L’ipocrisia del “contributo volontario”

 

di Salvatore Ganci

GENOVA – Eppure, con l’avvento dei cosiddetti “Decreti Delegati”,  le successive modifiche e, infine, l’autonomia che rende la Scuola una sorta d’Azienda (a produzione negativa come le A.S.L.) le tasse d’iscrizione del proprio figlio a scuola sono una cifra davvero irrisoria. Anzi, l’iscrizione potrebbe essere gratuita per “merito” e mi sembra un concetto sacrosanto. Tuttavia la Scuola non funziona lo stesso, sento di bilanci in rosso; prendo atto di un noto “software” gestionale (assenze e voti) sempre out – line. Infine quest’anno la sorpresa: in sede di dichiarazione dei redditi l’impiegato del CAAF si ferma dubbioso sulla ricevuta del vaglia (detrazioni per spese dell’Istruzione) e mi dice “Qui c’è scritto contributo volontario, non vedo la reale spesa per l’Istruzione”. Rimango zitto perché in effetti sulla ricevuta del vaglia c’è un ammontare totale (Iscrizione e contributo volontario) già scritti (con penna a biro ben diversa) direttamente dalla segreteria.  Imbarazzo rotto solo dalla saggia risoluzione del problema da parte del capo ufficio del CAAF che dà il “nulla osta” alla detrazione. Mi domando se qualcun altro si è trovato in questa imbarazzante situazione, specie coloro che,  con gli anni e con gli acciacchi,  detraggono (giustamente) fin lo scontrino medico dell’Aspirina. Ma ciò che mi preoccupa è che i nostri figli vedono in questa ipocrisia un modello educativo sicuramente negativo. E’ tanto impopolare portare a 100 – 150  Euro l’iscrizione a una qualunque Scuola Media Superiore esentando per “merito” chi ha una media superiore a 8/10? L’ovvia contropartita potrebbe essere di evitare i “testi consigliati” (spesso non usati) e fare finalmente funzionare le stampanti dell’aula di Informatica per appunti didattici. E’ forse troppo provocatorio chiedere l’abolizione dell’obbligo di adozione di un “libro di testo”? Sembra che in Italia non esista una “normativa” nel merito. Solo un “uso” consolidato da oltre mezzo secolo.

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