CICLISMO: Da Policastro al Vallo di Diano, la “carovana Rosa” sana ogni ferita?

   

 Antonio Citera

SASSANO – Euforia, attesa, ansia e anche tanta strumentalizzazione intorno alla notizia della tappa numero 6  del  prossimo Giro d’Italia . Sassano – Montecassino giovedì 15 maggio 2014. Un evento prestigioso che manca dalle strade del Diano da anni oramai che, in teoria potrebbe risanare ( solo per un giorno) le fratture scomposte che negli ultimi mesi hanno azzoppato il Comprensorio. Il sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino, ci crede, ci scommette e, a sentirlo parlare nelle tante interviste dei giorni scorsi, sembra quasi che i mali del Diano scompariranno subito dopo il passaggio della Carovana Rosa. “ Finalmente alziamo la testa” queste le sue parole che racchiudono la sua gioia per un risultato storico. Ma se andiamo indietro di sei mesi, precisamente al  7 maggio del 2013 e ci spostiamo di soli 40 km da Sassano, ci rendiamo conto che poi non è tutto oro ciò che luccica. Quel giorno, il Giro d’Italia partì da Policastro Bussentino, io ero lì e vi dirò che ero anche emozionato di fronte a cotanta organizzazione.  Il Giro è una vera e propria città viaggiante, quasi 2000 persone  (corridori e personale tecnico delle squadre, giornalisti di carta stampata e televisiva, organizzatori, cronometristi ufficiali, giuria, fotografi, motociclisti per le riprese televisive, la carovana pubblicitaria), ciascuna con un ruolo ben preciso all’interno della corsa o del seguito che, quotidianamente fanno del giro uno spettacolo itinerante sulle strade del nostro paese, garantendo la perfetta riuscita dell’avvenimento. Più di 700 addetti alla comunicazione in rappresentanza di numerosissime  testate, raccontano in ogni frangente le gesta dei corridori, il calore del pubblico ai bordi delle strade e la frenesia della bagarre agonistica, il tutto racchiuso nelle splendide cornici naturalistiche della nostra Italia. Io ero lì, sbigottito e attonito, tanti colori e tanto calore, addirittura c’erano i camper – bar viaggianti che distribuivano colazioni a tutti. Uno spettacolo, la gente si accalcava, le misure di sicurezza erano imponenti, la strada rimase chiusa per un paio d’ore, poi la partenza, palloncini colorati, striscioni pubblicitari e la carovana che piano piano scompariva nel nulla. Tutto finito. Pian piano si tornava alla normalità. Il giorno dopo Policastro era quello di due giorni prima, una tranquilla cittadina marittima anch’essa immersa nella crisi economica come tante realtà del sud di Salerno. Il 2014 sarà l’anno di Sassano, stesso scenario, stesso copione, stesse emozioni e, stesso inevitabile  finale. Una vetrina per un giorno, da far splendere si  ma con cautela, non dimenticando che la soppressione del Tribunale, l’agonia della  sanità  e, tutti i problemi del Vallo di Diano, il giorno dopo resteranno sempre gli stessi.

One thought on “CICLISMO: Da Policastro al Vallo di Diano, la “carovana Rosa” sana ogni ferita?

  1. un giorno ….che porterà Sassano al centro dell’Italia e di Europa…se ben utilizzato …potrà essere molto utile da aziende ed Enti pubblici….pio come si dice MEGLIO UN GIORNO DA LEONI …CHE UNA VITA DA COGLIONI…poi i problemi son da per tutto … pensiamo a valorizzare quel che abbiamo….senza piangerci sempre addosso e a sputar sempre veleni su tutto e tutti….

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