La valle del Diano, una terra florida, vergine, ricca di spunti e di occasioni per chi la politica la mastica e la vive da protagonista nascosto. 15 comuni, tutti ben schierati, chi a “destra”, chi a “sinistra”. I secondi, tranne qualche rara eccezione sono dominati dalla prepotente onda che, parte dal Palazzo di Città di Salerno e, invade il Territorio che, con grazia si genuflette, assuefatto da quella figura carismatica che risponde al nome di Vincenzo De Luca, uomo tutto d’un pezzo, un re, da vent’anni sulla scia, ancorato da una rete di controllo che nemmeno la Magistratura riesce a smontare. Inchieste, avvisi di garanzia, si perdono nei meandri di una giustizia che, spesso disattende le aspettative, non per colpa dei Magistrati s’intende ma, per l’astuzia di un meccanismo creatosi negli anni e, gestito alla perfezione da chi con fare snello e sempre in sordina, esegue gli ordini, “controllori del Territorio”, sempre attenti, vigili e pronti a rattoppare l’eventuale crepa. Un circolo vizioso insomma che, nel Vallo di Diano (come nel resto della Provincia) si consuma quotidianamente senza lasciare tracce o, “quasi”. Ecco allora che se a sinistra vige la norma del controllo a tutti i costi, a destra vige la regola “ magno io che magni tu”. Se a sinistra il punto di riferimento è De Luca, a destra si grida alla Carfagna e a Nitto Palma. Se a sinistra esistono almeno sulla carta i Circoli cittadini, a destra tutto si svolge nelle quattro mura di un ufficio. La stessa strategia, da una parte camuffata e frazionata tramite l’intercessione di pochi intimi, dall’altra oscurata e gestita al massimo da una o, forse due persone. L’ obiettivo però è lo stesso, incanalare i voti necessari, non per il fabbisogno del territorio ma, per l’esigenza personale dei pochi, far stagnare le poltrone, conservare il potere. Ecco allora che ci ritroviamo a dover rincorrere quei sogni che, le promesse pre elettorali ci fanno toccare con mano, puntualmente smentiti. Allora perché stare dietro a questo o quel personaggio politico, perché incamminarsi sempre nel solito sentiero senza via d’uscita. Perché continuare a credere alle parole macchiate di falso di chi da anni se la ride e si abbuffa sulle spalle dei cittadini. Basta guardarsi intorno per capirlo, un Vallo di Diano costretto ad elemosinare anche i diritti essenziali che la Costituzione ci dovrebbe garantire, un Vallo di Diano che ha perduto la dignità, svenduto al miglior offerente che, continua a deriderci, incalzato sia da destra che da sinistra da personaggi a loro volta venduti al padrone per poche briciole di gloria contaminata.
direttore: Aldo Bianchini