Da Antonio Mastrandrea
SALERNO – «Al portavoce cittadino di Fratelli d’Italia sfugge evidentemente che senza la raccolta differenziata “porta a porta”, attivata dai Comuni non senza difficoltà, sicuramente i “Fratelli” Iannone, Bellacosa e Romano non avrebbero potuto vantarsi per i risultati raggiunti in provincia di Salerno e in Campania. Insomma, ancora una volta Rosario Peduto mutat pilum non mentem, rivelando di aver studiato anch’egli presso la “scuola Cirielli”». Così Gerardo CALABRESE, assessore all’Ambiente del Comune di Salerno e membro del coordinamento provinciale di Sel, replica al portavoce cittadino di Fdi, Rosario Peduto, sulla raccolta differenziata in città. «Infatti, – afferma Calabrese – già in passato l’allora presidente della Provincia Cirielli mise addirittura in discussione i dati della raccolta differenziata certificati e incontrovertibili sulla base di riscontri che è possibile fare attingendo alla banca dati del Sistema Informatico Rifiuti che fa capo all’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti,gestito proprio dalla Provincia di Salerno. Oggi, invece, il “rifiutologo” cittadino del partito di Cirielli sostiene che bisogna ritornare alla raccolta “stradale” con i cassonetti e prova ad utilizzare maldestramente i dati provenienti dalla stessa fonte – l’Osservatorio sui rifiuti – per criticare quanto fatto di buono dal Comune di Salerno e ampiamente riconosciuto da istituzioni nazionali e europee, da organismi tecnici e amministrazioni locali spesso amministrate dallo stesso centrodestra, come quella del Comune di Caltanissetta (a guida Pdl) che recentemente è stato a Salerno proprio per discutere di raccolta differenziata. Inoltre – continua – in riferimento al “Dossier rifiuti 2013” dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, richiamato dal “rifiutologo” Peduto per sostenere che Salerno è “la seconda città d’ Italia con la Tarsu più alta”, mi preme precisare alcuni aspetti: i curatori del dossier mettono in evidenza l’aumento delle tariffe per la gestione dei rifiuti avvenuto negli ultimi cinque anni (2007-2012) in quasi tutti i Comuni capoluogo di provincia, e in particolare in quelli della regione Campania, senza però considerare o specificare che nel periodo preso in esame, non tutti i Comuni italiani hanno coperto integralmente con il tributo (Tarsu/Tia) i costi di gestione dei rifiuti. Infatti, mentre per la regione Campania la legge 87/2007 ha disposto la copertura integrale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti a partire dal 1° gennaio 2008, per il resto dei comuni d’Italia l’obbligo di copertura integrale dei costi non c’era. Insomma,- ha evidenziato Calabrese – i comuni individuati da Cittadinanzattiva come “virtuosi” per i costi di gestione, potrebbero non esserlo e, sicuramente, molti non lo sono nemmeno per le percentuali di raccolta differenziata, visto che l’obbligo di legge del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti (entro il 31 dicembre 2012) lo rispettano solo sei capoluoghi di provincia (come si evince dal rapporto “Comuni Ricicloni” 2013) tra cui Salerno.
Infine, collocare Salerno tra i comuni che applicano la Tarsu non è proprio esatto, considerato che dal 2008 con il regolamento comunale sulla “Tarsu normalizzata” il totale a pagare viene determinato in parte dalla superficie e in parte dalla composizione del nucleo familiare, in ossequio al principio europeo “chi inquina paga”, come del resto avviene per molti dei Comuni inseriti nel dossier tra quelli che applicano la Tia. Non credo di dover aggiungere altro rispetto alla metodologia e alla attendibilità del dossier di “Cittadinanzattiva” e del “rifiutologo” Rosario Peduto al quale chiedo di indicarmi un solo Comune italiano, della stessa classe demografica di Salerno, che raggiunge l’obiettivo del 65% per cento utilizzando il metodo della raccolta “stradale”. Se sarà in grado di farlo – ha concluso Calabrese – sono disponibile a riconsiderare la modalità “porta a porta” attuata a Salerno. In caso contrario, al “nostalgico” Peduto regalerò un cassonetto stradale personalizzato».