Aldo Bianchini
SALERNO – Metropolitana doveva essere e “quasi metropolitana” è stata, come voleva il quasi viceministro, alla faccia di tutto e di tutti, a costo di scavalcare tutte le regole. Pochi chilometri che sono destinati ad uno scarsissimo utilizzo, una metropolitana che non ha nulla delle vere e proprie metropolitane. Ma c’è e questo è sufficiente per poterla inaugurare, per poterla presentare come una vera metropolitana, per poterla far digerire alla gran parte dei cittadini salernitani che nemmeno si accorgeranno della sua presenza. Ai voleri del “quasi viceministro” si è piegato anche Sergio Vetrella (assessore regionale ai trasporti) che fino a qualche giorno fa ne aveva dette di tutti i colori contro Salerno e contro De Luca e che è salito sul metrò sorridente e pimpante a far da claque al sindaco di Salerno che non l’ha neppure degnato di uno sguardo. Una metropolitana che probabilmente non sarà mai una metropolitana, difatti almeno per il momento non potrà rientrare nel novero del ciclo dei trasporti regionali su ferro perché il “tappo della galleria Santa Lucia”, rappresentato dai binari nazionali e regionali che non possono essere attraversati da quelli della metropolitana, non consente di poter riammagliare la breve linea salernitana con il circuito regionale. Tra l’altro non potrà neppure raggiungere la stazione Vernieri sempre a causa del tappo; ma chi se ne frega, il necessario era l’inaugurazione. E pensare che la Regione, contravvenendo a tutte le regole, ha scucito diversi milioni di euro per calmare le ire di Vincenzo De Luca. In altri tempi la magistratura si sarebbe avventata sulla preda come un falco, oggi invece sale e si siede comodamente in carrozza per andare dalla stazione centrale all’Arechi e per poi fermarsi all’Arbostella dove era stato allestito un lauto ed invitante buffet; nell’attesa, foprse, di potersi lanciare solo sulla regione, ma fra qualche tempo,quando le acque saranno calme. Quanto è costato il buffet e chi ha pagato ? Qualche anno fa gli inquirenti se lo sarebbero chiesto, ma ora è una sciocchezza, cosa importa, cosa può rappresentare qualche migliaio di euro rispetto ad un’opera “colossale ed europea” che di colossale ed europeo non ha proprio niente. Il destino ha voluto che i detrattori di ieri e gli adulatori di oggi, magistratura compresa, hanno banchettato all’Arbostella proprio dove iniziò il massacro della metropolitana vera, quella che andava in galleria verso il Carmine e Fratte per sfociare dentro l’Università, quella che sarebbe andata a cielo aperto dalla stazione verso l’Arechi, l’aeroporto e l’interporto, quella che avrebbe sub passato il centro storico per aprire nuove prospettive al porto. Qualcuno già si sta rivoltando nella tomba pensando alla classe politica che non è stata capace di far rientrare nel circuito ferroviario una istituzione indispensabile come l’Università. Vergogna !! Era il 7 luglio 1992 quando diventò di pubblico dominio la notizia che i magistrati del “pool mani pulite di Salerno” avevano ritrovato nella sede sequestrata della Tecnoydro dell’ing. Raffaele Galdi un floppy-disk contenente la copia della lettera che il sindaco Vincenzo Giordano aveva scritto ai ministri Conte e Bernini per sollecitare il finanziamento di quella metropolitana vera. Quella lettera, innocente e trasparente, fu sbandierata da quella magistratura come una delle “prove regine” della collusione e della corruzione che imperava in Città. E la metropolitana saltò, purtroppo. Ci sono voluti più di ventuno anni per far partire le carrozze di una metropolitana che di metropolitana non ha niente se non un valore aggiunto: sulle sue carrozze ora viaggia anche la magistratura che in parte è anche quella che giudicò quei fatti e quegli uomini. E tutti sono felici e contenti; ormai il passato appartiene