Aldo Bianchini
SALERNO – Può un’associazione, anche quando nasce per scopi politici, essere considerata virtuosa se rimette al mittente (cioè allo Stato), interamente o in parte, i rimborsi elettorali non utilizzati o risparmiati sul bilancio complessivo ? Certamente si, è la risposta semplice e secca. Può la stessa associazione continuare ad essere considerata virtuosa quando, sull’onda di un’inchiesta giudiziaria, rimette al mittente una parte dei rimborsi elettorali ? Credo sostanzialmente di si, anche se in questo caso qualche dubbio lascia dietro di se la decisione comunque saggia e meditata. La storia riguarda “Campania Libera” creata ad hoc per il supporto economico elettorale al sindaco Vincenzo De Luca nella corsa a governatore della Campania nel 2010. La vita dell’associazione che ha gestito oltre un milione di euro suscitò numerose perplessità che trovarono sedimentazione in una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno da parte dell’ex consigliere comunale Fausto Morrone. Tra sopravvenienze, interessi passivi, interessi attivi, fornitori privati che annullano le fatture, somme spese per comunicazione istituzionale ancora da giustificare, il C.d.A. dell’associazione, probabilmente per non correre ulteriori rischi e per porre fine alle speculazioni, ha deciso di rinunciare a quanto ancora spettava per “rimborsi elettorali”. Non si tratterebbe di una cifra enorme ma di spiccioli (fonte La Città del 13.10.13) ammontanti a poche decine di migliaia di euro a fronte di oltre un milione di euro gestiti per cassa. Il gesto, voluto e portato a termine, dal presidente Francesco D’Acunto (meglio noto come “Ciccio”) è comunque un gesto nobile ed apprezzabile, almeno per quanto mi riguarda. Lo sarà altrettanto per la magistratura che, tra ritardi e rinvii, è ancora alle prese con il fascicolo giudiziario? la risposta non è facile. Sul piano squisitamente giuridico la risposta è “no”; se un fatto penalmente perseguibile c’è, rimane anche se poi come gesto consequenziale si arriva alla rinuncia di nuovi rimborsi o anche alla restituzione di quelli già incassati. Vedremo, il tempo dirà la verità. Sullo sfondo (sempre da fonte La Città) rimane il problema del 29mila euro circa spesi per “comunicazione istituzionale” con apposita “posta di bilancio”, mentre più avanti nello stesso bilancio si legge che per tale attività “nessuna iniziativa è stata realizzata”. Così come per una fattura emessa per il ristoro9 di 38.127 euro da un ignoto fornitore che poi ha deciso “bonariamente non solo di soprassedere al suo incasso ma addirittura di annullare gli effetti del servizio reso stralciando la sua fattura”. Per la cronaca va ricordato che Campania Libera ottenne la elezione di un solo consigliere regionale nella persona di Gianfranco Valiante mentre invece Vincenzo De Luca perse ai punti contro il suo avversario Stefano Caldoro. Se dovessi commentare il tutto direi soltanto che, molto probabilmente, ci troviamo di fronte ad una ennesima inchiesta senza sbocco in considerazione non solo della pochezza e della risibilità delle accuse ma soprattutto di fronte all’integrità morale e professionale del presidente Francesco D’Acunto che è e resta un vero e convinto assertore della legalità. Ne discende, senza dubbio alcuno, che l’Associazione politica-lista elettorale denominata “Campania Libera” ha sempre, e comunque, operato nel pieno rispetto della legalità. Al di là di ogni ragionevole dubbio.