PD SALERNO. Annunziata, “il coraggio di cambiare”. Cosa?. Come?

 

Antonio Citera

SALERNO – Siamo oramai agli sgoccioli, i congressi cittadini del PD della provincia di Salerno si stanno consumando all’insegna di un solo vincitore Nicola Landolfi,segretario uscente e braccio destro del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. La maggior parte dei Circoli, col metodo del “ non cambiamo niente” hanno riconfermato e riconfermeranno il vecchio e collaudato apparato conservatore. Gli altri due contendenti, Vincenzo Pedace e Sergio Annunziata raccoglieranno le briciole di una campagna elettorale cucita su misura sulle spalle di Landolfi che, senza nemmeno troppa fatica si ritrova per l’ennesima volta a dirigere il Partito nel salernitano. Se Pedace,  audace e giovincello rampante della famiglia Vaccaro avrà tutto il tempo per rifarsi e, costruire intorno a se una forza capace di dare filo da torcere alla compagine Landolfi,  l’altro sfidante Annunziata sembra essersi smarrito nel mare della speranza. Renziano del primo momento, Annunziata punta il dito proprio contro la Segreteria uscente definendola poco presente e poco attiva sul territorio, capace di subire una serie incontrollata di sconfitte per conto del centro destra che nel triennio appena trascorso ha raccattato praticamente tutto, affossando le conquiste e gli ideali dell’ era Bassolino. Un personaggio birichino Sergio Annunziata, che con il suo slogan “ il coraggio di cambiare” ripropone, sulle ali di una politica rottamatrice propria  del suo leader Matteo Renzi  ideali e concretezza  nella gestione del Partito. Ma, se ci voltiamo indietro, capiamo subito che tutto ciò è solo una fantasia.  Ingenuità, inesperienza, non si sa, fatto sta che mentre Annunziata  impugna le armi per spodestare la vecchia corazzata, il sindaco di Firenze di nascosto si allea con Vincenzo De Luca che, lo sosterrà per la corsa alla Segreteria Nazionale. A questo punto ci chiediamo:  a che serve la candidatura di Annunziata ?.  Domanda lecita che urge di una risposta, quantomeno di un chiarimento nei confronti dei cittadini elettori del PD specialmente del Vallo di Diano che, per l’ennesima volta si ritroveranno come si dice dalle mie parti “ senza Filippo e senza u panaro”. L’ennesima riprova di un potere sempre più radicato quello di De Luca, circonciso e spalmato specie nel Diano  su poche e fidate persone che fungono da paniere di voti, un sistema blindato a prova di bomba che,  usufruisce in maniera unilaterale dell’appoggio incondizionato dei circoli cittadini. Cambiare cosa? Per rinnovare, bisognerebbe resettare e far rinascere lo spirito di partecipazione verso la politica intesa nella sua vera essenza. Per il momento tutto ciò è utopia, sogno , un desiderio di tutti che andrebbe coltivato e realizzato ma, per fare ciò bisognerebbe avere realmente  “ il coraggio di cambiare “, con i fatti e non soltanto con le parole, cercando di unire  il territorio imbrigliato nella rete di pochi  ma agguerriti pescatori . Un circolo vizioso che delinea  una sempre maggiore responsabilità di una forma di attrattiva politica basata sulle persone e non sugli ideali, un clientelismo vissuto che ha lottizzato i voti e la dignità di intere famiglie che spesso per sopravvivere si sono svendute al miglior offerente. Questo il Diano, terra di conquista, il paese dei balocchi o, più semplicemente l’isola che non c’è.

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