Prostitute o prostituite: il nodo sta nella “i”

 

Barbara Filippone

PALERMO (27 set. 2013) –  “E’ per noi ancora vivo il dolore di quelle due tragedie – ha detto il Sindaco Leoluca Orlando – e oggi abbiamo scelto di apporre le targhe  vicino a due alberi che rappresentano simbolicamente il segno della speranza che si fermi per sempre l’orribile fenomeno del femminicidio e della tratta di esseri umani. Questa città non poteva, e non potrà certamente essere in futuro, assente e distaccata verso la difesa delle donne da ogni forma di violenza e per l’integrazione interculturale”. Questo è accaduto oggi pomeriggio,  in memoria di Favour Nike Adekunle e Loveth Edward, alle 15,00 nel cortile Barcellona (ad angolo con via Filippo Juvara) e, all’ingresso della Favorita (area in prossimità di viale Rocca), luoghi dove le due giovani persero la vita,  due ragazze nigeriane uccise barbaramente a Palermo tra il 2011 e il 2012. Quello che spesso ci si dimentica  nel momento in cui si fa la cronaca di questi eventi,  che vengono relegati a piccoli trafiletti nei quotidiani, è che queste giovani donne non sono prostitute bensì sono state prostituite… c’è una “i” in più che fa la differenza. Giovani,  oggetto di tratte che spesso incrocio nelle zone calde della mia città… basta andare  infatti nei pressi della stazione nelle primissime ore del mattino, intorno le sei, per incrociare volti di donne che a stento svelano un sorriso forzato,  donne che non tutti hanno il coraggio di guardare, donne alle quali persino alle forze dell’ordine  sembrano indifferenti;  ciò credo sia dovuto ad un lungo iter per prelevarle acquisirne  i connotati e poi…  il poi non lo conosco, non mi sono documentata a sufficienza,  però so che quelle donne stazionano sempre lì,  vittime di altri uomini che sfruttano la loro fresca bellezza. Però , per fortuna,  esiste anche chi cerca di combattere il fenomeno delle tratte, per esempio Nino Rocca, ex professore di storia e filosofia oggi in pensione, uomo che da anni si dedica al volontariato,  così nasce il Coordinamento anti-tratta Favour e Loveth, il 6 febbraio 2012, nel quale sono coinvolti comitati, associazioni e liberi cittadini e ad che a oggi raccoglie 30 organizzazioni sia locali che nazionali. Come lo stesso prof. Rocca afferma: “A Palermo soltanto si calcola che la mafia nigeriana ha un profitto annuo di 10 milioni di euro.  In Italia, con 6000 mila ragazze per strada, arriva a 300 milioni di euro. A livello internazionale, dopo il traffico della droga e quello delle armi, il traffico di essere umani viene collocato al terzo posto, con una stima di 31 miliardi di dollari.” Nel corso delle iniziative organizzate nello scorso ottobre 2012, l’Amministrazione comunale conferì la cittadinanza onoraria alla memoria di Favour Nike Adekunle e Loveth Edward ed è stato inoltre avviato l’iter di gemellaggio con la città natale di Favour Nike, Benin City.  Ma l’importante è  tenere vivo l’interesse di fronte a queste crude realtà,  e non so se l’affissione di due targhe possa essere in sè un gesto utile, però  ha portato me e tanti altri  a parlarne ancora una volta, perciò  devono anche essere  i media a sensibilizzare sull’argomento,  è attraverso la stampa che si creano stereotipi e modi di pensare, la stampa condanna , la stampa perdona ma in questo caso la stampa deve parlarne  perchè spesso  la gente cosidetta “perbene” gira lo sguardo altrove e non si ferma a capire il perchè delle scelte fatte da quelle donne.  Purtroppo spesso non sono scelte bensì  costrizioni e noi non possiamo risolvere con l’indifferenza le atrocità nelle vite di queste giovani donne schiave… Impariamo a guardare oltre che vedere e basta.

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