Porta Ovest: è partito il traforo

 


 

 Aldo Bianchini 

SALERNO – La città di Salerno, la nostra città, è strana. Sonnecchia per decenni, poi all’improvviso si scuote dal lungo torpore e cerca di opporsi all’ineludibile cambiamento strutturale ed urbanistico che vive all’interno di se stessa. E la gente di questa città ripete, in definitiva, sempre le stesse cose e gli stessi ritornelli. Della benedetta “Porta Ovest” se ne parla da diversi, il sindaco De Luca ne ha fatto addirittura uno dei suoi cavalli di battaglia con proclami da terza guerra mondiale, quali ad esempio <<Sventrerò la montagna>>. All’epoca di questi apodittici proclami nessuno si era preoccupato di quanto potesse accadere, anzi molti di quelli che oggi protestano furono lestissimi a battere le mani e ad osannare l’azione del sindaco. Bisognerebbe far capire a tutti che la “Porta Ovest” è necessaria, così come lo era quando De Luca la lanciò e, soprattutto, come era indispensabile quando, oltre venti anni fa, l’idea progettuale fu partorita dal laboratorio laico e di sinistra di quello che fu il PSI di Salerno. Macchè, nessuno ricorda niente, ma tutti sono pronti a protestare. E’ stato sufficiente il primo attacco alla montagna da parte di grossi buldozer a scatenare l’ira dei residenti in Via Indipendenza e in Via Croce che subito hanno dato vita al comitato “No traforo” per protestare o semplicemente per fare chiacchierificio (come di ce De Luca !!). Sembra incredibile ma è così, appena parte un lavoro nasce un comitato, la stessa cosa è accaduta per il Crescent; prima tutti hanno dormito e poi quando i lavori sono partiti subito è nato il comitato “No Crescent”. Al di là della liberalità, certamente insopprimibile, di costituire un comitato mi sembra che davvero ora si stia sfiorando il paradosso per non dire il ridicolo e la non credibilità. Capisco che De Luca ha il vizio anche i inaugurare e tagliare il nastro per un marciapiedi, ma che si arrivi a creare un comitato per ogni cavolata dell’amministrazione comunale mi sembra eccessivo. Bisogna crescere in tutti i sensi ed insieme indurre chi non vuol dialogare a sedersi intorno ad un tavolo, ma bisogna farlo prima, quando è ancora possibile cambiare qualcosa. A Salerno non siamo in presenza di un sindaco che si impaurisce di fronte al primo comitato di giornata che per essere ascoltato deve ricorrere alle perizie, alle relazioni, al Tar, al Consiglio di Stato, ecc. ecc. mentre il lavoro va avanti e spesso viene anche concluso. Dunque i cittadini-residenti, riuniti nel “No traforo” hanno fatto sentire la loro voce denunciando il fatto che le loro abitazioni non sarebbero state sottoposte ad alcun controllo/verifica sulle vibrazioni. La vicenda è addirittura esplosa in una pubblica contestazione qualche settimana fa mentre De Luca, in Via Ligea, veniva letteralmente blindato dalle forze dell’ordine (nessuno dimentichi che è vice-ministro e che ha diritto alla scorta !!). Scende in campo anche l’ex senatore Alfonso Andria (evidentemente sollecitato dal comitato) e prende una posizione abbastanza ambigua, ma non può fare altro. Da un lato chiede pubblicamente spiegazioni sui contenuti tecnici dell’opera; dall’altro lato riconosce la validità dell’opera sul piano politica, e non solo. E da galantuomo qual è disconosce qualsiasi tipo di contestazione verbale in maniera violenta come è accaduto in danno di De Luca nella giornata di sabato 26 ottobre scorso. Per dovere di cronaca va subito detto che il progetto non presenta neppure una piega ed è stato definito seguendo tutti i canoni prescritti dalla legge. Dobbiamo anche dire che si è trattato di un lavoro agevolato dal fatto che, agli atti dell’ufficio tecnico comunale, esisteva già il precedente progetto redatto sul finire degli anni ’80 e bloccato dall’insorgere di tangentopoli. Ma di questo ne parleremo nelle prossime puntate.

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