La Ricerca come autoterapia o “Zen”

        

da Salvatore Ganci

GENOVA – Mentre la leggina sul “rientro dei cervelli” è servita a fare sbellicare dalle risate qualche “serio” cervello (rimasto all’estero) per contro è riuscita a sistemare con un “bizantinismo” qualche figlia di tanto padre che oggi, nell’organico MIUR risulta “professore associato confermato”. Qualcuno di voi, forse ricorderà la “storia” raccontata da “Il Secolo XIX” di qualche anno fa.

            Sconcerta, sfogliando riviste blasonate di Fisica come Am. J. Phys. trovare invece nomi di Autori che pur conclamando l’affiliazione a qualche “ateneo” (come “La Sapienza o “Tor Vergata”) non risultano viceversa in alcun ruolo negli organici MIUR. Giovani ricercatori in regime di volontariato che non s’accorgono, per il beneficio di un “indirizzo postale istituzionale”, che il loro onesto e sudato lavoro porterà benefici al carrozzone decrepito dell’Università, mentre loro resteranno in attesa  di qualche possibile concorso a “ricercatore” creato ad hoc e, per di più,  in tempi di tagli in tutto il settore della ricerca e della cultura. Già, perché la loro operosità sarà una prova dell’operosità dell’intero carrozzone accademico.

            Chi scrive, nonostante una idoneità a “professore associato” conseguita sorprendentemente senza sponsors e per decisione, probabilmente di ripiego a disaccordi in seno alla “commissione”, ha pubblicato per decenni con l’affiliazione di un Liceo di provincia. Ora, ritirato dall’insegnamento, pubblica con una affiliazione più teorica che pratica, dubitando seriamente che qualche ente o qualche privato gli affidi una perizia su un antico strumento scientifico (a chi interesserebbe?). Però la ricerca a fondi zero è stata assunta come “Zen” della propria vita, come terapia per lanciare una perenne sfida a se stessi; a prescindere da questioni concorsuali o di una carriera. La premessa qui sopra è per segnalare che su una Rivista internazionale che, adeguata ai tempi pubblica open acces on line è uscito nel fascicolo di giugno 2013 una prima sintesi di un lavoro di catalogazione di antichi strumenti scientifici che figurano nell’inventario del Liceo Classico di Stato “F. Delpino” di Chiavari. Già, perché se vi dicessero che la Chiavari della seconda metà dell’ottocento oltre che essere un notevole esempio di artigianato d’eccellenza e piccola industria,  era anche un piccolo centro di “Scienza” forse vi sentireste meravigliati. Come? Scienza in una cittadina di provincia stretta tra monti e mare con uno spaventoso tasso di emigrazione verso le Americhe? Sì, proprio così. Ed è proprio ad una rivista internazionale sud americana, non a caso,  che la “punta” di un decennale  lavoro paziente e pignolo di catalogazione e, in qualche caso, di piccolo restauro di un patrimonio storico di inestimabile valore è stato sottoposto un articolo sul lavoro svolto.  Sottoposto, approvato dai Revisori e pubblicato. A chi fosse interessato ad approfondire questo singolare spaccato di una piccola cittadina invitiamo a linkare l’articolo sulla Rivista Lat. Am. J. Phys. Ed.  su:

http://www.lajpe.org/jun13/LAJPE_763_Salvatore_ganci_preprint.pdf

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