SALERNO – Giovedì pomeriggio, 14 novembre 2013, il Prefetto di Salerno (Gerarda Pantalone) è andata in visita nella sede dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Salerno dove è stata accolta dal presidente Antonio Lombardi con tutti gli onori che il caso merita. Questa in estrema sintesi la notizia diffusa dal solerte ufficio stampa dell’Ance; una notizia più che buona, non c’è che dire, sotto il profilo dei rapporti istituzionali che l’Ance deve intrattenere con le Autorità locali. E’ vero che a monte della visita c’è stata tempo fa la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la legalità negli appalti e per la sicurezza nei cantieri, ma a che cosa sia realmente servita siffatta visita non è stato dato di capire, almeno dal comunicato ufficiale. Ma andiamo con ordine e, sempre scorrendo il comunicato, leggiamo prima cosa avrebbe dichiarato il Prefetto: <<La cultura della legalità nasce dal rapporto fiduciario con le Istituzioni e con lo Stato. Un rapporto che deve essere di prossimità e di reciproco ascolto, nel pieno rispetto dei ruoli e delle competenze. Un rapporto funzionale al miglioramento del clima sociale ed economico; un rapporto collaborativo, finalizzato alla risoluzione dei problemi ed alla condivisione delle soluzioni possibili. È in questa direzione che proseguiremo con determinazione il percorso intrapreso in provincia di Salerno>>. Non me ne voglia nessuno ma a me, sinceramente, le parole del Prefetto mi sembrano copiate pari pari dal “libro cuore”, parole che poi sul piano pratico e attuativo non trovano assolutamente alcun radicamento possibile in quanto, nonostante gli sforzi manca il rapporto fiduciario con lo Stato (per colpa spesso dello Stato !!), manca il rispetto dei ruoli, manca la collaborazione e, soprattutto, il clima sociale ed economico “è avvelenato”. Manco a dirlo quasi nelle stesse ore in cui il Prefetto recitava la sua parte nella sede Ance di Salerno, Sua Santità Papa Francesco diceva (insieme a Giorgio Napolitano) più o meno le stesse cose che sostengo io in questo modestissimo approfondimento. A Salerno, se vogliamo, il clima sociale ed economico è ancora di più avvelenato da una situazione politico-amministrativa compressa ed appiattita solo sulla figura unica del sindaco di Salerno (Vincenzo De Luca) che gestisce a piacimento (sempre sul piano politico, ovviamente !!) appalti e incarichi in maniera dissennata mettendo l’uno contro l’’altro i tre-quattro “grandi gruppi imprenditoriali” esistente che se le suonano di santa ragione per accaparrarsi questo o quell’appalto e usandoli come banderuole al vento quasi da farli apparire senza una linea guida sotto il profilo dello schieramento e per quanto attiene la guida legale dei loro stessi affari. Sta di fatto che a Salerno, forse caso unico, l’Ance da qualche tempo si è ormai spezzata in due tronconi, pur dando atto ad Antonio Lombardi che nella sua parte sono schierati oltre l’80% dei piccoli e medi imprenditori del settore edile. Poi c’è l’oggettiva crisi di un settore trainante per tutto il Paese che non si risolve sicuramente con le visite reciproche tra prefetti e presidenti. Mi sono anche chiesto, leggendo il comunicato dell’Ance, se il prefetto Gerarda Pantalone (abbastanza nuova per l’ambiente salernitano) conosca o meno tutte queste cose che da anni avvengono sul territorio e bloccano una crescita già di per se molto difficile. Alle parole del Prefetto hanno fatto eco, come è giusto che fosse, le parole di Antonio Lombardi che, per spazio, sintetizziamo: <<È in questo contesto valoriale che deve inserirsi il percorso operativo delle associazioni di rappresentanza delle categorie produttive che intendono assumersi la responsabilità di rapportarsi con il territorio di riferimento in qualità di agenti di sviluppo economico e sociale>>. Belle parole anche queste, ma come le altre sembrano parole decisamente buone ed utili per un altro pianeta; le sento da almeno cinquant’anni queste premesse e queste promesse che, tranne in casi rarissimi, non hanno mai trovato sedimentazione almeno sul nostro territorio. Viviamo purtroppo in un territorio preda di dubbi e di sospetti, un territorio intriso di politica politicante, di malavita organizzata, di scelte assolutamente sbagliate sia sul piano urbanistico che su quello economico e turistico; un territorio che ha assistito senza possibilità di intervento alla nascita ed alla crescita di “entità imprenditoriali” allevate nel culto della politica che ha offerto come unica possibilità quella di mungere costantemente la “mucca pubblica” senza alcuna iniziativa progettuale concreta che possa rispondere al nome di “imprenditorialità”. Ecco perché alla fine ci troviamo in questa situazione catastrofica e, per certi versi, irreparabile. Sarebbe riduttivo non ricordare in chiusura che, comunque, il giovane imprenditore Antonio Lombardi qualche idea innovativa ha cercato di lanciarla sul mercato ma deve stare molto attento a non farsi sommergere dalle “targhe” e dalle “associazioni di categoria” (segnatamente da quelle sindacali !!) che hanno sempre e soltanto fatto finta di rapportarsi con il territorio di riferimento in qualità di agenti di sviluppo economico e sociale. Se così fosse dovremmo essere ai primi posti “europei” in tutti i campi. Ma non lo siamo.