Aldo Bianchini
SALERNO – “Nemesi”, un nome-appellativo studiato ad arte o frutto soltanto della casualità. E’ sempre difficile rispondere. Nel caso che mi interessa penso sia stato studiato ad arte. Non posso credere che l’anonimo commentatore di qualche mio approfondimento abbia mai avuto intenzione di accostare se stesso e la sua figura a quella di <<Nemesi (Nέμεσις, Nèmesis)>>, figura della mitologia greca, secondo alcuni figlia di Zeus, secondo altri figlia di Oceano e Notte e poi posseduta dallo stesso Zeus nel tempio di Ramnunte, dal quale nacque l’uovo di Elena (trovato e allevato dalla dea Leda) come genesi di gran parte della storia remota dell’umanità. Piuttosto mi sembra che l’anonimo <<Nemesi>> si prende la briga (seguendo i miei interventi !!) di commentare nel sano tentativo di <<fare chiarezza e di ridare il giusto posto alla giustizia>> (proprio come gli antichi greci immaginavano che facesse la <<dea Nemesi>>. Insomma una specie di mio <<alter ego>> pronto a mettere in evidenza eventuali mie contraddizioni nel corso dei tanti interventi pubblici e della lunga esperienza giornalistica. Non mi dispiace, anzi sono contento, di avere un contraltare capace di spronarmi a fare di più e meglio. Pochi giorni fa ho scritto un articolo dal titolo: <<Vescovi: il vizietto della politica e gli inutili anatemi … anche a Teggiano>> e puntualmente l’anonimo “Nemesi” ha così commentato: <<“Prima di iniziare il mio discorso faccio una premessa che ritengo doverosa nei confronti di chi mi legge: “Non mi piace la salita in politica dei Vescovi” … e che dire del tuo nuovo amico Pierro e dei suoi “legami” demitiani e della sua partecipazione alle primarie del PD?>>, pensando forse di mettermi in difficoltà per una presunta contraddizione in termini. Non sono solito commentare i commenti dei lettori, ma questo dibattito mi sembra oltremodo interessante e non solo per il fatto che l’unico commento a quell’articolo sul Vescovo di Teggiano sia stato commentato soltanto da “Nemesi”. Ai fini di un dibattito costruttivo mi aspettavo e, forse, mi aspetto ancora qualche commento in più; capisco che la gente non vuole esporsi, capisco anche che la Chiesa nel suo complesso e per via del suo sistema fa paura ed ognuno preferisce stare fuori da eventuali dibattiti che possano anche soltanto mettere in dubbio l’opera degli uomini di chiesa, ma l’argomento che ho proposto con quell’articolo intendeva e intende porre all’attenzione dei lettori un problema grosso come una montagna, un problema che attiene alle incursioni, quasi corsare, del mondo ecclesiastico in quello della politica e della gestione della cosa pubblica. Un giorno di tanti anni fa un magistrato autore di diverse inchieste sulla Chiesa mi disse che suo padre nel giorno in cui entrò in magistratura gli fece pressappoco il seguente sermone: <<Figlio mio, sono felice per te, ma sappi che nella tua attività di inquirenti potrai prendertela con tutti tranne che con la Chiesa, quella fa male>>. L’allora giovane magistrato non seguì il consiglio e irruppe, più di una volta, a gamba tesa nel mondo della Chiesa con risultati a volte macroscopicamente catastrofici; quel magistrato è tuttora in servizio nel tribunale di Salerno. Spesso mi sono confrontato con lui per le mie inchieste sulla Curia salernitana, inchieste che avevano come principale obiettivo l’arcivescovo mons. Gerardo Pierro (che l’anonimo Nemesi cita nel suo commento); per anni sono stato l’unico giornalista salernitano ad attaccare, quasi quotidianamente, l’ arcidiocesi di Salerno-Acerno-Campagna ed il suo capo supremo. Ho preso a difendere mons. Gerardo Pierro, (dopo che era decaduto dalla carica di arcivescovo e non aveva più alcuna prebenda da offrirmi attraverso il suo potere) sulla vicenda giudiziaria di Angellara Home per aver letto tutti, o quasi, gli atti giudiziari ed essermi convinto dell’assoluta estraneità di Pierro sbandierato come l’unico vero colpevole. Non sono amico di mons. Pierro, essere amici di un arcivescovo è una parola un po’ grossa, con lui però ho stabilito un certo feeling e spesso vado a trovarlo nella sua dimora (il buen retiro) di Pontecagnano; niente di più. Probabilmente l’anonimo Nemesi ha la memoria corta o non ha letto tutto quello che ho scritto su Pierro; avrebbe scoperto che più di una volta ho ribadito che aveva profondamente sbagliato nell’andare a votare per le primarie del PD in quanto aveva dato un’immagine sbagliata di se stesso per l’immaginario collettivo. Non gli ho mai chiesto il suo pensiero in merito, forse lo fece in un momento particolare della sua vita personale ed ecclesiastica (travolta dall’inchiesta giudiziaria !!) e sbagliò. Per quanto attiene i suoi rapporti con De Mita li ho spesso commentati, e non sempre in maniera ironica, pur sapendo che venivano da lontanissimo ed erano molto radicati per via delle numerose serate passate a giocare a scopone nella residenza nuscana del <<gran visir>> Ciriaco De Mita, attuale nuovo sindaco di Nusco. Il problema, gentile Nemesi, lo vedrei piuttosto nel <<silenzio fragoroso>> che segue ogni mio articolo sulla Chiesa e/o sulle Associazioni religiose o parareligiose ad essa collegate; accade nel Vallo di Diano ma è accaduto anche a Salerno. La paura fa 90 dovunque, eppure tutti a livello personale e riservato esprimono consenso e soddisfazione quando vengono messe in risalto le presunte responsabilità della Chiesa, senza necessariamente arrivare a parlare di mons. Nunzio Scarano perché sarebbe come sparare sulla croce-rossa. Non alludo soltanto ai politici, quelli hanno la doppia faccia di San Matteo e sono quasi tutti codardi, alludo anche alla gente normale che in privato dichiara cose che in pubblico non si permette di esprimere. Ebbene, adesso, ad elezioni finite nel Vallo di Diano vorrei ritornare sul mio precedente articolo in cui stigmatizzavo l’irruzione del Vescovo di Teggiano nel dibattito politico-pubblico, una irruzione a gamba tesa che poteva tranquillamente risparmiarsi viso e considerato come è andata a finire. Cito solo qualche caso a caso: a Teggiano c’era cric ed è andato croc, a Sala c’era croc ed è andato cric; per non parlare di Sant’Arsenio dove è andata in scena la più grande sceneggiata di tutti i tempi che doveva cambiare uomini e cose. E’ finita con Donato Pica che nonostante la figuraccia è riuscito, comunque, a porre sulla poltrona di sindaco uno dei suoi vecchi uomini. E a Polla ? Lì c’è sempre uno dei più vecchi politici del Vallo che si accorge solo ora che dal Vallo stanno sfilando via sia l’Inps che l’Inail; roba politica di altri tempi davvero. E i giovani, Eccellenza ? Ma statene certi che il Vescovo di Teggiano non risponderà a questa mia domanda, preferisce comunque i politici che corrono ad ascoltarlo sempre e comunque (Pica e Giuliano in testa !!) senza mai permettersi il lusso di mettere in discussione le <<filippiche cristiane>> del Vescovo.