Janet Yellen è stata ufficialmente nominata futuro presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana a partire dal prossimo 31 Gennaio. Sarà la prima donna a presiedere un’istituzione così importante, le cui scelte influenzeranno le economie di tutto il mondo.
I mercati finanziari hanno accolto con entusiasmo la nomina della Yellen come successore di Bernanke, l’attuale presidente della Fed, in quanto propensa a mantenere una politica monetaria espansiva a sostegno dell’economia per combattere l’inflazione e la disoccupazione.
Vediamo qual è il background culturale e la biografia di questa donna, che da sempre ha dato importanza e risalto agli aspetti umani dell’economia. Quello che a noi piace sottolineare è proprio la visione umana che ha la Yellen dell’economia, un’economia che deve, con i suoi strumenti, non essere fine a se stessa ma fungere da ausilio alla propria comunità di riferimento.
Il futuro governatore della Fed nasce nel 1946 a Brooklyn da padre medico e madre insegnante, che lascerà il lavoro per dedicarsi completamente all’educazione dei figli.
Già al liceo Fort Hamilton di Brooklyn veniva descritta come una persona brillante che lavorava sodo per ottenere ciò che voleva; una persona poliedrica dai mille interessi, membro d’onore di numerosi club, tra cui quello di psicologia o di storia, nonché “Redattore capo” del Pilot, il giornale scolastico del suo liceo.
Frequenta Pembroke, il college dove è una delle poche donne a specializzarsi in economia distinguendosi particolarmente per le sue capacità, la sua intelligenza e la sua passione per le scienze economiche.
Yellen ha fatto dell’economia non solamente il suo lavoro ma la sua passione, grazie al celebre economista e premio Nobel James Tobin, che fu suo insegnante e mentore a Yale. Tobin la colpì profondamente per il senso di responsabilità morale e sociale che trasmetteva nei suoi insegnamenti ed inseriva all’interno delle sue teorie economiche.
Sposata dal 1977 con il premio Nobel per l’economia George Akerlof ha insegnato per diversi anni all’Università della California e pubblicato diversi saggi di politica monetaria e di economia sociale.
Nel 1994 il Presidente Clinton la nominò “membro del Consiglio direttivo della Fed” e nel 1997 sempre Clinton la nominò “Capo consiglio dei consiglieri economici”, un lavoro da cui diede le dimissioni dopo due anni per motivi familiari.
Nel 2004 Yellen divenne presidente della Fed di San Francisco, che lei contribuì a trasformare in un centro di ricerca macroeconomica, e nel 2010 viene nominata Vice-Presidente di Ben Bernarke, sostenendo la sua politica monetaria espansiva, una politica che punta a rilanciare investimenti e crescita mantenendo i tassi di interesse prossimi allo zero.
E’ considerata da più parti una pensatrice brillante che si concentra sull’aspetto umano dell’economia, focalizza la sua attenzione sulle conseguenze sociali delle scelte tecniche di politica economica e su come esse incidono sulla vita delle persone.
E’ una fervente sostenitrice della teoria dell’Efficienza del salario, una teoria secondo la quale il taglio delle retribuzioni, in tempo di crisi, potrebbe abbassare la produttività del lavoro, dal momento che i lavoratori mal retribuiti, e quindi demotivati, lavorerebbero in maniera sempre meno efficiente.
Una teoria che andrebbe presa seriamente in considerazione in Italia ed Europa in questo particolare momento storico in cui le grandi corporations, le multinazionali, le grandi e piccole aziende, oltre che la pubblica amministrazione, sono sempre più attente al taglio del costo del personale e allo smantellamento dello stato sociale che a ridurre gli stipendi dei supermanager o a combattere inefficienze e sprechi reali. Il patrimonio umano è la più grande ricchezza per un’azienda e di certo non si va verso la direzione giusta tagliandogli esclusivamente diritti e salario.
Altro punto di attenzione per la Yellen è la disoccupazione, che lei stessa considera un terribile flagello e, se prolungata nel tempo, può avere conseguenze devastati per i lavoratori e per le loro famiglie e tutto il sistema sociale di una nazione. In un suo discorso afferma: “ Quando gli obiettivi del piano sociale e dell’inflazione sono in conflitto, una politica saggia e umana decide di far salire l’inflazione”. Se la Yellen resterà fedele a questi principi dovremmo aspettarci ancora diversi mesi di espansione monetaria a favore della ripresa economica, cosa che fa ben sperare gli analisti su una ripresa dell’economia più veloce.
I tecnocrati della Trojka (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) dovrebbero considerare questa visione dell’economia prima di imporre manovre lacrime e sangue alla Grecia o ad altri paesi basandosi esclusivamente su bilanci, cifre e freddi dati contabili.
Bellissimo articolo, speriamo davvero si possa arrivare ad una economia dal volto umano.
Molto interessante! I presupposti di un cambiamento sembrano esserci, speriamo che sia la strada giusta per un vero mutamento strutturale dell’economia.