Impronta ambientale dei prodotti alimentari:al via il modello di “green economy” salernitana

 

 

Filippo Ispirato 

Ieri presso la sede di Confindustria Salerno, ha avuto luogo la presentazione del progetto: L’impronta ambientale dei prodotti alimentari – Esperienze e prospettive di etichettatura della “Environmental Footprint”  in Europa e in Italia come opportunità di innovazione e leva competitiva della filiera del pomodoro e della pasta nella Provincia di Salerno”.

L’evento rientra nell’ambito del Progetto: “Verso la sostenibilità della filiera agroalimentare provinciale: promozione e sperimentazione dell’applicazione di un modello per la sostenibilità di processo e prodotto” promosso da Confindustria Salerno, realizzato e finanziato dalla Camera di Commercio di Salerno, in collaborazione con Legambiente e Greener Italia.

Scopo dell’incontro è stato quello di:

– promuovere l’adozione di un modello di sviluppo sostenibile  quale punto di forza che punti all’innovazione e la competitività per le aziende della filiera dell’agroalimentare; innovazione da realizzarsi attraverso l’implementazione di un programma che punti alla riduzione progressiva delle emissioni di Co2 di prodotti e processi

– stimolare un confronto sulle esperienze maturate in tutta Europa e sulle opportunità di sviluppo che si potrebbero aprire nel nostro paese ed in Campania in particolare

Il modello presentato è stato realizzato grazie alla collaborazione di alcune aziende rappresentative della filiera del pomodoro che hanno aderito volontariamente al progetto e definito le linee guida utili alle imprese anche di altri comparti, interessati alla realizzazione della carbon footprint di prodotto, ovvero di un prodotto che sia a basso impatto ambientale e con ridotti consumi di anidride carbonica.

Il dato sull’impatto ambientale è diventato nel tempo sempre più importante per i consumatori evoluti, che sempre più tra i loro criteri di scelta di un prodotto considerano non più solo la qualità e la convenienza, ma anche il suo impatto ambientale.

“Confindustria Salerno – afferma Antonio Ferraro – crede fortemente nel valore della sostenibilità ambientale come leva di sviluppo e competitività. Attraverso questo progetto intendiamo accompagnare le aziende nei percorsi di sostenibilità affinché la responsabilità ambientale dell’impresa non riguardi più i processi di produzione, ma coinvolga tutta la “catena del valore” relativa al prodotto e ai servizi offerti. In tal modo offriamo alle imprese gli strumenti necessari per avviare processi di trasparenza e tutela ambientale che troveranno il sicuro interesse dei consumatori”

 “Sono sempre più numerosi i cittadini che presterebbero attenzione ad un indicatore sintetico, un voto, un giudizio sulle conseguenze ambientali delle proprie scelte di consumo e della fruizione di servizi – spiega Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania – Le aziende devono assumersi quindi la responsabilità di misurare l’impatto dei propri prodotti e di dichiararlo in un modo verificabile, così i cittadini che scelgono sulla base di tali dichiarazioni saranno consapevoli delle conseguenze ambientali che li coinvolgono. In questo modo, le aziende sono stimolate ad innovare le produzioni per renderle più sostenibili e i cittadini a cambiare consumi e stili di vita. È questa la green economy in cui crediamo”.

“L’agroindustria costituisce il settore trainante del nostro territorio  – dichiara Guido Arzano presidente della Camera di Commercio di Salerno – pertanto è un nostro preciso obiettivo consolidare e sviluppare ulteriormente il comparto anche mettendo a confronto le tante best practices territoriali del nostro Paese. In tal senso, la Camera di Commercio di Salerno unitamente a quelle di Brindisi, Latina, Modena e Torino, ha dato vita, nell’ambito di Unionfiliere, al Comitato di Filiera dell’Agroindustria ad Alta Qualità Ambientale con l’obiettivo di definire modelli di sviluppo condivisi, fondati su principi oramai irrinunciabili quali la difesa del territorio e la valorizzazione della biodiversità, in grado di coniugare sostenibilità e competitività sui mercati internazionali”.

In particolare per la Campania e la provincia di Salerno il sistema produttivo si dovrebbe basare sempre di più sulla produzione agroalimentare di qualità e a basso impatto ambientale.  Tra questi il pomodoro rappresenta, oltre che un simbolo della  buona tavola, una fonte di reddito ed occupazione, tanto portare negli anni alla realizzazione sul nostro territorio di un distretto dell’industria agroalimentare. Il “Distretto industriale agroalimentare Nocera-Gragnano”, come istituito e definito dalla delibera di Giunta Regionale n 59 del 1997, comprende un’area di 20 comuni tra le province di Salerno e Napoli, con una popolazione totale che si aggira attorno ai 400.000 abitanti e copre  una superficie di circa 300 Km quadrati. Caratteristiche distintive del territorio campano e salernitano sono la buona qualità del suolo, con la sua peculiare fertilità, e la costante e abbondante presenza di corsi d’acqua, che insieme permettono di ottenere, grazie ad un clima mediterraneo favorevole, un prodotto unico ed inimitabile per la sua qualità e le caratteristiche organolettiche.

Il pomodoro, anche chiamato l’oro rosso dell’economia agroalimentare campana, con la sua filiera produttiva comprende numerose aziende (circa seimila compreso l’indotto) che si occupano di una serie di attività collegate tra loro, che partono dalla coltivazione del pomodoro, al suo processo di trasformazione ed inscatolamento, a tutte le attività connesse di servizi accessori di trasporto e di distribuzione, oltre che di produzione di macchinari per le aziende conserviere

Un oro che crea valore anche grazie ai suoi scarti di lavorazione, in quanto proprio con questi ultimi il CNR di Pozzuoli-Napoli è riuscito a creare una pellicola utilizzabile come telone per la copertura delle serre, da utilizzare al posto di quella comune in plastica, totalmente biodegradabile che, una volta terminato il suo impiego, può essere utilizzato come fertilizzante.

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