Filippo Ispirato
Nella riunione mensile di politica monetaria tenutasi ieri, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso, dal prossimo 13 Novembre, di tagliare i tassi di interesse di un ulteriore quarto di punto portandoli allo 0,25%, raggiungendo il minimo storico dalla nascita dell’Euro.
Nello specifico il tasso di rifinanziamento principale è sceso allo 0,25%, quello sui depositi rimane allo 0% e quello di rifinanziamento marginale arriva a quota 0,75%.
Quello che interessa maggiormente i consumatori e tutto il sistema produttivo ed aziendale è il primo, in quanto rappresenta il tasso di interesse con cui la BCE presta il denaro alle altre banche all’interno dell’area euro.
Con questo ennesimo taglio dei tassi, un record per l’Eurotower, si vuole incentivare la richiesta di prestiti alla banca centrale europea da parte delle banche, che a loro volta avranno liquidità a prezzo più basso che potranno concedere sotto forma di prestiti e mutui ai loro clienti, aziende o risparmiatori privati, ad un tasso di interesse più basso.
Queste misure, come dichiarato da Draghi in conferenza stampa dal quartier generale della Bce a Francoforte, serviranno a sostenere l’economia dell’Eurozona nei prossimi mesi, in quanto attualmente la ripresa economica stenda a decollare, alcuni indicatori economici chiave sono peggiorati ed il tasso di inflazione continua a mantenersi basso. Il Governatore della Bce, infatti, ha sottolineato come ci si stia incamminando verso un prolungato periodo di bassa inflazione, come mostrato dalle ultime rilevazioni statistiche, secondo cui il livello di crescita dei prezzi al consumo ha subito un’ulteriore rallentamento negli ultimi mesi.
L’altro motivo legato alla decisione di ribasso dei tassi, peraltro ampiamente prevista dai mercati finanziari, dagli investitori e dagli analisti economici, è proprio quello di evitare un periodo di deflazione nell’Eurozona e riattivare la crescita dei prezzi. Il timore è quello di cadere nella trappola della discesa eccessiva dei prezzi, evento che ha depresso l’economia giapponese durante tutti gli anni novanta e parte dei primi anni duemila.
La Banca Centrale Europea ha fatto inoltre sapere che in futuro non saranno previsti cambi di rotta, mantenendo una linea di politica monetaria espansiva, senza escludere, tra l’altro, un ulteriore ribasso dei tassi, visto il peggioramento dei conti economici di alcuni paesi ed il continuo aumento del tasso di disoccupazione in tutta l’area euro.