Giovanna Naddeo
Mentirei se negassi la chiarezza e la linearità delle parole di Gianfranco Fini durante la presentazione del suo nuovo libro presso il Salone dei Marmi del Municipio cittadino.
Mentirei se negassi il gran numero di salernitani che affollava il Salone.
Mentirei se negassi di aver trovato con difficoltà una sedia libera.
Ma mentirei anche se negassi il forte brusio, la confusione delle ultime file: telefonini che squillavano, giornalisti che correvano da ogni parte nonostante Fini non si muovesse di un millimetro dalla seggiola d’onore, chiacchiericcio continuo o il guardarsi intorno pur di farsi notare da un volto conosciuto o farsi riprendere da qualche emittente locale. “Io c’ero, sono membro attivo della cittadinanza, e ho partecipato all’incontro con Fini al Salone dei Marmi…bla, bla, bla…>>. Come al solito Salerno conferma quel suo provincialismo e quella sua civetteria che tanto la caratterizzano. Chissà quanti hanno davvero seguito le parole dell’autore.
Ma il dubbio che mi sorge per la prossima volta è questo: arrivare prestissimo e sedersi in seconda fila o sperare in una ventata di educazione da parte dei miei concittadini?
Nel dubbio, mi converrà cambiare fila.
Ottima analisi di una città che crede di essere europea ma a stento dimostra d’essere umana
perchè Fini è stato a Salerno…………………..non credo al provincialismo dei SALERNITANI MA alla curiosità di ascoltare un fuori classe della politica,ma che poi si è dimostrato un brocco