Barbara Filippone
La giornata della memoria, la Shoah, il 27 gennaio, è stata caratterizzata da una serie di iniziative in tutta Italia e anche la mia città, Palermo, è stata oggetto di ricordo e di celebrazioni. Così per due intere giornate sono state promosse iniziative ed eventi per non dimenticare… il 26 gennaio è stata inaugurata la mostra fotografica del giovane artista Amadeo Costanza, seguita dalla presentazione dei libri “Tramonto dei giusti” di Pino Pelloni e “L’amico del Fuhrer” di Orazio Santagati, mentre il 27 gennaio ha avuto inizio la mostra Ebraica con opere degli artisti Manlio Geraci e Vincenzo Ognibene che interpretano e rivisitano, ognuno con la specificità del proprio linguaggio, la memoria della Shoah e dell’appartenenza all’ebraismo. Tra l’altro la mostra sarà ancora visitabile da lunedì 27 gennaio a venerdì 31 gennaio dalle 9,00 alle 14,00 e dalle 15,00 alle 17,00. Questi solo alcuni degli eventi che hanno avuto il tema comune della memoria storica della Shoah, tema affrontato dai tg, dai giornali nazionali, dalle scuole, dai comuni con iniziative del tipo di cui ho dato notizia, insomma un argomento al quanto spinoso, e direi anche controverso, suggellato dalla proiezione di un film di Margarethe Von Trotta, “Hannah Arendt” evento unico nella giornata della memoria, lunedì 27 e martedì 28 gennaio.
Ed io non potevo perdermelo, per una questione di affetto, lei la mia filosofa preferita ebreo-tedesca, conosciuta fra i libri universitari… protagonista della mia tesi di laurea. Il film mette in evidenza un preciso momento di questa scrittrice, che va dal 1961 al 1964, autrice già conosciuta con la sua opera Le origini del totalitarismo, in cui scampata dagli orrori della Germania nazista trova rifugio negli Stati Uniti col marito e la madre e qui vivrà portando alla luce il famoso saggio de “La banalità del male”, nato in seguito all’incarico di inviata dal famoso New Yorker in quello che sarebbe stato il processo del secolo, il processo al funzionario nazista Adolf Eichmann. Naturalmente il processo non si limitò ad essere per la collettività il processo al singolo uomo, purtroppo fu il processo ad un evento e quello che caratterizzò il famoso reportage della Arendt fu proprio lo sdegno da parte dell’opinione pubblica in seguito alle pubblicazioni nei confronti della consapevolezza di Hannah che probabilmente a provocare questi crimini contro il popolo ebraico fu unicamente la rinuncia alla propria coscienza personale da parte di questo funzionario, e di tutti gli altri funzionari coinvolti. Sembrava quasi che chiunque avesse obbedito ad Hitler avesse dissociato consapevolmente il male dal bene, loro, gli accusati, l’accusato in questo caso Eichmann, non avevano alcuna colpa, avevano solo eseguito degli ordini ed essendo Eichmann a capo dell’ufficio amministrativo che si occupava della deportazione degli Ebrei in Europa si limitava a firmare documenti, ad eseguire ordini appunto.
Ma quello che fece maggiormente infuriare gli amici ebrei della Arendt, e non solo i suoi amici, fu la constatazione di fatto che si evinceva dal processo, che i capi ebrei non avessero fatto nulla per evitare lo sterminio, anzi che avessero cooperato con le SS nella deportazione. Lei passò anni a difendersi dall’accusa poi di voler giustificare e perdonare i tedeschi, in realtà la sua estrema difesa fu che il cercare di capire non vuol dire necessariamente perdonare. Ho trovato il film stupendo, peccato non sia stato doppiato, ma distribuito in lingua originale, metà tedesco e metà inglese, con relativi sottotitoli, e vivere queste giornate attraverso anche una mostra , una presentazione o un film, mi ha dato l’idea di quanto la Shoah resti come un neo incancellabile sul volto dell’umanità perché invano si tenta di capirne le ragioni che hanno determinato l’uccisione di 6 milioni di ebrei. Hannah Arendt è stata fra le prime a cercare di comprendere le origini del totalitarismo e nella Banalità del male si dimostra audace, coraggiosa fino alla stremo delle forze. Il film è interpretato splendidamente ed è un vero peccato che non sia stato trasmesso per più tempo così da poter raggiungere un pubblico più vasto.
La Shoah, giornata della memoria, voluta dal governo italiano con una legge del 2000, per non dimenticare… e per capirla? Chissà…