Aldo Bianchini
SANZA – Prima di ferragosto la comunità di Sanza fu scossa da una terribile disgrazia stradale verificatasi il giorno 8 agosto sulla strada a scorrimento veloce denominata “Bussentina”. Sabina Citera, 44 anni, rimase vittima di quel terribile incidente lasciando marito e figli in un inconsolabile dolore. La redazione di questo giornale online, con il collega Antonio Citera, ebbe l’ardire di criticare la velocità ed anche l’approssimazione con cui la notizia era stata data dalla stampa che in qualche caso non aveva garantito neppure i tempi necessari per avvertire il marito della defunta che in quelle ore si trovava a Sapri. Apriti cielo, la redazione e quindi anche io siamo stati accusati di essere “idioti” con citazioni anche dal vago sapore di Dostoevskij-ana memoria. Accusata la frustata, forse anche giusta sotto certi aspetti, la redazione di www.ilquotidianodisalerno.it si è messa doverosamente al lavoro agevolata in questo dai riflettori dell’informazione subito spenti sul “caso Sabina”, perché amici lettori la notizia fa notizia fin quando è notizia; dopo può calare il sipario su tutto e tutti. Ebbene anche gli idioti possono, a volte, rivelarsi “utili idioti”; ed ecco cosa abbiamo scoperto sull’inquietante caso della morte di Sabina Citera. Per prima cosa sembrerebbe che la Citera sia morta per “dissanguamento” (cosa ben diversa dall’emorragia interna) e che il decesso sia intervenuto in prossimità dell’arrivo dell’elicottero nel punto di atterraggio dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno; dunque Sabina sarebbe morta dopo oltre due ore dal momento del tragico impatto. Forse se la malcapitata fosse stata trasportata presso l’ospedale di Sapri, quando ancora parlava con la sorella che era con lei in macchina, poteva salvarsi; e questa non è una cosa da poco, bisognerebbe quindi capire da chi e perché è stato valutato e ritenuto indispensabile il trasporto in elicottero a Salerno e non presso il più vicino presidio sanitario saprese. Addirittura quando la Citera è arrivata a Salerno ci si è accorti che nessuno si era preoccupato di registrare le generalità pur avendo i Carabinieri sequestrato sul posto dell’incidente libretto di circolazione e patente; tanto che il fratello di Sabina, due giorni dopo l’incidente, fu costretto al riconoscimento della salma. Per seconda cosa sarebbe necessario capire perché il corpo della sventurata è stato restituito alla famiglia soltanto il 13 agosto e perché l’esame autoptico è stato effettuato il 12 agosto a quattro giorni di distanza dal fattaccio, contrariamente a quanto accaduto (solo per fare un esempio !!) per l’avvocato Pino Paladino che ha avuto i funerali addirittura il giorno dopo la disgrazia a Palinuro. Fin qui la parte sanitaria e quella dei soccorsi su cui è utile e necessario indagare. Adesso, però, viene fuori la parte più inquietante e vergognosa dell’intera vicenda. Se quello che vi raccontiamo dovesse rispondere al vero bisognerebbe subito aprire una rigorosa inchiesta giudiziaria per l’individuazione dei colpevoli. Sembra che sul cadavere della malcapitata Sabina Citera qualcuno abbia messo in atto una sporca azione di sciacallaggio: la fede e la catenina d’oro che Sabina portava sempre con se sembrano essersi volatilizzate nel nulla. Non risultano repertate in alcun verbale ma i parenti, tutti, sarebbero disponibili a testimoniare il contrario. La Procura della Repubblica di Lagonegro, ora competente per territorio, farebbe bene ad avviare il necessario iter giudiziario. Noi abbiamo fatto soltanto il nostro dovere di giornalisti, consumando le suole delle scarpe come si diceva un tempo; adesso spetta ad altri il dovere di fare chiarezza. Cosa dire in chiusura, che probabilmente la redazione di www.ilquotidianodisalerno.it potrebbe essersi meritata i gradi per una promozione sul campo. Alla prossima.
Grazie dell’attenzione.
Il marito Cav. attilio De Lisa.
Alle ore 20.00 della stessa sera la ho trovata morta all’obitorio del San Leonardo sconosciuta e al P.S. cosa hanno fatto e come mai tutto in ritardo dall’inizio alla fine.
Il marito che non riesce a darsi pace e come già ha scritto in un articolo di ieri e tempo fa come mai all’oscuro di tutto e proprio a me e i miei figliu è capitato questo.
Drammatico il commento del sig. Attilio (marito della compianta Sabina), certo ci vuole veramentte molta pazienza a sopportare una pena così grande. Però grazie al suo commento possiamo tranquillamente affermare che la redazone di Bianchini ha veramente messo a nudo cose gravissime sulle quali, come dice lo stesso direttore, farebbe moplto bene la Procura della Repubblica di Lagonegro ed anche quella di Salernno ad indagare fino in fondo. Complimenti al giornale.