SALERNO – La Campania si colloca al decimo posto nella graduatoria delle regioni per numero di soggetti aderenti ai contratti di rete. Tra le regioni Obiettivo Convergenza è preceduta soltanto dalla Puglia (292). Il primato nazionale spetta alla Lombardia (1.579) seguita da Emilia Romagna (937), Toscana (665) e Abruzzo (519).
Salerno guida la graduatoria tra le province campane – sempre per numero di soggetti presenti nei contratti di rete – collocandosi al 21° posto della graduatoria nazionale. Dietro Salerno: Napoli (28° posto); Caserta (68° posto); Avellino (88° posto); Benevento (99°).
I dati emergono dall’elaborazione del Centro Studi Ance Salerno e si basa sul rapporto periodico “I contratti di rete – Rassegna dei principali risultati quantitativi” di Unioncamere/Infocamere aggiornato al 1° dicembre 2013.
Nel dettaglio analitico – evidenzia il Centro Studi Ance Salerno – sono 62 i contratti di rete attivati in Campania (a dicembre 2013) per un numero complessivo di 194 soggetti aderenti. Salerno, con 89 soggetti coinvolti, guida la graduatoria regionale, seguita da Napoli (76), Caserta (19), Avellino (7) e Benevento (3).
Se si prende in considerazione, invece, il numero di contratti, è Napoli a guidare la graduatoria campana (39) seguita da Salerno (21), Caserta (15), Avellino (5) e Benevento (3). Da un punto di vista di incidenza percentuale la Campania “pesa” per il 3% sul totale complessivo nazionale (6.385) del numero di soggetti aderenti. Se invece si considera il numero di contratti la Campania “vale” il 4,8% del totale nazionale (1.298).
A guidare la graduatoria delle regioni Obiettivo Convergenza dal punto di vista dei soggetti aderenti ai contratti di rete è la Puglia: 292, con un tasso di incidenza sul totale-Italia del 4,6%. Seguono: Campania (194, 3%), Calabria (77, 1,2%), Sicilia (74, 1,2%). Complessivamente il numero di soggetti aderenti nelle quattro regioni è pari a 637 rispetto al totale-Italia di 6.385. E’ sempre la Puglia a guidare la graduatoria per numero di contratti di rete: 78 (6% sul totale-Italia), seguita da Campania: (62, 4,8%), Sicilia (31, 2,4%), Calabria: (19, 1,5%). Complessivamente i contratti di rete delle quattro regioni sono 190 sul totale-Italia di 1.298.
Se si allarga lo sguardo alla distribuzione su tutto il territorio nazionale per macro settori di attività delle imprese aderenti ai contratti di rete, risulta in posizione di primato l’industria in senso stretto con 2.343 aziende; seguita da servizi alle imprese (1.755), costruzioni/edilizia (611), agricoltura (288). La ripartizione settoriale dei soggetti aderenti a contratti di rete su tutto il territorio nazionale, evidenzia che è il comparto dei servizi a detenere il primato con 794 imprese, seguito da costruzioni e bioedilizia (611), industrie alimentari (272), altre industrie manifatturiere (151).
Nei 1.298 contratti di rete attivati a livello nazionale, risultano coinvolti 6.385 soggetti: 6.360 imprese e 25 organismi tra fondazioni, associazioni ed altre entità aggregative. Sono, inoltre, 229 le imprese presenti in due contratti, 28 quelle in tre contratti, 7 in quattro contratti e una soltanto in cinque contratti.
L’estensione territoriale ingloba 105 province e venti regioni.
«E’ un segnale importante che va nella direzione giusta: – commenta il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – più aggregazione di imprese, più capacità competitiva dei territori. E’ un segnale molto significativo, che conferma la dinamicità del tessuto imprenditoriale campano. La realizzazione di percorsi di crescita condivisa da parte di più aziende è una delle opzioni principali per accrescere le potenzialità competitive sia sul mercato interno, che su quello estero. Il contratto di rete, anche grazie all’attenzione che la Regione Campania sta dedicando a questo strumento così rilevante, consente di accelerare i processi aggregativi e di instaurare collaborazioni organizzate di medio periodo, tutelando l’autonomia produttiva e le singole identità aziendali, consentendo, inoltre, l’accesso ad incentivi ed agevolazioni fiscali».
«Al di la dell’aspetto tecnico/giuridico – conclude il presidente Lombardi – va ulteriormente promosso e diffuso l’approccio alla costruzione di reti di imprese e di filiere lunghe di comparto privilegiando, naturalmente, il valore qualitativo delle produzioni. E’ in questo modo che aumentano le possibilità di conquistare segmenti di mercato ad alto valore aggiunto in termini di redditività degli investimenti».