretti, dalla moglie ai figli e al fratello Dario, non solo sono contraddittorie tra loro ma appaiono pesantemente inquinate dalla prima scelta investigativa che poggio sulla “linea-Greco” tutte le fasi successive dell’inchiesta. Capisco benissimo lo sfogo della figlia Giusy quando dice “Certi personaggi vanno mandati via. La droga gira sempre negli stessi locali. I controlli? Molta scena”, ma ritengo che Giusy scopra l’acqua calda, quella stessa acqua che tutti scoprono quando “un fatto” li riguarda direttamente. Non credo che la situazione ambientale di Acciaroli sia cambiata rispetto a quella esistente prima dell’orrendo delitto; e perché la stessa Giusy non ha condotto una battaglia convinta anche all’epoca? Massimo, invece non si fa prendere dalle emozioni e fa una ricostruzione logica ma diversa e concreta che, pur partendo dagli ambienti dei piccoli puscher (anche locali), allarga gli orizzonti della stessa inchiesta. “”Magari Angelo ha infastidito con le sue parole qualche piccolo puscher. Ma certo la sua morte ha radici ambientali e contesti più in alto di piccoli spacciatori che magari hanno fatto un favore a qualcuno cui Angelo dava fastidio””. Queste, amici lettori, sono parole che pesano come un macigno e che si contrappongono fortemente con quella che è la linea seguita dagli inquirenti. Se, allora, il piccolo spaccio non c’entra (come ho sempre sostenuto anche io!!) e se il piccolo puscher potrebbe essere stato utilizzato da qualcuno cui Angelo aveva dato fastidio bisogna pensare ad altri scenari. Quali? Lo scenario più immediato è quello che ho già descritto anche nel penultimo articolo di questa inchiesta (quello pubblicato il 5 settembre scorso). Acciaroli-Pioppi non è una zona che può garantire la sopravvivenza della “grande casa” attraverso piccoli spacciatori, il mercato è limitato sia nella quantità che nel tempo. Insomma troppa poca roba per immaginare guadagni favolosi. E allora è ipotizzabile soltanto la possibilità che la costa tra Acciaroli e Pollica sia stata scelta, da tempo, come il tratto più facilmente abbordabile per l’arrivo delle grandi quantità di sostanze stupefacenti. Del resto questa ipotesi sarebbe in linea con la grande inchiesta di alcuni anni fa che la procura di Catanzaro condusse sulla zona nell’ambito dell’inchiesta “la mafia del pesce” che lo ‘ndranghetista Franco Muto stava mano a mano sostituendo con la “via maestra delle droga dal sud America”. Dunque se da piccolo spaccio si passa alla “via della droga” (via che passerebbe soltanto per Acciaroli destinata com’è al grande spaccio nei territori napoletani e casertani) allora si che lo scenario diventerebbe davvero interessante e le parole di Massimo Vassallo (come i miei scritti) acquisterebbero peso e valore anche per gli inquirenti. Questi ultimi sanno benissimo che l’allargamento verso nuovi scenari della loro inchiesta potrebbe voler dire perdere il bandolo della matassa in quanto più sono forti i poteri da attaccare, più difficile diventa abbatterli. In definitiva, quindi, potrebbe anche essere vera l’altra ipotesi, cioè che gli inquirenti stanno attaccando la base del piccolo spaccio nella speranza di qualche improvvisa “cantata” di qualcuno in attesa di ammissione ad un programma di protezione. Una cosa è certa, il tempo passa e la soluzione si allontana sempre di più. La politica cerca, invece, ad opera della propaganda di sinistra di costruire una sorta di simbolo forzato. Oncordo pienamente con Antonio Valiante (già vice presidente della Regione) quando dice: “Il PD e Vassallo? Un’esaltazione esagerata. Non si è riusciti a cogliere le tematiche a lui care…Non ci si può lavare la coscienza esaltando oltre ogni limite la figura di Angelo Vassalo che combatteva per risolvere problemi che neanche la sua morte è riuscita a portare all’attenzione di alti livelli istituzionali.” Sullo sfondo rimangono sempre due cose abbastanza inquietanti: i due sms che Vassallo ricevette la sera del 13 agosto 2010 e la costruzione (abusiva!!) di alcune villette sul greto del fiume Mortella in barba a tutti gli ambientalisti, Vassallo compreso. Ma di questo avremo modo di parlarne nelle prossime puntate.