al passato e chi lo vuole ricordare passa subito per un rompiscatole invidioso del presente. Sarà, ma la storia rimane comunque storia. Ma su via, è stato pur sempre un momento di festa e bisogna raccontarlo, probabilmente con un’altra lente di ingrandimento ma bisogna raccontarlo: <<C’erano proprio tutti, assenti solo Lotito e San Matteo. Tutte le Autorità, civili, politiche e religiose, hanno partecipato alla “prima” della Metropolitana di Salerno. Sua Eccellenza, Mons. Moretti, rappresentato dal Vicario Generale, Mons. Marcello De Maio. Solo l’assenza delle bande musicali ha segnato la differenza tra la processione di San Matteo e l’evento di oggi. A mezzogiorno, anche qualche minuto prima, il convoglio è partito. Non tutti hanno trovato posto a sedere. Ovviamente, il Sindaco Vice Ministro, in compagnia dell’Assessore Regionale ai Trasporti, on. Vetrella, e del dott. Elia, delle FF.SS., erano comodamente posizionati su poltrone riservate alle alte Autorità. A tal proposito, non potevano mancare il Questore, dott. De Iesu, e S.E. il Prefetto, Gerarda Pantalone, che ormai fanno coppia fissa ad ogni appuntamento istituzionale. Dalla Regione, anche l’on. Antonio Valiante, l’on. Gianfranco Valiante e l’on. Anna Petrone. Come parlamentari erano presenti Tino Iannuzzi ed Eva Longo. I Consiglieri Comunali erano al gran completo: entusiasti e goliardici, al pari di una scolaresca in gita. Così Luciano Provenza, che con il telefono cellulare ha girato un breve filmato postato su Facebook, con la partecipazione attiva di Rosa Scannapieco, Antonio Cammarota, Ginetto Bernabò, Sandro Ferrara, Salvatore Telese, Giovanni Coscia, Amedeo Avagliano, Horace di Carlo, Emiliano Torre, Mimmo Galdi, Nico Mazzeo, Angelo Caramanno. Insomma, c’erano proprio tutti, i Consiglieri di maggioranza, anche Gianluca Memoli, segno che la cosiddetta nuova metropolitana non presenta barriere architettoniche. E i Consiglieri dell’opposizione? C’erano anche loro, Roberto Celano, Raffaele Adinolfi e Pietro Stasi, questa volta senza fascia istituzionale, che, a dire il vero, avevano un’espressione compiaciuta, almeno all’apparenza. Presenti anche i due giovani rampolli del sindaco (anche loro da considerare Autorità ?). Grande assente il Presidente del Consiglio Comunale, Antonio D’Alessio: qualcuno vocifera che sia entrato in rotta di collisione con il Sindaco. Al suo posto, però, sedeva , comodamente tra gli altri, il suo predecessore, Corrado Liguori. C’erano tutte le “truppe cammellate” del Comune, presidenti delle società partecipate ed alti dirigenti. Insomma, Vincenzo De Luca era a capo della sua armata, pronta a difenderlo da qualsiasi attacco, un po’ come San Matteo per Salerno. Quando il treno è partito, tutti sono stati presi da una forte emozione, esternata con uno scrosciante applauso. Sorprendente è stato, poi, l’attraversamento delle stazioni di Torrione/Pietro Del Pezzo e di Pastena/Rocco Cocchia, come altrettanto emozionante è stato l’arrivo a San Leonardo/Marina d’Arechi. Per un salernitano vero, il tragitto è stato a dir poco commovente. Sono stati circa 7 minuti in cui tutti non hanno potuto fare a meno di pensare al passato, quando la gente che da Torrione si recava al centro diceva “vado a Salerno”. Presso la stazione dell’Arbostella vi è stato il saluto di De Luca, dell’assessore Vetrella e del dott. Elia, interrotto solo per qualche attimo dalle proteste di alcuni lavoratori, che chiedevano lavoro e, soprattutto, lo sblocco dei cantieri ancora chiusi. Poi grande banchetto e ritorno alla stazione centrale. Se il buongiorno si vede dal mattino, Salerno vedrà, nei prossimi anni, giornate davvero felici>>.
Bell’articolo divertente ed interessante… vedremo gli sviluppi della metropolitana salernitana… ma non ci doveva essere anche la stazione di Via Monti? che fine ha fatto?