Filippo Ispirato
La Federal Reserve, ovvero l’equivalente della nostra Bce – Banca Centrale Europea, ha avviato appena prima di Natale, durante la sua ultima riunione annuale a Washington, la prima fase del cosiddetto “tapering”, che sta ad indicare la riduzione delle politiche di espansione monetaria e delle azioni volte a immettere liquidità nel mercato, dopo che ormai i tassi di interesse erano arrivati praticamente a zero. In parole povere la Fed non potendo più abbassare i tassi di interesse nei mesi scorsi, per favorire la ripresa dell’economia, ha avviato, una serie di acquisti di titoli di stato immettendo liquidità nel sistema a sostegno dell’economia; il tapering, quindi, indica la fine di queste manovre espansive collaterali alla riduzione dei tassi di interesse.
Questa decisione segue il primo annuncio dello scorso maggio in cui si prospettava l’inizio di una riduzione degli stimoli all’economia ed è motivata dai segni crescenti di rafforzamento dell’economia USA, in particolare il dato della disoccupazione statunitense, tornato dopo diversi trimestri sotto la soglia del 6,5%, e dalla scelta della Fed di mantenere i tassi bassi almeno fino al 2015, onde evitare di vanificare i risultati positivi fin qui raggiunti.
La ripresa, infatti, è ancora timida: i tagli alla spesa pubblica che hanno frenato la crescita dovrebbero essere attenuati nel 2014, la spesa delle famiglie e gli investimenti delle imprese sono aumentati e sono migliorate le prospettive, soprattutto grazie al venir meno della restrizione fiscale, ma la ripresa del settore immobiliare ha rallentato nei mesi scorsi.
Le stime aggiornate della Fed descrivono la fine di un lungo periodo di crescita inferiore al trend: la crescita del Pil USA è stimata in rialzo da circa 2.2% a fine 2013, a circa 3% a fine 2014. Il tasso di disoccupazione scenderebbe tra 6.3% e 6.6% a fine 2014, e sotto 6% nel 2015; se si attuassero politiche monetarie troppo stringenti si potrebbe modificare in negativo il trend positivo innescato.
Con la decisione e le motivazioni descritte, quindi, la Federal Reserve ha voluto creare le condizioni per proseguire la riduzione dello stimolo monetario nei prossimi mesi, sancendo un importante cambiamento nelle prospettive di politica monetaria rispetto all’esperienza degli ultimi anni senza modificare al momento la sua politica sui tassi di interesse.
E per l’Europa si intravede uno spiraglio? O la strada per uscire dal tunnel è ancora lunga?