SALERNO – Che Fausto Martino, architetto, fosse “incompatibile” lo si sapeva già da un pezzo. Ma non lo è per la Soprintendenza in cui svolge ottimamente il ruolo di architetto, lo è soltanto per l’immarcescibile sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che (come ho scritto spesso) quando non gli ubbidisci ti caccia, poi ti demolisce e, infine, ti distrugge. O almeno cerca di farlo. Il “caso tecnico-politico” di Fausto Martino è, comunque, leggermente diverso dagli altri; di ostracizzati nella lunga carriera di De Luca ce ne sono stati tantissimi, basta citarne alcuni per capire il soggetto: Pino Cantillo, Peppino Cacciatore, Mario De Biase, Fernando Argentino e lo stesso Fausto Martino; nessun personaggio, però, ha avuto con De Luca un lungo periodo di condivisione e di assoluta alleanza come l’ha avuta Fausto Martino. Gli è stato vicino quasi per due consiliature intere ed anche oltre (in tutto dieci anni dal 1993 al novembre 2003) nelle vesti di “assessore all’urbanistica”. In pratica con De Luca e Bohigas ha costruito il modello della “Salerno del futuro” che lui stesso, molto spesso, ha poi contestato e demolito. Quindi nessuno più di Martino ha potuto capire, ragionare, credere, correggere, ispirare la visione di De Luca sull’urbanistica della Città. Si erano conosciuti un giorno del 1993 (almeno così dice Martino !!) quando De Luca, in compagnia di Remo Russo (fratello del più noto pm Michelangelo), si era presentato da lui in Soprintendenza per chiedergli se poteva inserirlo nella sua squadra come assessore all’urbanistica. Poco credibile !! dirà qualcuno; invece io credo fermamente nella voce-verità di Fausto Martino. Quando qualcuno gli chiede se con De Luca ha avuto un rapporto di amicizia l’architetto risponde laconicamente: <<Guardi che con de Luca non si può avere un rapporto di amicizia, o sei complice o sei nemico>>. Ammazza e che botta; ma ciò conferma in pieno quella che è stata sempre la mia teoria sulla tipologia di “amicizia” che il sindaco di Salerno intreccia di volta in volta con i più svariati personaggi. Insomma De Luca ti sceglie, ti sfrutta e ti molla brutalmente. Lo scontro finale si ebbe nel 2003 quando l’architetto chiuse finalmente il piano regolatore e prima di passarlo alla giunta e al consiglio lo sottopose, giustamente, a Vincenzo De Luca (all’epoca deputato) che gli avrebbe risposto: <<Il piano regolatore non deve essere approvato. Se si approva bisogna chiudere lo sportello unico. E noi che facciamo, ci mettiamo a battere i piattini? Noi invece dobbiamo creare un gruppo di studio, dobbiamo mettere tutti a parlare di questo piano, anche nelle salumerie. E nel frattempo andiamo avanti>>. Se vera è una dichiarazione assolutamente devastante per due ordini di motivi: da un lato è giusto far partecipare tutti, dall’altro è inquietante quel voler andare avanti in carenza del piano. Insomma, come dire, il potere o lo si amministra così o ti frana addosso. Qualcuno, anche in questo caso, dirà che è poco credile !! Chissà; il problema, comunque, non è questo; il problema è costituito dal fatto che un’apparente “grande alleanza urbanistica” si è di colpo spezzata nel novembre del 2003 con le dimissioni esplosive ed irrevocabili presentate da Fausto Martino nelle mani dell’allora sindaco Mario De Biase. Che cosa sia realmente accaduto è di difficile interpretazione; qualcuno sostiene che lo strappo ci fu perché Martino smise di ubbidire ai diktat del “caimano rosso”. Se, però, seguiamo la storia degli anni immediatamente successivi alle dimissioni di Fausto Martino, soprattutto quella giudiziaria, potremmo ipotizzare anche scenari diversi. L’architetto opera nella Soprintendenza da decenni e da decenni è CTU (Consulente Tecnico dell’Ufficio) presso la procura di Salerno, è amico di Remo fratello di Michelangelo Russo (PM in Procura) ed è collega della moglie di Luciano Santoro (altro PM della Procura); anzi i due PM negli anni che portarono alle famose tre richieste di arresto per De Luca sono entrambi “procuratori aggiunti” di Luigi Apicella (procuratore capo), nonché colleghi della PM Gabriella Nuzzi, titolare di alcune inchieste devastanti dal Sea Park all’MCM. Che la Procura, in quegli anni dal 2003 al 2005, stesse preparando un blitz in danno dell’amministrazione comunale di Salerno non è fantascienza ma è cosa assai concreta e poco opinabile; tanto è vero che nel dicembre del 2005 la Nuzzi chiese per ben tre volte l’arresto di De Luca, di De Biase ed altri. Tutte storie, ovviamente, parzialmente finite nelle secche giudiziarie delle assoluzioni o della prescrizione, che confermano però la teoria del “golpe giudiziario”. In questo ambito molto ristretto la figura di Fausto Martino, lo si vuole o no, è stata certamente di primo piano non solo per le sue dichiarazioni pubbliche contro Vincenzo De Luca ma anche sul piano giudiziario per le varie rivelazioni fatte prima al pm Filippo Spiezia e poi a Gabriella Nuzzi. Quest’ultima, però, non si fida fino in fondo di Martino (che è anche CTU per altre vicende), crede che egli sia alleato dei due procuratori aggiunti nella presunta azione di depistaggio in favore di De Luca (sospetto caduto in fase processuale con l’assoluzione di entrambi gli aggiunti per non aver commesso abusi di potere nei riguardi della Nuzzi per quella storia dei dati succhiati dal suo computer per le inchieste Sea Park ed Mcm) ed ordina un fatto inconsueto: intercettazioni telefoniche ed ambientali a carico Fausto Martino. L’intercettazione più inquietante è quella effettuata la sera del 5 maggio 2004, alle ore 21.29; Fausto Martino ha appena finito la sua deposizione dinanzi alla Nuzzi ed esce nei corridoi del Tribunale per ritornare a casa; in quel momento la sua utenza telefonica mobile viene intercettata e viene registrato un aggancio con l’utenza telefonica di casa del dott. Luciano Santoro. Apriti cielo, per la Nuzzi è la prova regina dell’azione di depistaggio. In pratica Fausto Martino, nonostante volesse dire tutta la verità su De Luca, avrebbe ceduto alle pressioni di Russo e Santoro; ma il processo a carico di questi ultimi due sancirà il contrario. Ma con chi parlò Martino quella sera e cosa disse al telefono qualche minuto dopo la sua deposizione ? Il mistero è fitto; in sede processuale Martino spiegò che era stato contattato dalla moglie di Luciano Santoro, sua collega in Soprintendenza, per ragioni d’ufficio. Per oggi fermiamoci qui. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini