CAVA de’ TIRRENI – Ho letto, con interesse, i report giornalistici inerenti la conferenza stampa di Alfonso Laudato (già assessore comunale) che, nella sala giunta, era accompagnato dal sindaco Marco Galdi. Non ero presente alla conferenza e, quindi, non ho potuto cogliere gli aspetti psicosomatici che certamente non saranno mancati sul volto estremamente espressivo dell’ex assessore. Conosco molto bene Alfonso Laudato e l’ho sempre apprezzato per la sua disincantata spontaneità soprattutto quando deve sparare verso l’esterno le sue convinzioni senza se e senza ma. L’inizio è sconvolgente: <<Rimborsopoli ? Un attacco mediatico della magistratura con contestazioni che ammontano a poche centinaia di euro per ogni singolo consigliere … si è arrivati ad aver paura di deliberare … c’è un clima distruttivo nei confronti di chi amministra. Chiediamo solo equilibrio e che si evitino condanne mediatiche anticipate>>. Queste in sintesi, molto in sintesi, le parole dell’ex assessore metelliano che si lancia anche in una sorta di avvertimento-consiglio verso il sindaco presente chiedendogli di mollare tutto e di non andare avanti con una giunta senza qualità. Al di là del fatto che alcune affermazioni di Laudato (se riportate correttamente dai giornali) possono essere facilmente contestate, più degli atteggiamenti aggressivi che fanno pur parte del suo personaggio una cosa sostanzialmente mi ha colpito dell’autodifesa dell’ex assessore. Il fatto di essersi rivolto alla stampa locale quasi come se volesse dai media un aiuto che, sa benissimo, non arriverà mai. Ne abbiamo discusso tante volte, all’epoca di Quarta Rete Tv, ma sembra aver dimenticato tutto il bravo Alfonso che in quanto a filippiche non è secondo a nessuno. La stampa, soprattutto quella locale, è famelicamente assetata di notizie velinate ed anche se la foraggi sporadicamente con piccole prebende o la sponsorizzi seriamente ti molla subito al primo fruscio di fronde e va subito alla ricerca del nuovo padrone di turno o pro-tempore; puoi immaginare, poi, cosa succede se a passare le veline è la Procura della Repubblica, tutti fanno a gara dinanzi le porte dei PM per avere le chicche mediatiche utili a riempire le pagine dei giornali. Ma questo fa parte del gioco e questo gioco lo conosciamo tutti. Che poi il comune di Cava de’ Tirreni sia sotto attacco non c’era bisogno dell’inchiesta su rimborsopoli per scoprirlo; se l’ex assessore Alfonso Laudato, come pure il sindaco Marco Galdi, avessero ogni tanto aperto le pagine di questo giornale avrebbero scoperto da quanto tempo ho scritto e scrivo che proprio Cava de’ Tirreni, per via della presenza massiccia degli uomini di Cirielli, è probabilmente ritenuta dalle Procure di Salerno e Nocera Inferiore come un caposaldo del centro-destra salernitano che va attaccato e possibilmente demolito. Mi sono assunto spesso responsabilità enormi nel far risaltare l’atteggiamento troppo unidirezionale degli inquirenti, ho difeso a spada tratta persone che non conosco e ho lanciato anche specifici inviti verso gli amministratori cavesi invitandoli a fare proprio quello che ha fatto Alfonso Laudato, cioè a parlare chiaro con la gente e non tanto con i giornalisti perchè questi ultimi, per una sorta di mission interpretata al contrario, non si schiereranno mai contro i poteri forti. Mai un cenno di solidarietà nei confronti di questo giornale e degli sforzi compiuti da tutta la redazione, a dimostrazione che questa è l’altra faccia del potere che si serve sia del giornalismo di velina che di quello d’inchiesta. Il flusso costante di notizie è pilotato ed asservito, i poteri forti sono poteri forti e vanno si rispettati (alludo a tutti quelli del centro-sinistra !!); il centro-destra sia in campo nazionale che locale non rappresenta alcun potere forte ed è destinato ad attacchi continui e truculenti. Altro che storie. Gli uomini che amministrano la cosa pubblica (soprattutto se di destra) devono agire sempre con estrema correttezza e trasparenza, è inutile sbandierare un “decreto presidenziale” targato Monti per giustificare e giustificarsi, certe “spese cretine” non vanno fatte; e non è sufficiente neppure abbandonare la nave nel momento in cui si prevede la tempesta. Punto. E chi le fa queste “spese cretine” (come ad esempio acquisto libri e quotidiani !!) commette errori di leggerezza e passa facilmente dalla parte del torto. Un magistrato cavese molti anni fa per “fregare” il presidente socialista (allora erano i socialisti sotto attacco !!) del Comitato di Gestione dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore inviò i suoi uomini a rendicontare presso l’ufficio economato le penne e le matite e arrestò cinque impiegati per “peculato”; gli arrestati cantarono, lo scandalo si allargò e la frittata fu fatta. Come dire che non conta la qualità e la quantità della spesa; anzi spesso accade che per il furto di una mela le aggravanti sono prevalenti sulle attenuanti e per la sottrazione di un milione di euro accade tutto il contrario. Ma anche questa lezione, credo, non sortirà alcun risultato. Ma Cava è Cava e va si difesa, sempre e comunque. Alla prossima.