Di recente sono stata nel Cilento,mi ha sorpreso positivamente l’affetto immutato per una persona speciale,quale era,Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore. Tutti ricordiamo quanto amasse Pollica eil Cilento e la sua grande preoccupazione era che ”qualcuno”se ne impossessasse. Cercava in tutti i modi di affermare la legalità e salvaguardare il territorio. La gente ancora oggi è sgomenta. Angelo ripeteva che era suo dovere proteggerei cittadini,ma chi ha protetto lui? Chi lo conosceva bene ricorda che, negli ultimi tempi , si sentisse solo e abbandonato politicamente,ma imperterrito portava avanti le sue battaglie perchè credeva nella sua gente. Non amava parlare molto,ma agire. Sicuramente avrà avuto delle pressioni,altrimenti non si spiegherebbe
la sua frase. Sui muri di Pollica sono stati affissi dei manifesti con un suo scritto del 1995: “” VIVO E SERVO I CITTADINI DA SINDACO PESCATORE, MA DEVO CONSTATARE CHE I NEMICI DELLO STATO E DELLE PUBBLICHE ISTITUZIONI MANGIANO DEL SUO PANE E VIVONO DEI SACRIFICI DELLA GENTE CHE LAVORA. ANGELO VASSALLO 1995””. Durante l’estate,e in questi giorni,molteplici sono stati gli eventi a lui dedicati. Politici e giornalisti si sono avvicendati per illustrare progetti e libri. A lui è dedicato anche un documentario ”AL DI LA’ DEL MARE” diretto da Luca Pagliari. E’ passato un anno da quando un killer,con nove colpi di pistola, ha messo fine alla vita di Angelo. Il colpevole o i colpevoli non sono stati ancora individuati. I telegiornali,in occasione dell’anniversario, ci hanno parlato di passi avanti, ma il capo della Procura di Salerno, il dott. Franco Roberti, in un’intervista, ha fatto il punto della situazione, dichiarando
che in effetti non c’è stato nessun passo avanti sull’omicidio, solamente scoperte di varie attività illecite sul territorio. Il suo pensiero è che non sia solo un delitto politico. A questo punto ci chiediamo se sarà un altro delitto irrisolto,uno dei tanti.
I familiari non si danno pace, il figlio è agguerrito più che mai,VUOLE SAPERE, lo pretende, vuole guardare in faccia l’uomo che il 5 settembre del 2010 sparò quei 5 colpi al padre. Vuole capire. Ha sete di giustizia! Denuncia uno Stato assente. Come non capire l’odio di questo ragazzo contro chi gli ha cambiato l’esistenza.