Giovanna Senatore
Gonfiore addominale, meteorismo, eruttazione, cattiva digestione sono sintomi
diversi che tutti lamentiamo piuttosto spesso ed, erroneamente, li attribuiamo a
patologie del tratto gastrointestinale come gastrite, colite, intolleranze varie. Il più
delle volte, però, tali sintomi sono provocati da pasti troppo calorici e/o grassi, da uno
stile di vita sbagliato o da stress: analizziamoli meglio per capire quando, e se, è
necessario un consulto medico.
Un classico fastidio che ci capita di lamentare e che fa salire l’ago della bilancia
(senza essere ingrassati) è il gonfiore addominale dovuto alla presenza di gas
prodotti dalla flora batterica presente nell’apparato gastrointestinale, quando, poi,
l’alimentazione è scorretta o siamo, particolarmente, stressati questi gas aumentano
causando indolenzimento della pancia e gonfiore addominale. Se a ciò aggiungiamo
l’ossigeno che entra attraverso la respirazione e la masticazione (soprattutto quando
mangiamo velocemente e quando mastichiamo gomme) ecco che “l’aria”
nell’organismo aumenta e, se in parte viene assorbita, il resto rimane causando
gonfiore. Ci sono casi in cui il gonfiore, può essere causato da problemi più seri quali
gastroentetiri, sindrome del colon irritabile, intolleranze ecc che analizzeremo in altra
sede, ora ci soffermeremo sul gonfiore non patologico dovuto a stile di vita errato.
La prima regola della corretta alimentazione, a cui molti sfuggono, è quella di
concedersi il giusto tempo per mangiare: è necessario dedicare almeno 20 minuti ai
pasti principali, ciò, oltre ad evitare di ingoiare aria che provoca gonfiore, consente al
cervello di recepire e inviare allo stomaco il messaggio di sazietà evitando di
mangiare oltre il necessario. È importante, quindi, sedersi a tavola e masticare
lentamente, per rallentare il ritmo un metodo può essere quello di poggiare la posata
sul tavolo tra un boccone e l’altro.
Altre regole importanti per evitare l’accumulo di gas sono:
–
evitare di masticare caramelle e gomme durante il giorno,
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eliminare il consumo di bibite gassate e zuccherine,
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limitare i dolci e comunque ridurre il consumo di carboidrati soprattutto cereali(evitare, ad esempio, di mangiare nello stesso pasto pasta, pane e patate
insieme) e preferire quelli integrali,
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abituarsi ai 5 pasti giornalieri, evitando i lunghi digiuni che comportanol’abbuffata al primo pasto disponibile e quindi gonfiore. Sarebbe auspicabile,
anche, non terminare il pasto con la frutta che, fermentando, contribuisce
all’aumento di gonfiore, meglio mangiarla negli spuntini,
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evitare pasti troppo calorici, alimenti grassi e/o fritti.I legumi, sappiamo bene, che causano produzione di gas intestinali per la presenza di
oligosaccaridi fermentati dalla flora batterica, per questo motivo, molti li eliminano
dall’alimentazione per evitare il gonfiore, ma si commette un grosso errore: le
proteine contenute in essi sono indispensabili, quindi, anzichè non mangiarli, è
necessario adottare dei rimedi per renderli il più innocui possibili: metterli in
ammollo per lungo tempo, cuocerli per bene, passarli nel passaverdura così da
eliminare la buccia o comprarli già decorticati.
In ogni caso quando dopo il pasto ci sentiamo gonfi l’ananas o il finocchio possono
aiutarci, come pure lo yogurt, i fermenti lattici, le tisane a base di finocchietto e,
infine, il carbone vegetale che ha spiccate proprietà di ridurre i gas intestinali.
Visto che il nuovo numero di Focus contiene un excursus tra le molteplici connessioni tra mente e stomaco, e i suggerimenti per riconoscere (e prevenire) i vari disturbi dell’apparato digestivo, dall’ulcera alla psiconevrosi, con i consigli per curarli al meglio?